Se tu fossi un cinese, verresti a fare auto elettriche in Italia?

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il governo Meloni si dà un gran daffare per la Cina: cerca un Gruppo enorme cinese che costruisca auto elettriche in Italia. Così, l’Italia ha un sostituto di Stellantis.
meloni cina

Il governo Meloni si dà un gran daffare per la Cina: cerca un Gruppo enorme cinese che costruisca auto elettriche in Italia. Così, l’Italia ha un sostituto di Stellantis, e trova respiro a livello occupazionale di indotto. Mentre la Casa orientale fa marameo ai dazi Ue, li scavalca, e sfonda direttamente in Europa.

L’idea del premier è ottima: da un punto di vista di un prodotto di grande diffusione come l’auto, il Dragone ci devasta. Siamo competitivi sulla grande bellezza: musei, arte, cultura, turismo, cibo, ma non possiamo competere col Paese della Grande Muraglia che abbatte i costi ed è dotato di una ferocia agonistica impareggiabile. 

Nei panni del cinese corteggiato dalla Meloni

Mettetevi nei panni del cinese: politico e manager di un Gruppo auto: BYD, SAIC, Geely, Dongfeng, Chery e tanti altri giganti strapieni di soldi e di voglia di vincere. L’Italia ti corteggia: come tanti altri Stati in maniera più o meno palese. 

1) Noi siamo messi malissimo come acquirenti reali e potenziali dell’elettrico. È un fenomeno di nicchia.

2) Abbiamo grosse difficoltà a reggere i climatizzatori degli edifici d’estate con vari black out che ci mettono in ginocchio. 

3) Le nostre colonnine sono poche. Il 18% di quelle sono inattive, scollegate, per ragioni burocratiche ignote da anni e non si sa né come né quando diverranno utilizzabili. Quando fai il pieno, hai spesso difficoltà fra app e carte accettate.

4) La corrente ha un prezzo spaventoso, in continua ascesa: il libero mercato è una fregatura perché i prezzi salgono. Qualcuno vuole le rinnovabili. Quando le rinnovabili arrivano, il prezzo di gas e luce sale. E allora quel qualcuno ci ripensa. Altri vogliono tanta energia subito, anche nucleare, ma non nel proprio giardino.

5) Il Paese è spaccato in due, col Sud sprovvisto in gran parte di punti di ricarica pubblici. In più, esistono zone remote, rurali e di montagna dimenticate dal dio della corrente: lì, zero stazioni di elettroni.

6) Il fisco devasta l’automobilista con tasse allucinanti nel mercato del nuovo e dell’usato. Le assicurazioni auto sono fra le più care al mondo.

7) Gli incentivi sono annunciati tanto, concepiti male, e finiscono in tre secondi in maniera misteriosa che lascia dubbi di varia natura.

8) La Cina è la seconda potenza economico-militare del globo terracqueo e subisce le “avances” di Belgio (Geely produrrà la EX 30), Ungheria (BYD), Spagna (Chery e SAIC).

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Auto elettriche notevoli, ecosistema pessimo

L’auto elettrica, pur costosa come il fuoco, è un prodotto notevole dal punto di vista energetico e prestazionale. È il resto che manca da noi: l’ecosistema. Tesla lo sa: prima i Supercharger, poi il resto.

La missione della Meloni (innocente, ha ereditato questa situazione orribile) è questa: dire a un cinese, ricco sfondato e corteggiatissimo da mezzo mondo, vieni da me a costruire. Come vendere ghiaccio in Groenlandia o sabbia nel Sahara

Se mai ce la dovesse fare, la meloni meriterebbe di restare presidente del Consiglio per mezzo secolo.

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