Il gruppo Stellantis si accinge ad iniziare una nuova collaborazione, quella derivante dalla firma di un accordo con una startup svedese, Luvly AB, tesa al possibile sfruttamento commerciale della tecnologia alla base della minicar prodotta da quest’ultima. Che, nel caso in cui l’operazione andasse avanti, permetterebbe al gruppo italofrancese di sviluppare ulteriormente la sua posizione all’interno di un segmento in cui vanta già la Citroën Ami e la Fiat Topolino.
Stellantis e Luvly AB: cosa prevede l’accordo stipulato?
Luvly si sta facendo notare per il lancio di una microcar elettrica che si presenta all’insegna della leggerezza. Il suo peso, infatti, si attesta sotto i 450 chilogrammi, che sono mossi da un pacco batterie sostituibili, con una curiosa prerogativa: viene infatti spedito all’interno di scatoloni piatti. Un modus operandi che è in pratica quello con IKEA spedisce i suoi mobili. Tale da avergli guadagnato la definizione di IKEA delle microcar.

È la stessa azienda ad affermare che in tal modo è possibile la spedizione di una ventina di veicoli all’interno di container altrimenti abilitati a portarne appena quattro. Anche la scelta del nome sembra rispondere all’esigenza di proiettare verso l’esterno un messaggio pubblicitario ben preciso, incentrato sulla leggerezza.
Se Luvly, infatti, si legge “lovely”, adorabile in italiano, al suo interno riesce anche a contenere l’acronimo di LUV, Light Urban Vehicle, ovvero veicolo urbano leggero. La microcar da due posti è in grado di vantare un peso complessivo molto limitato, frutto dei 2,7 metri di lunghezza, di una larghezza pari a 1,53 e un’alta di 1,44. La sua fabbricazione si avvale di per l’80% di materiali sostenibili, che si mixa ad un’altra caratteristica preziosa per l’ambiente: il suo consumo energetico lungo tutto il suo ciclo vitale, comprendendo quindi la produzione, la distribuzione e il trasporto, è inferiore dell’80% rispetto alle auto elettriche tradizionali.
Pensata per un uso esclusivamente urbano
La microcar di Luvly è alimentata da due batterie da 15 chilogrammi, in grado di attestare la capacità complessiva a 6,4 kWh. In grado di essere facilmente sostituite con un altro set, facendo in modo che l’auto sia praticamente sempre carica.
Per quanto concerne il motore, alle sue ridotte dimensioni si accompagnano naturalmente prestazioni abbastanza contenute. Tanto da spingere l’azienda nordica a spiegare che “l’auto non accelera come un missile”, che peraltro avrebbe poco senso alla luce del fatto che nonostante la capacità di conseguire i 90 chilometri orari di velocità massima, il suo utilizzo è esclusivamente urbano.
Per quanto concerne la cella dell’auto, la struttura è stata impostata a strati. Demandando ad un blocco in alluminio protetto internamente ed esternamente da schiuma plastica il compito di andare ad attutire la forza derivante dai sempre eventuali urti.
Quali sono le intenzioni di Stellantis, in relazione alla collaborazione con l’azienda svedese?
Naturalmente, Stellantis ha deciso di procedere ad una collaborazione con Luvly con l’intenzione di sfruttarne le tecnologie. Che potrebbero rivelarsi in effetti molto utili nel quadro di un lavoro che ha già dato frutti, in particolare quelli testimoniati dalla presenza nel suo catalogo di microcar come la Citroën Ami e la Fiat Topolino.

Per quanto concerne Luvly, l’utilità di una partnership simile è da ravvisare nella crescita di popolarità che può conseguirne. Come del resto ricordato dal suo amministratore delegato Håkan Lutz. Il quale ha affermato: “Se riusciamo a dimostrare il livello di sicurezza sicurezza e la sostenibilità economica della nostra piattaforma, e se Stellantis decide di adottarla, sarà una gran cosa e non solo per noi, ma per tutta l’industria automotive”.
Per poi aggiungere il convincimento che proprio la tecnologia di Luvly è in grado di rivoluzionare il modo in cui le auto sono progettate e costruite. Un’ambizione la quale sarà ora messa alla prova all’interno della collaborazione con la casa italofrancese.