Stellantis a Cassino: operai rispediti a casa

Ippolito Visconti Autore News Auto
Mancano i materiali: gli operai, che erano da poco arrivati al montaggio e collegati, tornano a casa.
Stellantis-Cassino-Plant

Dichiarato improvvisamente il senza lavoro nella fabbrica Stellantis di Cassino (Frosinone, Lazio) per motivi tecnici. I dipendenti stanno lasciando la postazione tra mille plaure. Intanto proprio oggi ci sarà un nuovo focus sull’emergenza Ciociaria (che è in fiamme per le polemiche) con l’audizione della commissione Sviluppo economico alla Regione Lazio. Il 2025 sarà un anno difficilissimo per il Gruppo guidato da Carlos Tavares, nel mirino dei lavoratori. Urla d’angoscia per il futuro della fabbrica che per 50 anni è stata il propulsore dell’economia del Lazio del Sud. Nel corso della riunione della Consulta tra i primi cittadini ed i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni datoriali sono punti dolenti: gli amministratori locali porteranno all’attenzione prima dei rappresentanti della Regione e poi al ministro Urso.

Ammortizzatori sociali straordinari

Ormai sono tutti arresi: si pensa al peggio. Chiusura prolungata o totale e definitiva. E allora ecco l’esigenza sottolineata da tutti è quella di avere ammortizzatori sociali straordinari. Per non restare senza soldi. Tante aziende dell’indotto sono nel panico. Se crolla la fabbrica, viene giù tutto il contorno. Donato Gatti della Fiom-Cgil e Francesco Giangrande della Uilm: “Dopo la solidarietà in deroga, ci sono solamente i licenziamenti”. Il segretario della Fim-Cisl Mirko Marsella parla anche di Volkswagen. Tutti gli operai fanno riferimento alla transizione è impossibile, all’elettrico che è una sciagura per l’Europa. Il rappresentante di Confimprese Lino Perrone: “L’ubriacatura dell’elettrico ha contagiato tutti e questi sono i risultati. Lo stabilimento di Cassino per lavorare a pieno regime su due turni deve avere una produzione di circa 500 vetture al giorno, con le auto full electric la produzione sarà appena di 50 vetture al giorno”.

cassino

Che ne sarà del piano

Sindacati e parti sociali chiedono di rivedere la svolta sull’elettrico dal momento che a Cassino nel 2025 e 2026 sono previsti due nuovi modelli full electric. “Si tratta di un piano pensato alcuni anni fa quando l’elettrico sembrava funzionare, io credo che il mercato inevitabilmente imporrà alle Case automobilistiche di rivedere tale scelta insistendo maggiormente su ibrido ed endotermico”: ha spiegato il sindaco di Cassino e presidente della Consulta, Enzo Salera. Aumenta la povertà: ci si rivolge ai servizi sociali. Tutti i sindaci hanno poi dato conferma che il 18 ottobre 2024 saranno presenti a Roma alla manifestazione dei sindacati. Nel primo semestre di quest’anno dallo stabilimento di Cassino sono usciti 15.900 veicoli che significa, rispetto allo stesso periodo del 2023, una flessione negativa del 38,7%. La domanda che tutti si fanno è: com’è possibile essere arrivati a questo punto? Davvero non era prevedibile?

Pare passata un’eternità

Eppure, a marzo 2023, lo stabilimento Stellantis Italia di Cassino, dove venivano prodotti veicoli dei marchi premium e di lusso, quali Alfa Romeo e Maserati, ci fu l’annuncio: produzione di veicoli basati sulla piattaforma BEV flessibile STLA Large. Lo annunciò Tavares nel corso di una visita alla fabbrica ad alta tecnologia. “I veicoli basati sulla piattaforma STLA Large che stiamo progettando rivoluzioneranno l’esperienza di guida grazie a funzionalità e caratteristiche all’avanguardia e per questo, confidiamo nella grande competenza dei nostri dipendenti e nel team manageriale di Stellantis per riuscire a raggiungere i nostri audaci obiettivi legati al costo e alla qualità. Il supporto dei dipendenti di Cassino e la lungimiranza delle autorità locali e nazionali sono per noi un grande stimolo per sviluppare veicoli in grado di conquistare i clienti con una mobilità pulita, sicura e accessibile”. Erano parole di speranza e di fiducia. Oggi, c’è solo paura.

Sito storico: un peccato

Inaugurato nel 1972, lo stabilimento di Cassino, situato a Piedimonte San Germano, nell’Italia centromeridionale, è un plant ad alta automazione che utilizza oltre 1200 robot: eseguono le operazioni di stampaggio, lastratura, verniciatura e produzione di parti in plastica. L’impianto punta molto sul risparmio energetico e sulla conservazione delle risorse. Dal 2017 il consumo di acqua è stato dimezzato, mentre pannelli fotovoltaici situati nei parcheggi interni consentono di produrre energia solare. Pareva che ci fossero le premesse giuste, con gli uomini giusti al posto giusto. Oggi, la fiducia dei lavoratori e dei sindacati verso Tavares è ai minimi storici.

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