L’Unione europea se ne infischia della vittoria della destra che vuole eliminare il phase out 2035, dei voleri dei consumatori che chiedono quasi solo auto termiche, del 15% di elettriche sul totale di mercato che è una percentuale ridicola nonostante gli incentivi. Quindi fra 11 anni solo auto elettriche in vendita. Con 10 disastri.
1) Se la percentuale di auto termiche vendute per ogni Casa è troppo alta, l’Ue bastona quel costruttore con multe pazzesche. Come fai ad abbassare la percentuale di termiche se vendi troppe macchine a benzina e poche elettriche? Tagli il numero di termiche. Se lo fai, non riesci a generare profitto. Soluzione: alzare i listini. Bastonata sui consumatori: auto sempre più care, di ogni tipo.
2) Si scatenerà l’effetto Cuba. Chi ha i soldi per comprare costosissime auto elettriche nuove, magari lo fa. Chi non ha i soldi e chi ritiene che l’elettrico sia scomodo perché mancano le colonnine, si tiene il benzina o il diesel finché questo tira. Un rottame mezzo scassato, pericoloso per la sicurezza stradale e per l’ambiente.
3) La von der Leyen non torna indietro perché è presidente grazie ai Verdi: è politicamente sotto scacco. A loro volta i Verdi, i quali han preso una scoppola elettorale mai vista, devono ingraziarsi gli ecotalebani che li han votati: si punta sull’elettrico. Se no, si perde consenso elettorale. Crolla tutto: presidenze, seggi, seggiole, stipendi Ue, Bruxelles dorata.
Masochismo Ue
4) Eravamo leader mondiali col termico noi europei. Cambiando le regole di nostra sponte, i numeri uno sono i cinesi. Padroni assoluti di metalli e minerali, batterie per elettriche, componenti delle elettriche.
5) Prima l’Ue ha detto solo elettrico. Poi anche e-fuel: questa apertura confonde il consumatore. Non sa che auto acquistare (elettrica o a combustione) in funzione di quelle che saranno le future politiche Ue.
6) L’elettrico di oggi costa tanto. Per l’obsolescenza tecnologica, l’elettrico usato non varrà quasi niente. Le società di noleggio hanno le mani nei capelli per la svalutazione delle elettriche. Ma sono giganti: se la cavano. Il micro consumatore mezzo squattrinato si ritrova col catorcio elettrico che la concessionaria tiene alla larga come il demonio: una permuta che vale pochissimo, se proprio.
Effetto Trump
7) Immaginiamo che Trump vinca. È contro l’elettrico e le politiche green degli ecotalebani Verdi. La von der Leyen che fa: si mette contro il tycoon? Ma scherziamo, vero? in caso di divergenza strategica e industriale tra Stati Uniti ed Europa, il Vecchio Continente muore dopo un quarto d’ora. L’Ue può essere straforte contro i piccoli cittadini, imponendo i tappi attaccati alle bottiglie di plastica e vongole meno lunghe di tot centimetri. Tuttavia, con gli yankee il rapporto di forza cambia. E anche gli atteggiamenti.
8) Il primo semestre 2024 è un trauma per quasi tutti i Gruppi auto. A cascata, la pagano i dipendenti, i collaboratori, i fornitori, i consumatori. Sindacati terrorizzati, anche per le vendite dei gioielli di famiglia. Può essere un autunno bollente. Vediamo cosa succede nel secondo semestre 2024 e nel 2025. Se le vendite scendono, la produzione cala, gli stabilimenti chiudono, i livelli occupazionali traballano, prima o poi Gruppi auto e rappresentanti dei lavoratori busseranno alla porta di Bruxelles: o si cambia registro, o qui le tensioni sociali esplodono. A quel punto, possibile un altro passo indietro verso il termico.
Germania attendista
9) Per adesso la Germania osserva. I Gruppi auto attendono, così come le lobby politiche teutoniche nell’Ue. Da capire se l’elettrico germanico vende sì o no: in caso negativo, Berlino si farà sentire. È abituata a vincere in Ue e non intende perdere l’abitudine.
10) Gli extra dazi provvisori anti auto elettrica cinese sono il capolavoro. Bassi. Tali da essere superati in scioltezza dai colossi del Dragone. Un madornale errore di natura anche psicologica: una sfida al Paese della Grande Muraglia, che adora cimentarsi in avventure con notevole ritorno d’immagine a livello planetario. O si piazzavano dazi del 100% alla Biden o del 200% alla Trump, oppure si lasciavano le cose com’erano. Questa molle via di mezzo farà del male all’Ue. Siamo un Titanic dove l’orchestrina suona imperterrita con le sue chitarre. Elettriche.