Mentre è pace fra governo Meloni (col ministro delle Imprese Urso) e Stellantis, con quasi tutti i sindacati soddisfatti, c’è una sigla che teme per il futuro incerto di Pomigliano e Cassino: Fiom-Cgil. Chiede quindi un tavolo con l’esecutivo. Per questi rappresentanti dei lavoratori, non è ancora arrivata nessuna nuova risposta certa da parte del gruppo in merito alle prospettive di entrambi i siti.
Situazione Stellantis a Pomigliano
A Pomigliano, l’annuncio del prolungamento della produzione della Pandina fino al 2029 è sufficiente? Per il sindacato no. Motivo: difficilmente potrà compensare i volumi in calo dell’Alfa Tonale e quelli già esigui dell’Hornet. Inoltre, non guarda al futuro dal punto di vista dell’innovazione di propulsori con minor impatto ambientale. Ecco l’allarme della sigla: Stellantis in questo senso investe in altri Paesi, mentre lo stabilimento di Pomigliano è l’unico in Italia in cui ad oggi non sono previsti modelli elettrici.
Alfa a Cassino: preoccupazione
A Cassino gli annunciati nuovi modelli elettrici di Stelvio e Giulia e l’affiancamento di un non ben definito nuovo modello dovrebbero partire solamente dal 2025 e 2026. Quindi, tira le somme la sigla, anche nei prossimi anni i lavoratori rischiano di avere ancora pesanti ripercussioni economiche per gli ammortizzatori sociali.
Nubi nere sulle due fabbriche Stellantis
In entrambi i siti, a detta del sindacato, si registrano peggioramenti delle condizioni di lavoro che hanno portato anche allo sciopero a Cassino nei giorni scorsi. Non solo: le aziende della componentistica sono in grandissima difficoltà con prospettive cupe per i lavoratori. Per la Fiom-Cgil le risorse pubbliche devono essere vincolate a precisi impegni e garanzie occupazionali. Insomma, Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, chiede un incontro.