Il ministro delle Infrastrutture ha stoppato il decreto autovelox: vediamo ora cosa succede.  Il ministro delle Infrastrutture ha stoppato il decreto autovelox: vediamo ora cosa succede. 

Salvini ha sospeso il decreto autovelox perché manca un elemento chiave

Il ministro delle Infrastrutture ha stoppato il decreto autovelox: vediamo ora cosa succede. 

Domenica 23 marzo, il ministro delle Infrastrutture ha sospeso il decreto autovelox di due giorni prima: perché? Risposta: serve un laboratorio per l’omologazione, dice QN. Laboratorio che non c’è. Tutto stoppato in quanto sarebbero necessari – ha evidenziato il leader della Lega – “ulteriori approfondimenti” sul testo atteso da 33 anni, visto che il Codice della Strada è del 1993. Ma cerchiamo di capire tutto meglio un passo per volta. Emanuele Dalla Palma, presidente del Centro Tutela Legale: “C’è una sola cosa da fare, il ministero delle Infrastrutture deve coordinarsi con il ministero delle Imprese per creare un laboratorio metrico legale accreditato a omologare. Per arrivarci serve un decreto che ammette quello strumento a una verifica, con l’apposizione del marchio ‘M’. Ma non ci mettono due giorni, bisogna arrivare a una struttura ad hoc che consenta quell’attività. E i costi non sono banali”.

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Marcon attacca deciso gli autovelox non omologati

Giorgio Marcon, perito del Centro Tutela Legale: “Nessun autovelox è a norma. Un decreto del ministero non può superare la legge e soprattutto le sentenze della Cassazione. L’ultima che ribadisce questo concetto risale al 14 marzo. Faremo di nuovo richiesta al ministero delle Infrastrutture per essere presenti al tavolo tecnico sugli autovelox. Non è vero che non vogliamo la sicurezza stradale. Ma gli strumenti devono essere a norma La soluzione? Un decreto legge per la prima certificazione metrologica legale”.

Sanatoria autovelox

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Il decreto aveva deciso una sanatoria per gli autovelox approvati dopo il 2017: omologati d’ufficio. Gli altri invece dovevano essere messi in regola e spenti. Luigi Altamura, comandante della Polizia Locale di Verona, sostiene che il 12% fosse in regola, l’88% no. “Prima di tutto bisogna chiedersi, il testo verrà ritirato o no? Sarà riconvocato il tavolo tecnico? Questo ci dovrà essere spiegato dal ministero. Oggi c’è anche chi si dice contrario all’omologazione d’ufficio per i 12 modelli post 2017. La soluzione? Ci sarebbe stata tanti anni fa, bastava dire che approvazione e omologazione sono due procedure equivalenti. Noi abbiamo acquistato apparecchi approvati, che sono stati tarati e sono tecnologicamente approvati. Ripeto: doveva essere modificata la legge primaria. Questo attiene alla volontà politica, non spetta alle polizie locali o alla Stradale. Il Parlamento è sovrano e deve indicare la strada. L’obiettivo finale resta quello di ridurre la velocità. Poi sicuramente è vero, lo Stato e i Comuni devono impegnarsi di più e devono aumentare le pattuglie sulle strade”. 

Ricorsi autovelox: dipende dal giudice

Roberto Benigni, vicepresidente Anvu, l’Associazione professionale polizia locale d’Italia, è perentorio: “Sono stati avanzati dubbi da più parti, anche da fonti qualificate. In effetti la modifica della norma primaria, in questo caso il Codice della Strada, che è una legge, non può avvenire con un provvedimento di rango inferiore, come un decreto che è un atto amministrativo. Per i ricorsi dipenderà dai singoli giudici. Diciamo che al momento resta la confusione. La strada più veloce è quella di un decreto legge, con effetto immediato, visto che è urgente chiarire, perché siamo in un caos di contrasti tra Prefetture e Tribunali. Quella più lunga, invece, porta a un decreto legislativo che però ha un suo iter preciso, occorrono almeno sei mesi”.

Pazzesco: il Codice dice che serve l’omologazione, però un giudice potrebbe anche validare la multa. E perché mai? L’incertezza giuridica della sicurezza stradale in Italia è inammissibile e dannosa, non da Paese civile. Qui ci sono 33 anni di multe da autovelox non omologati per legge e approvati in base a circolari di rango inferiore. 

Il ministro delle Infrastrutture ha stoppato il decreto autovelox: vediamo ora cosa succede. 

Cassazione e Corte Costituzionale sugli autovelox

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La sentenza della Cassazione depositata il 14 marzo 2025 rinvia alla “decisione della Corte Costituzionale 113 del 2015, che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 45 del Codice della strada”. Dove? Nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. Il decreto autovelox è suscettibile di impugnazione proprio per quello”. Si rischia la non costituzionalità del decreto. Intanto, qualcuno dovrebbe spiegare per le multe di 33 anni con autovelox non omologati che si fa: ballano centinaia di milioni di euro. Si rammenti che l’omologa ha un unico target: misurazioni precise della velocità, affinché solo chi viaggia troppo veloce sia multato. Idem la taratura annuale minima imposta proprio dalla Corte Costituzionale nel 2015: sino al 2014, molti Comuni non eseguivano quell’operazione a cadenza ragionevole. Assurdo anche questo, su cui ci sarebbe da discutere.

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