Mentre il settore automotive continua a lottare con i disagi provocati dalla mancanza di semiconduttori, ora sta anche affrontando la carenza di cablaggi a causa della guerra in Ucraina. La soluzione di Skoda? Iniziarli a produrre a casa sua, in Repubblica Ceca.
Skoda sposa il movimento ucraino
Il Costruttore è stato costretto a porre in stand-by la fabbricazione della Enyaq iV completamente elettrica per otto settimane dal 3 marzo a causa dei problemi di approvvigionamento. Desiderosi di riprenderla il più presto possibile, Skoda e i suoi fornitori si misero alla ricerca di rimedi e, entro cinque settimane dallo scoppio del conflitto bellico, erano riusciti a trasferire parte della realizzazione di cablaggi dall’Ucraina a Mladá Boleslav con l’aiuto del di PEKM Kabeltechnik.
La partnership di Skoda con PEKM Kabeltechnik ha visto quest’ultima occuparsi delle attrezzature necessarie negli spazi concessi dalla prima. I ritmi hanno cominciato ad aumentare dai primi giorni di aprile e le strutture sono ora gestite da 35 donne dell’impianto ucraino di PEKM Kabeltechnik a Leopoli. La Casa automobilistica si sta attualmente adoperando per Fabia Combi presso la propria sede e fra non molto curerà anche i cablaggi di Octavia, Kodiaq, Karoq e Superb.
In una dichiarazione riportata da Automotive News Europe, il membro del consiglio per gli acquisti di Skoda, Karsten Schnake, ha evidenziato la proficua sinergia tra gli attori coinvolti avuta nelle ultime settimane per ridurre al minimo l’impatto della guerra in Ucraina sull’attività. Con profonda dedizione – ha continuato – hanno saputo riprendere in mano la situazione in breve tempo e anche aumentare significativamente le capacità produttive.
Per rispondere ulteriormente al fabbisogno, Skoda si è dotata di scorte supplementari da Kromberg & Schubert, addetta a gestire un complesso in Marocco. Kromberg & Schubert ha pure incrementato l’impegno in Ucraina, a Zhytomyr, malgrado le contingenze esterne.
Skoda ha, infine, promesso di raddoppiare la produzione dei cablaggi ad alta tensione occorrenti per ricaricare i mezzi elettrici, costruendoli dapprima in Romania da giugno e, quindi, da settembre anche nel suo centro di Khmelnytskyi, in Ucraina.