Stellantis con la cinese Leapmotor per le elettriche: ecco i modelli

Ippolito Visconti Autore News Auto
Intesa fra Stellantis e Leapmotor per vendere auto elettriche. Parliamo di una joint venture in quote 51/49 guidata dal gruppo euro-americano.
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Intesa fra Stellantis e la cinese Leapmotor per vendere auto elettriche. Parliamo di una joint venture in quote 51/49 guidata dal gruppo euro-americano. La Casa del Paese del Dragone inizierà a operare in Europa entro settembre 2024. Raggiungendo entro la fine dell’anno i 200 punti vendita, per poi continuare in India, Asia Pacifico, Medio Oriente, Africa e Sud America dal quarto trimestre. I modelli T03 e C10 saranno lanciati per primi, con almeno un nuovo veicolo all’anno introdotto nei mercati per i prossimi tre anni.

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La cinese Leapmotor T03 e C10

La T03 (foto apertura) è una compatta elettrica del segmento A, per la città. Con un’autonomia di 265 km e uno spazio interno da segmento B: 20 mila euro prezzo ipotizzabile. La C10 (foto in alto) è una Suv elettrica con dimensioni da segmento D e dotazione premium: 420 km di percorrenza e 5 stelle nei test di sicurezza Euro NCAP. L’anti Tesla.

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La nascita nel 2023

A ottobre 2023, le due società avevano annunciato l’investimento da parte di Stellantis di circa 1,5 miliardi di euro in Leapmotor, per l’acquisizione di circa il 21% delle quote: era un’azienda automobilistica tra le prime tre startup cinesi di veicoli elettrici. L’accordo prevedeva anche la costituzione di Leapmotor International e la fabbricazione dei prodotti al di fuori della Cina. La partnership ha due obiettivi: più vendite di Leapmotor in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, e immatricolazioni delle vetture cinesi altrove grazie alla presenza commerciale di Stellantis. Occhio: zero produzione. Sì a importazione, distribuzione, assistenza post-vendita.

Anche Extender ranger

Chissà, magari con la cinese l’alleanza riguarda non solo le elettriche: anche le Erev della cinese Leapmotor, dotate di Extender ranger. Ossia con presenza di un motore termico dedicato alla ricarica delle batterie. In questo caso, non elettrica pura al 100%, ma un’ibrida speciale.

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Tavares soddisfatto

Per Carlos Tavares, CEO di Stellantis, “sfruttando la nostra attuale presenza globale saremo presto in grado di offrire ai nostri clienti veicoli elettrici dal prezzo competitivo e tecnologicamente all’avanguardia, capaci di superare le aspettative”. Quindi, le elettriche Leapmotor sbarcheranno in Italia a settembre 2024. Ok alle esportazioni dalla Cina delle T03 e C10 (anche in Italia). E le produzioni locali? Saranno prese decisioni caso per caso. “Faremo valutazioni Paese per Paese. La cosa importante è sottolineare che siamo in grado di affrontare ogni tipo di scenario e ci regoleremo in modo flessibile in ogni regione, prendendo decisioni differenti a seconda dei vari Paesi e delle necessità di ciascun mercato”, ha detto Tavares. Nella foto con Zhu Jiangming, fondatore e Ceo del produttore cinese. 

Dove si potrebbero produrre le cinesi? Nei due stabilimenti dove si fanno le 500. Uno: a Tychy in Polonia (versione a motore endotermico). Due: a Mirafiori (elettrica).

No di Tavares ai dazi Ue anti Cina

Che non vuole i dazi Ue anti Cina: “No a una frammentazione del mondo che non aiuta ad affrontare i temi globali come la salute, il commercio e il riscaldamento globale. Ogni iniziativa che supporta la collaborazione è qualcosa che promuoveremo e supporteremo. Come Stellantis, siamo favorevoli al libero scambio globale, ogni iniziativa che aiuta a migliorare i rapporti è benvenuta e la visita di Xi va in in questa direzione”.

Vantaggi subito. E dopo?

Nel breve termine, accordo porterà enormi vantaggi sicuri al 100% a Stellantis. Infatti oggi la gamma elettrica del gruppo non pare granché competitiva: né per i prezzi né per le prestazioni classiche (accelerazione, guidabilità) né per le prestazioni tipicamente elettriche (percorrenza, tempi di ricarica). Da capire se il patto con la cinese avrà benefici anche sul medio e lungo termine, e con quali ricadute per l’Italia.

La strada tracciata dalla DR

Per certi versi, va detto che la strada tracciata dall’italiana DR non è male: questa assembla qui pezzi cinesi. La cosa è un po’ diversa. Ma l’idea di base, vincente, resta. Tanta Cina per essere competitivi. Abbiamo una Casa automobilistica italiana, fondata nel 2006 da Massimo Di Risio a Macchia d’Isernia (Molise): questa importa e distribuisce vetture di diversi brand.

Modello Nokia

I cinesi con intelligenza seguono il modello Nokia: multinazionale finlandese, produttrice di apparecchiature per telecomunicazioni. Negli anni 1990, Nokia era leader nei telefonini. Poi pian piano altre aziende l’hanno imitata e superata con gli smartphone, specie i cinesi.

Chi si è arreso?

L’automotive conta 13 milioni di addetti in Europa, ma le politiche Ue non hanno sortito gli effetti sperati. Ha imposto il bando al termico virando sull’elettrico. Disastro: adesso a quanto pare Stellantis potrebbe essersi arresa, e non farà le elettriche, ma le importerà. Bisogna vedere se anche il governo italiano si è arreso: vuole attrarre produttori cinesi in Italia sì o no? C’è sostenibilità economica della produzione nazionale di mezzi a batteria? Lo scenario è che la Cina dia all’Italia le auto elettriche. O le parti da assemblare qui, come ha fatto DR.

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