Per soddisfare i requisiti di riduzione della CO2 dell'Unione Europea, Stellantis acquisterà crediti da un pool guidato da Tesla. Per soddisfare i requisiti di riduzione della CO2 dell'Unione Europea, Stellantis acquisterà crediti da un pool guidato da Tesla.

Stellantis acquisterà crediti di CO2 dal pool Tesla 2025: ecco perché

Per soddisfare i requisiti di riduzione della CO2 dell’Unione Europea, Stellantis acquisterà crediti da un pool guidato da Tesla.

Stellantis crediti di CO2 dal pool Tesla anche nel 2025, dice la Reuters. Obiettivo, evitare colossali multe dell’Unione Europea a chi inquina troppo: coi crediti green, il Gruppo euroamericani soddisfa i requisiti di riduzione della CO2 dell’Unione Europea.

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Fake news multe alle Case

Attenti alla bufala sulle multe alle Case auto: si dice che l’UE dia più tempo, conceda maggiore elasticità. È una bufala. In realtà, tutto era e resta come prima. La Commissione di Bruxelles ha proposto con emendamento (modifica) di dare alle aziende automobilistiche tre anni per conformarsi. Ma Commissione, Consiglio e Parlamento (il Trilogo) devono parlare, confrontarsi, votare: passerà un sacco di tempo e poi si avrà o un sì o un no. Non c’è nessuna nuova legge. C’è il Piano d’Azione 2025 che è una cornice quadro all’interno della quale arriveranno – forse – le regole.

imparato stellantis
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Morale: tutti i Gruppi auto danno i soldi o a Musk di Tesla o ai cinesi come BYD. Ossia ai rivali UE. Dando denaro, comprano crediti green e non pagano multe. In totale, sono sanzioni per 16 miliardi di euro con conseguenze per fabbriche e occupazione: le Case investiranno meno e taglieranno, come sempre. Devono far fronte a norme UE più severe sulle emissioni: hanno concordato di mettere in comune le proprie emissioni ed evitare pesanti sanzioni facendo in modo che le aziende con vendite inferiori di veicoli elettrici (EV) acquistino crediti di carbonio dai leader del segmento, tra la svedese Polestar (di Geely, cinese).

Multe UE, tutto in alto mare

All’inizio di questo mese la Commissione europea ha ceduto alle pressioni dei produttori europei e ha consentito la conformità in base alle emissioni medie di una casa automobilistica nel periodo 2025-2027, anziché solo al 2025 come inizialmente previsto. Ma manca la legge, è solo un’idea, una bozza. Per Ursula von der Leyen, si poteva discutere tutto entro il 28 marzo 2025, termine indicativo e non perentorio. Pertanto, zero discussioni, zero leggi. 

Sentiamo il responsabile delle operazioni europee del gruppo Jean-Philippe Imparato: “Userò tutto”. Il manager ha parlato a un evento automobilistico a Torino, dove ha affermato che l’attuale mix di veicoli elettrici di Stellantis sulle sue vendite europee era al 14%, rispetto a un obiettivo del 21% stabilito dall’UE. L’estensione del 2027 – se mai diverrebbe realtà –  darebbe “un po’ di respiro, ma non fornisce una soluzione”. Ha aggiunto che la produzione della nuova versione ibrida della city car Fiat 500 inizierà presso il complesso Mirafiori di Stellantis a Torino a novembre, con una produzione annuale mirata per l’auto, sia nelle sue versioni ibrida che elettrica, di 130.000 unità.

Caos totale UE fra elettrico e cinese

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Così, l’UE ha imposto il Green Deal 2019 e il ban termico 2035 per l’ambiente. Poi ha piazzato i dazi sulle elettriche cinesi (preziose per il calo della CO2). Quindi, coi crediti green, si regalano quattrini (miliardi a palate) a Musk e Cina. Non si capisce più nulla, in un caos totale e assoluto. Non ci si stupisca se i listini delle termiche salgano, in modo che i consumatori stiano alla larga dalle vetture a benzina e diesel: se vendute troppo, la media delle emissioni sale. Pertanto, un po’ tutti i Gruppi auto alzano i prezzi delle macchine più desiderate, in un cortocircuito automotive che fa malissimo all’industria.

Unione Europea scatenata con la CO2 delle auto

Studio all’UE, infatti, auto e i veicoli commerciali leggeri (furgoni) sono rispettivamente responsabili di circa il 16% e il 3% delle emissioni totali di anidride carbonica (CO2) dell’UE, il principale gas serra che causa il cambiamento climatico. Per contribuire a ridurre le emissioni, l’UE ha un regolamento che stabilisce gli standard di prestazione delle emissioni di CO2 per le nuove autovetture e i nuovi furgoni (regolamento (UE) 2019/631). Con obiettivi più severi sulle emissioni di CO2, si mira a migliorare l’ambiente. Tutto questo “stimolerà l’innovazione nelle tecnologie a zero emissioni, rafforzando la leadership tecnologica dell’UE nella catena del valore dell’automotive e stimolando l’occupazione nell’UE”. In realtà, come evidente, le Case UE sono molto indietro. Se fossero avanti, non comprerebbero crediti green da Tesla e Cina. Inoltre, le multe di 16 miliardi di euro, dove andranno a finire? Pare assurdo, ma non c’è nessuna specifica chiara e tonda.

Pooling anti multe per legge

Automobili: 93,6 g CO2/km (2025-2029) e 49,5 g CO2/km (2030-2034). Furgoni: 153,9 g CO2/km (2025-2029) e 90,6 g CO2/km (2030-2034). Dal 2035, l’obiettivo di emissione di CO2 per l’intera flotta UE sia per le auto che per i furgoni è di 0 g CO2/km, corrispondente a una riduzione del 100%. Se le emissioni medie di CO2 della flotta di un produttore superano il suo obiettivo di emissione specifico in un dato anno, il produttore deve pagare, per ciascuno dei suoi nuovi veicoli immatricolati in quell’anno, un premio per le emissioni in eccesso di 95 € per g/km di superamento dell’obiettivo. I produttori possono agire congiuntamente per raggiungere il loro obiettivo di emissioni. Quando formano un pool, i produttori devono rispettare le norme del diritto della concorrenza. Il pooling tra produttori di auto e furgoni non è possibile.

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Le Case responsabili di meno di 1.000 auto nuove o meno di 1.000 furgoni nuovi immatricolati nell’UE all’anno sono esentati dal raggiungimento di un obiettivo di emissioni specifico nell’anno successivo, a meno che non richiedano volontariamente una deroga. Per promuovere lo sviluppo di tecnologie nuove e avanzate che riducano le emissioni di CO2 dei veicoli, le società possono ottenere crediti di emissione per auto e furgoni dotati di tecnologie innovative (eco-innovazioni) il cui risparmio totale di CO2 è impossibile da dimostrare durante la loro omologazione.

Chi bara paga: autorità di omologazione pronte a sanzionare

I produttori devono garantire che le emissioni di CO2 registrate nei certificati di conformità dei loro veicoli e le emissioni di CO2 in servizio di tali veicoli corrispondano. Le autorità di omologazione devono verificare questa corrispondenza in veicoli selezionati, nonché la presenza di eventuali strategie per migliorare artificialmente le prestazioni del veicolo durante i test di omologazione. Nel caso in cui vengano rilevate deviazioni o strategie artificiali, gli ispettori devono segnalarle alla Commissione, che ne terrà conto nel calcolo delle emissioni specifiche medie. Le autorità devono inoltre garantire la correzione dei certificati di conformità e possono adottare misure aggiuntive come stabilito nel regolamento di omologazione.