Sindacato UAW: o Stellantis riapre in Illinois, o sarà sciopero totale

Ippolito Visconti Autore News Auto
Scontro a tutto campo negli States. Da una parte, Carlos Tavares, capo Stellantis. Dall’altra, il sindacato UAW.
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Scontro a tutto campo negli States. Da una parte, Carlos Tavares, capo Stellantis. Dall’altra, il sindacato UAW. Che minaccia di scioperare se il gruppo facesse marcia indietro sulla riapertura dello stabilimento dell’Illinois, a Belvidere. Almeno sette sedi locali sono pronte a reclamare contro l’azienda se questa rinnegasse gli impegni presi nel contratto di lavoro del 2023, riporta Automotive News. 

Scontro infuocato

La UAW minaccia di indire uno sciopero nazionale contro Stellantis, accusandola di non aver rispettato la parte del contratto di lavoro firmato con il sindacato l’anno scorso. La sigla ha affermato di essere pronto a esercitare il proprio diritto di sciopero sugli impegni e gli investimenti sui prodotti, ottenuti nel contratto del 2023, se necessario. La presunta violazione del contratto mette a repentaglio tutti gli altri impegni di investimento assunti.

“Questa azienda ha preso un impegno con i lavoratori dell’auto e intendiamo far rispettare tale contratto nella sua interezza – ha affermato il presidente della UAW Shawn Fain oggi -. A nome dei lavoratori dell’auto ovunque, ci stiamo opponendo a una società che vuole guidare una corsa al ribasso a spese dei lavoratori americani”. 

Cosa ne pensa Stellantis?

Si attende la risposta di Stellantis, magari di Tavares in persona. La UAW ha affermato che Stellantis “è stata poco ricettiva nei colloqui con il sindacato” sui piani di Belvidere. Il costruttore ha lasciato inutilizzato lo stabilimento di assemblaggio nel febbraio 2023 prima di accettare di riaprirlo nel 2027 per costruire un nuovo pick-up di medie dimensioni. Il contratto prevede anche l’apertura di un hub di distribuzione di ricambi Mopar a Belvidere nel 2024 e l’avvio di un’operazione di stampaggio lì 2025 per i pezzi di ricambio per rifornire il nuovo hub. 

La UAW ha detto di essere stata informata dall’azienda che tali progetti non verranno realizzati nei tempi concordati. La minaccia di sciopero segue la pubblicazione da parte dell’UAW del 16 agosto di un video che accusa il CEO di Stellantis Carlos Tavares di aver gestito male il gruppo.

Il sindacato ha affermato che General Motors e Ford Motor stanno andando bene, mentre i profitti e le vendite di Stellantis sono crollati: “Se un qualsiasi lavoratore dell’auto facesse un lavoro così pessimo come quello del CEO di Stellantis Carlos Tavares, verrebbe licenziato – ha affermato Fain -. La verità è che Stellantis non vuole investire in America”.

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Momento duro per Stellantis

Adesso, si infiamma il fronte Usa. In Italia, i rapporti col governo Meloni e coi sindacati sono tesi. C’era il vecchio accordo con l’esecutivo di produrre un milione di veicoli in Italia per il 2030, così da toccare 1,3 milioni grazie ad altri costruttori. Ma a quanto pare le cose non paiono facili. Le sigle sindacali sono sul piede di guerra perché temono la chiusura parziale o definitiva degli stabilimenti.

Male pure in Australia. Citroën, uno dei marchi francesi di Stellantis, ha ufficializzato con novembre 2024 la fine della commercializzazione di auto nuove in Australia, dove era arrivata a consegnare a 3.800 auto nel 2007.

Lo scorso 25 luglio con la diffusione dei risultati, ossia con un utile operativo rettificato scivolato del 40% a 8,46 miliardi di euro, anche inferiore agli 8,85 stimati dagli analisti, il panico. E la causa degli azionisti in Usa. La replica di Stellantis: “Infondata”.

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