Le vendite di auto nuove in Italia calano il poker apocalittico: dopo il -13,4% di agosto, il -10,7% di settembre e il -9,0% di ottobre, ora novembre 2024 chiude con 124.251 immatricolazioni, un calo del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il cumulato degli 11 mesi va in rosso per la prima volta da inizio anno, -0,2%: 1.452.973 immatricolazioni nei confronti di gennaio-novembre 2023. Rispetto al periodo pre-covid, gennaio-novembre 2019, il crollo è del 18,2% (dati Unrae). Il motivo numero uno, a nostro avviso, va cercato nella pessima transizione energetica dell’Unione europea. Incide anche l’inflazione alle stelle, e l’incertezza per il futuro.
In generale, c’è disagio dei privati e delle aziende relativamente alla transizione green: grande caos con disorientamento generalizzato. Non esiste nemmeno più la stampella del noleggio a lungo termine, visto che gli utilizzatori allungano i contratti.
Serve la svolta a Bruxelles
Corretto puntare su un prodigio di tecnologia come l’auto elettrica, ma la strada pensata da Bruxelles per arrivarci è sbagliata. Pessima l’idea delle multe (15 miliardi di euro) nel 2025 alle Case che vendono auto troppo inquinanti, per com’è concepita. I costruttori quindi vendono elettriche care come il fuoco, senza ecosistema Ue valido (poche colonnine) e con scarsi incentivi per domanda e offerta. Mentre i listini delle termiche volano, per far sì che il consumatore si orienti sul full electric: la media delle emissioni in questo modo cala. Infatti, il 28 novembre, al Consiglio di Competitività Ue, l’Italia ha presentato un non paper firmato anche da altri sette Paesi membri. Semplice la proposta: una revisione del percorso che condurrà all’interruzione della produzione di motori endotermici nel 2035. Nel mirino non ci sono auto elettrica, bando termico 2035 e Green Deal: si sollecita un riesame anticipato degli standard al 2025, secondo un approccio improntato alla neutralità tecnologica.
Mancano i governi big
Il guaio è che i governi di Germania, Francia e Spagna non hanno firmato. La Gran Bretagna, extra Ue, non si considera. Pertanto, la proposta arriva da esecutivi in rappresentanza di nazioni dal peso specifico basso sotto il profilo delle immatricolazioni. Specie se si parla di elettrico. Comunque, la prospettiva ha trovato convergenza da parte delle associazioni imprenditoriali di Germania, Francia e Italia.
Alla base, una questione sotto gli occhi di tutti: la lenta penetrazione dei veicoli elettrici. Di qui le perplessità sui target intermedi di riduzione delle emissioni previsti dal Regolamento (UE) 2023/851. Si cercano soluzioni per mitigare gli oneri che le Case dovranno affrontare entro il 2025. Se no, saranno dolori per l’industria. Con ripercussioni sull’occupazione.
Parola alla traballante Commissione Ue
Vedremo se la transizione energetica diventerà una priorità della nuova Commissione europea. Con maggioranza traballante. E nata stracolma di conflitti interiori proprio sul green. In definitiva, la vecchia Commissione ha creato il problema, mentre la successiva avrà difficoltà a trovare un’alternativa valida e veloce.
Senza auto km zero, risultato peggiore
Polemico Massimo Artusi, presidente di Federauto: il “risultato negativo di novembre non ci coglie di sorpresa”. C’è stata una riduzione dell’affluenza nei saloni che si è riflettuta in una performance negativa del canale privati. In più, si registra la flessione di tutti gli altri canali di vendita. “Senza le auto immatricolazioni da parte dei concessionari, dunque, il calo sarebbe stato ben superiore”. Insomma, le vetture a km zero evitano il precipizio.
Lapidario il commento finale: “Le auto immatricolazioni di BEV da parte dei concessionari non sono la soluzione perseguibile nel medio periodo”. Siamo in un contesto di difficoltà dell‘industria dell’auto che saranno certamente accentuate dall’inasprimento, previsto per il 2025, delle multe in materia di CO2.
Reggono solo le ibride
Tra le alimentazioni, in novembre il motore a benzina cede 0,3 punti, al 27,4%. Il diesel giù di altri 2,1 punti e si ferma in novembre al 12,6% di share, mentre il Gpl perde 0,8 punti, stoppandosi al 9% nel mese. Il metano è defunto. Le vetture ibride salgono al 42,6% di share nel mese e al 40,1% nel cumulato, con un 14,1 per le “full” hybrid e 28,5% per le “mild” hybrid in novembre.
Elettriche male come il mercato
Il mercato italiano delle auto elettriche rallenta a novembre. Il mese scorso, in particolare, sono state immatricolate 6.601 vetture full electric: -17,1% rispetto al novembre 2023, con una quota di mercato pari al 5,3%. Negli 11 mesi le full electric registrate sono 59.126, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno (-0,6%). Le PHEV si fermano al 3,1%: male, un mezzo flop respinto dai consumatori.