Gli Stati Uniti stanno attraversando giornate di scioperi contro Stellantis, Ford e General Motors. Per la seconda settimana i membri della United Auto Workers (UAW) portano avanti le proteste, con la richiesta di miglioramenti significativi, sui quali addirittura la Casa Bianca si dice d’accordo. Lo è molto meno il numero uno di Tesla, Elon Musk, il quale ha lasciato i suoi pensieri su X, la piattaforma da egli stesso detenuta, in precedenza nota come Twitter. In risposta a un commento di un utente, in cui viene evidenziato il parere favorevole di Joe Biden sull’aumento salariale del 40 per cento dei lavoratori, il tycoon sudafricano ha replicato con termini perentori.
Stellantis: Elon Musk prevede un futuro incerto
Se aumenteranno i compensi e, in concomitanza, ridurranno le ore lavorativa a 32, Ford, General Motors e Stellantis andranno incontro alla bancarotta. Da programma, non ci è andato per il sottile e nessuno aveva dubbi in proposito. Musk ha sempre portato avanti la forza delle proprie idee e poi bisogna pur sempre rammentare la poca simpatia nutrita verso l’attuale governo in carica. Ormai è difficile tener traccia delle molte schermaglie a distanza tra Biden e Musk
Leggi anche: Trump può avere ragione riguardo “la follia delle auto elettriche”
They want a 40% pay raise *and* a 32 hour workweek. Sure way to drive GM, Ford and Chrysler bankrupt in the fast lane.
— Elon Musk (@elonmusk) 26 settembre 2023
Uno scontro che, senza andare a scavare nelle torbide vicende riguardanti il figlio del numero uno degli USA, interessano pure il comparto delle quattro ruote. Lo abbiamo visto soprattutto con i sistemi di ricarica: mentre gli States promuovevano il CCS, Tesla proponeva il connettore NACS. E oggi quest’ultima sembra aver avuto di gran lunga la meglio, alla luce degli accordi sottoscritti con alcuni dei player più influenti delle quattro ruote.
Persino una storica rivale dell’azienda texana quale Ford ha deciso di sottoscrivervi un accordo, tramite il quale i clienti di Ford avranno accesso ai Supercharger di Tesla. O, ancora, General Motors e tante altre realtà, fino a Jaguar. Negli scorsi giorni la compagnia britannica ha ufficializzato l’intesa siglata, l’ennesima medaglia da appuntarsi al petto per Tesla.
Forse solo Biden poteva battere Ford e Stellantis (reduce da numerosi cambi nel management, con la nomina di Antonio Filosa nuovo ceo di Jeep) nella classifica di impopolarità per Musk. Con la stessa società nata nel 2021 dalla fusione tra FCA e PSA ha, infatti, dei contenziosi. Lo scorso luglio, Tavares ha confermato le ambizioni della sua creatura, definendo Stellantis la vera anti-Tesla. E l’annuncio della seconda fabbrica di batterie negli USA, realizzata insieme a Samsung, potrebbe aver infastidito la concorrente. Che sembra avere in anticipo la classe politica, anziché i competitor diretti, coi quali, se l’occasione lo consente, rimane favorevole nello stringere degli accordi.