Stellantis annulla i licenziamenti in Ohio, inizia la discontinuità con la gestione Tavares?

Dario Marchetti Autore
La decisione arriva a poche ore di distanza da un deciso attacco del senatore repubblicano dello Stato, Bernie Moreno
Jeep Gladiator

È iniziata una nuova era per Stellantis, dopo l’addio di Carlos Tavares? Più di qualcuno se lo sta chiedendo, dopo una serie di decisioni che ribaltano quelle prese in precedenza dal cacciatore di teste portoghese, a partire dal ritorno in ACEA, la lobby dei costruttori europei abbandonata in precedenza, in polemica con le sue decisioni.

La domanda è tornata a risuonare negli Stati Uniti, ove il gruppo italofrancese ha deciso di innestare la retromarcia sulla decisione di licenziare circa 1.100 dipendenti presso uno stabilimento Jeep in Ohio. A dargli un significato particolare è proprio la tempistica, considerato che la revisione arriva a meno di tre settimane dalle inaspettate dimissioni dell’amministratore delegato.

Stellantis torna indietro: niente licenziamenti in Ohio

Stellantis ha deciso di non procedere ai licenziamenti annunciati in precedenza in uno stabilimento Jeep posizionato all’interno dell’Ohio. Il sito è quello di Toledo South, dove viene prodotta la Jeep Gladiator e la motivazione del provvedimento era quella di migliorare l’efficienza e ridurre le scorte nelle sue attività nordamericane. È stata la stessa azienda a darne comunicazione sabato sera e l’annuncio ha naturalmente spinto molti osservatori a cercare di comprendere i motivi di questo dietrofront.

Stabilimento Stellantis Toledo South

I licenziamenti erano stati messi in preventivo per il prossimo 5 di gennaio, coi soliti modi bruschi che del resto hanno contraddistinto il mandato di Carlos Tavares. Un provvedimento il quale rientrava in una riduzione dei turni annunciata in precedenza e che avrebbe messo in grave difficoltà 1.100 lavoratori circa. Per fortuna gli interessati potranno trascorrere un Natale sereno. L’azienda, a sua volta, estenderà l’avviso di notifica di adeguamento e riqualificazione dei lavoratori, almeno stando a quanto affermato da un portavoce dell’azienda in una dichiarazione inviata via e-mail.

Proprio lui ha affermato che si prevede il ritorno al lavoro dei dipendenti come previsto in precedenza, dopo il nuovo anno. Almeno su questo fronte, quindi, l’addio dell’ex amministratore delegato sembra aver sortito effetti positivi. Naturalmente più di qualcuno ha iniziato a guardarsi intorno per cercare di capire a cosa sia dovuto il ripensamento. E su questo fronte non manca una curiosa coincidenza.

Stellantis, l’annuncio arriva dopo l’attacco del neo senatore repubblicano dell’Ohio

Proprio poche ore prima dell’annuncio del gruppo italofrancese, le agenzie di stampa avevano battuto una notizia interessante. Quella relativa all’attacco di Bernie Moreno, neo senatore repubblicano dell’Ohio, nei suoi confronti. Cosa aveva detto il politico, al proposito? Molto semplice: Stellantis venda i suoi marchi statunitensi ad una proprietà locale.

Una richiesta derivante dal controverso modo in cui l’azienda ha gestito sinora Chrysler, Jeep, Ram e Dodge. Neanche queste case, nonostante le tradizioni di cui sono interpreti e il solido radicamento in loco, sono riuscite a sfuggire alla traiettoria in picchiata intrapresa dalla casa madre.

Naturalmente non c’è nulla che possa collegare le due notizie. Al tempo stesso, però, non può sfuggire la curiosa concomitanza, una sorta di batti e risposta, andata in onda nello Stato. Tanto da spingere a pensare che possa trattarsi di una sorta di captatio benevolantiae di Stellantis nei confronti di un potere politico che potrebbe non essere particolarmente ben disposto verso i gruppi stranieri.

Tagliare i costi: il mantra di Tavares non sembra sostenibile ad oltranza

Com’è ormai noto, l’uscita di scena di Tavares è stata provocata da obiettivi considerati irrealistici o distruttivi da alcuni membri del consiglio di amministrazione. Anche lo stabilimento di Toledo South era stato chiamato a fungere da agnello sacrificale, in tal senso.

Stabilimento Stellantis Toledo South

I tagli, nell’ottica del manager lusitano, dovevano aiutare Chrysler ad affrontare un calo delle vendite in Nord America, mercato che storicamente ha portato profitti considerevoli grazie alle vendite dei suoi popolari veicoli Jeep e Ram.

In questa ottica, Stellantis aveva dichiarato il mese passato che 400 lavoratori di uno stabilimento di componenti per auto di Detroit avrebbero perso il lavoro a tempo indeterminato. Aggiungendosi ai 2.450 dipendenti licenziati ad agosto in uno stabilimento del Michigan, dopo la fine della produzione del camion Ram 1500 Classic.

In questo quadro, il sindacato United Auto Workers ha naturalmente iniziato una fase di proteste, attirando l’attenzione dei politici locali. In particolare il suo presidente, Shawn Fain, ha minacciato uno sciopero a livello nazionale presso le strutture gestite da Stellantis. Alla base della minaccia il mancato rispetto delle promesse fatte al sindacato. Per capire se è in atto una reale distensione tra le parti, saranno necessarie però altre controprove.

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