Il decreto autovelox che omologava d’ufficio il 12% dei dispositivi è stato stoppato a tutela degli automobilisti: Salvini dice no a una “tassa occulta”. Il problema base è che nessuno sa quanti autovelox ci siano in Italia. Tempo fa, il Codacons diceva che ne risultano installati 11.000 nel nostro Paese, contro 110.000 totali nel mondo. Ma adesso il ministro delle Infrastrutture nega quei numeri in un question time alla Camera. Così aumenta il caos: i Comuni temono di perdere denaro e di fare meno sicurezza con lo spegnimento delle macchinette, mentre i sanzionati affilano le armi sapendo che per Codice della Strada, Cassazione e Corte Costituzionale servono omologazione e taratura almeno annuale dei velox. Siccome nessun dispositivo può essere omologato in quanto non c’è il decreto di omologa, ecco che le multe sono nulle. Denaro prezioso per gli Enti locali, che possono ripianare molti debiti con i proventi del Grande Fratello.
Il Codacons che ne pensa?
Sarebbe interessante sentire la risposta del Codacons a Salvini: c’è un comunicato dell’associazione che parla di record mondiale dell’Italia come numero di autovelox, a quota 11.000. Ora invece il leader della Lega sostiene che nessuno ne conosca il numero.
Quanti autovelox in Italia: mistero
“Non si sa quanti e quali autovelox ci siano sulle strade italiane. Con la collaborazione del ministero dell’Interno e dell’Anci (Comuni), intendo eseguire un’operazione trasparenza, una ricognizione di tutti i dispositivi di controllo della velocità attualmente in uso. Serve accertare che il numero dei dispositivi effettivamente utilizzati rispetti i regimi di approvazione. Tale ricognizione ci consentirà finalmente di approfondire le verifiche amministrative sulla presenza di eventuali dispositivi totalmente non conformi alle regole di approvazione. Solo alla luce di tali dati potremo capire l’impatto effettivo delle nuove regole di omologazione sulle esigenze di utilizzo”.
Insomma, torna il discorso di un no alla tassa occulta grazie ai proventi degli autovelox, e il no agli abusi degli apparecchi da parte dei Comuni.

Autovelox caos senza precedenti
A dire il vero, monta una confusione mai vista in questo momento, con alcuni Comuni che li hanno spenti e altri che appioppano tuttora multe soggette ad annullamento tramite ricorso al Giudice di Pace o al Prefetto. Forse, sarebbe opportuno bendare gli occhi elettronici fino all’omologa per legge, con decreto del ministero delle Imprese. E con tutti le tempistiche e le forti spese per la Pubblica amministrazione derivante dall’omologa: costa molto più denaro e risorse della semplice approvazione. Ecco perché le circolari parlavano di uguaglianza fra approvazione e omologa, nettamente smentita dalla Cassazione.
Suscita qualche interrogativo questa ricognizione per conoscere i numeri esatti. Anche ammettendo che domattina si sappia quanti velox ci sono, comunque nessuno di loro è omologato, né prima del 2017 né dopo: c’è poco da fare, senza omologa prevista dal Codice della Strada non possono fare le multe, come confermato e ribadito dalla Cassazione.
Dove mettere l’autovelox
Per Salvini, l’autovelox in vie strette, ad alto tasso di incidentalità, in prossimità di ospedali, asili, case riposo e scuole “è sacrosanto. L’autovelox furbetto, mal segnalato, utilizzato per ripianare i debiti di bilancio del comune è un altro paio di maniche”.
Altamura un po’ critico: ok dei Prefetti sugli autovelox
Ecco la risposta di Luigi Altamura, comandante della Polizia Locale di Verona e referente Anci in Viabilità Italia: l’associazione “fornisce sempre la massima collaborazione sui temi di sicurezza stradale con tutti i propri dirigenti, e anche questa volta daremo il nostro contributo”. Tuttavia, “le postazioni fisse sono autorizzate dai Prefetti e non dai sindaci, loro possono dare il provvedimento con cui stabiliscono esattamente il luogo dell’installazione, come anche pubblicato su vari siti Internet delle stesse Prefetture”. Cosa intende dire Altamura? Semplice: il Prefetto è un funzionario pubblico che rappresenta il governo a livello provinciale, un organo dell’amministrazione statale che opera in stretta relazione con il territorio. In questo caso, dell’esecutivo Meloni, di cui Salvini è ministro. Un cortocircuito allucinante.
Cosa dice il decreto stoppato
Venerdì, il ministro delle Infrastrutture ha trasmesso alla Commissione Europea il “Decreto ministeriale per l’omologazione del prototipo, la taratura e le verifiche periodiche di funzionalità dei dispositivi e sistemi per l’accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità”. Sanatoria di Stato, maxi condono, per 12 modelli di autovelox approvati ma privi di omologazione, tra cui è stato inserito un velox oggetto di sequestro da parte della Cassazione Penale. Questo provvedimento di carattere amministrativo era di rango inferiore rispetto alla legge primaria del Codice della Strada che al suo articolo 142 comma 6 impone apparecchiature debitamente omologate. Dice il decreto: “I dispositivi o sistemi approvati secondo quanto previsto dal decreto del ministro delle Infrastrutture sono da ritenersi omologati ai sensi del presente decreto. L’elenco dei decreti di approvazione è incluso nell’Allegato B”. Secondo il ministero quindi, 12 apparecchi elettronici risulterebbero omologati e conformi alla legge: su 100. Perché corrispondenti ai requisiti del decreto ministeriale 282/2017. Poi la retromarcia domenica.