“Si può fare” è lo spot Stellantis che mette l’Italia al centro. Iniziamo a spiegare di che si tratta. C’è appena stato l’accordo col governo Meloni, molto soddisfatto (in procinto di piazzare 1,6 miliardi di euro sull’auto): si tratta di un impegno concreto che è alla base del nuovo Piano Italia, presentato pochi giorni fa presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, un piano autofinanziato (non prevede infatti alcun sussidio pubblico per la produzione). Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati confermano il proprio impegno nelle fabbriche nazionali, rinnovando così il loro legame indissolubile con l’Italia: è il messaggio della pubblicità in tv. Tre le parole chiave: orgoglio, eccellenza e bellezza, tratti distintivi del Belpaese. Accompagnate dalle note del brano “Si può fare” di Angelo Branduardi. Si vede come i marchi siano cresciuti in 100 anni, intrecciando le storie industriali con quella della nazione. Il tutto su strade incastonate tra paesaggi mozzafiato dello Stivale. Italia uguale creatività e stile, ingegno e competenza, il piacere di vivere con gusto, eleganza: valori che sono insiti nel Dna dei marchi Fiat Alfa Romeo, Lancia e Maserati. Fra salite e discese, non solo quando si guida, ma anche nella vita di un’industria e di un essere umano.
I modelli protagonisti
- Anzitutto la Fiat 500, che sarà prodotta anche nella versione ibrida nello storico stabilimento torinese di Mirafiori (Piemonte).
- La Fiat Pandina che continuerà a essere prodotta nel sito di Pomigliano d’Arco (Napoli, Campania) fino al 2030 per poi lasciare spazio alla Nuova Pandina.
- Best seller Ducato, la cui produzione continua ad Atessa (Chieti, Abruzzo), ora anche nella versione elettrica.
- Lo stabilimento di Cassino (Frosinone nel Lazio) sarà la culla delle nuove Alfa Romeo Stelvio e Giulia.
- Le linee di produzione di Melfi (Potenza, Basilicata), dove dal 2026 uscirà la nuova Lancia Gamma.
- Modena (Emilia-Romagna), che diventerà il polo dell’alta gamma con Maserati.
Fra retorica ed enfasi
Come sempre, quando si parla di patria e industria, retorica ed enfasi sono in agguato. Al di là della sede estera di Stellantis, qualcosa non quadra nella recente storia dei marchi italiani. Non lo diciamo noi, lo evidenziano i numeri, le vendite. Gli italiani non hanno gradito. Magari è questione di una gestione passata, che ora non c’è più: Tavares. Si vedrà.
- Fiat si sovrappone troppo alla francese Citroën.
- Alfa Romeo ha l’anima sportiva francese.
- Lancia sa parecchio di francese (designer, base, motore).
- Maserati è un gioiello trascurato.
Ma lo spot è bello, sì o no?
Sì, a nostro giudizio sì. Fatto bene, veloce, pensato con intelligenza. Sebbene la voce la vediamo associata meglio al “Gladiatore”: “Al mio segnale, scatenate l’inferno”. Piuttosto che a narrare un viaggio dicendo: “A spingerci è un motore inesauribile: l’amore per l’Italia”.