Il Governo accorda degli allettanti incentivi a chiunque intenda avvalersi della rottamazione auto per comprarne una nuova, meno impattante sull’ambiente. La transizione ecologica sta già avendo luogo e i proprietari di vecchie vetture hanno modo di trarne beneficio grazie al pacchetto di misure vagliato dal Governo.
Innanzitutto, la rottamazione auto consiste nel demolire il mezzo, cancellando, perciò, dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Detto altrimenti, consiste nel rinunciare al possesso di una macchina, la quale, consegnata in centri di raccolta appositamente adibiti, sarà smistata. Gli step da osservare vengono delineati direttamente dall’ACI (Automobil Club d’Italia) attraverso i suoi canali ufficiali. Di seguito andremo, dunque, ad analizzare l’iter burocratico da rispettare per la rottamazione auto.
Rottamazione auto
Il legislatore italiano fissa dei precisi paletti, ai quali chiunque deve sottostare, a cominciare dal luogo dove il processo deve avvenire. Si parla di centri di raccolta espressamente avallati dalle istituzioni, aventi l’esperienza, le competenze e gli strumenti idonei a effettuare un lavoro corretto. Comunque, non è l’unica opzione disponibile. Difatti, al posto dei suddetti centri il conducente ha la facoltà di rivolgersi al concessionario in cui acquisterà la nuova vettura, all’automercato (esercizio commerciale specializzato nella compravendita delle autovetture) o a una succursale della relativa azienda produttrice.
Nella prevalenza dei casi la rottamazione auto avviene in concomitanza con l’acquisto di una nuova. Questo è un periodo favorevole per provvedervi, alla luce dei già sopra richiamati incentivi elargiti dall’esecutivo a chi sceglie di dare il suo personale contributo all’ecosistema. Dietro gli aiuti economici vi è la consapevolezza che macchine di recente generazione inquineranno meno. Il bonus corrisposto è particolarmente allettante soprattutto qualora vi sia l’intenzione di comprare un’ibrida o un’elettrica.
A ogni modo, per la rottamazione auto bisogna recarsi presso il rivenditore e consegnare, oltre al mezzo, tutti i documenti a esso correlati. Spetterà poi a quest’ultimo assolvere alle formalità burocratiche sancite dalla normativa nazionale, di rilasciare il certificato di demolizione e di notificare l’atto al PRA. Il discorso cambia laddove non avvenga nello stesso momento dell’acquisto di un nuovo veicolo. Qui non ci sarà altra scelta se non quella di interpellare un centro di raccolta. Una volta completata l’operazione, si riceverà sempre una dichiarazione scritta, comprovante quanto appena effettuato.
La rottamazione auto richiede il sostenimento di un costo, pari all’imposta di bollo di 32 euro. La spesa da mettere in preventivo sale a 48 euro se viene utilizzato il modello NP3B. In aggiunta, è obbligatorio corrispondere un emolumento all’ACI di circa 13,50 euro. In via preliminare sarebbe poi buona norma chiedere una visura, al fine di accertare se sul mezzo in questione penda o meno un fermo amministrativo. L’importo da sborsare in tal senso è davvero esiguo, di 7 euro.
Documenti rottamazione auto
Siccome il legislatore sancisce delle regole fondamentali, il consiglio è di prendere nota dei vari passaggi in fase preliminare. È, ad esempio, tassativo consegnare il certificato di proprietà e il libretto di circolazione al soggetto contattato per la rottamazione auto. Comunque, se l’impresa è ferrata in materia te lo ricorderà di certo, in caso di eventuale dimenticanza. E se il guidatore e il proprietario del veicolo non coincidono? Tra i documenti da allegare ci dovrà essere pure un titolo congruo quale, ad esempio, l’accettazione dell’eredità oppure la dichiarazione sostitutiva di atto notorio sottoscritta dal vero proprietario.
Dopo aver ottenuto le carte necessarie, la palla passa al deposito. Sarà suo, infatti, il compito di rispettare le disposizioni emanate dal normatore italiano. Nello specifico, eseguirà la pratica presso gli uffici del Pubblico Registro Automobilistico e affiderà la ricevuta dell’avvenuta comunicazione al diretto interessato. Nel cartaceo dovrà esserci pure un codice di accesso, mediante cui consultare il Certificato di Demolizione Digitale.
Rottamare un’auto non di proprietà
Lo abbiamo già detto in precedenza e lo ribadiamo, scendendo nel dettaglio: la rottamazione auto non di proprietà è ammessa, a patto di osservare precisi step burocratici. Se si tratta di un bene ottenuto in eredità, farà fede l’accettazione di eredità. Esso è lo strumento tramite il quale, in forma espressa o tacita, il chiamato all’eredità ne acquisisce il diritto e assume la qualità di erede, con effetto dal giorno dell’apertura della successione. Se espressa (o con beneficio di inventario, un particolare scenario previsto dal nostro legislatore), l’accettazione andrà effettuata dinanzi al notaio.
Egli si atterrà a ricevere la dichiarazione del soggetto accettante e a redigerne il verbale. Se tacita, ovvero laddove l’erede si limiti a compiere azioni che presuppongono in maniera chiara e inequivocabile la volontà di accettare, senza esplicitarlo in un atto pubblico o in una scrittura privata, occorrerà comunque la trascrizione, a cura sempre di un notaio, nel caso in cui si abbia l’intenzione di vendere il bene a una terza parte. Tuttavia, mediante la sentenza n. 15663/2020, la Corte di Cassazione ha puntualizzato che la rottamazione auto consiste in un atto di accettazione tacita. Difatti, sia l’intestazione sia la successiva demolizione esulano dalla semplicità attività di conservazione del lascito del de cuius.
In alternativa all’accettazione dell’eredità, c’è la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, siglata dal proprietario. Si tratta di una formalità con la quale vengono comprovati atti, stati o qualità personali a diretta conoscenza dell’interessato, resa e firmato dallo stesso, in applicazione dell’art. 38 del D.P.R. n. 445/2000. Se ne possono servire i cittadini italiani e anche quelli della Unione Europea quando bisogna entrare in contatto con le Pubbliche Amministrazioni e/o con i gestori di Servizi Pubblici.
Poiché comporta meno formalità rispetto all’atto notorio, è corretto affermare che costituisce una pratica più celere e sbrigativa, in grado di portare al medesimo effetto. Ai sensi del secondo comma dell’art. 48 del D.P.R. n. 445/2000, le singole amministrazioni preparano i moduli occorrenti per la compilazione delle dichiarazioni sostitutive, che gli interessati hanno la facoltà di utilizzare.
Nel caso in cui vi sia la volontà di usufruire degli incentivi stanziati per l’acquisto di un veicolo nuovo, le Case produttrici non impediscono di norma la rottamazione di un’auto non di proprietà. Tuttavia, si raccomanda di chiedere le delucidazioni in merito ai singoli rivenditori, così da constatarne, senza il benché minimo dubbio, la disponibilità del concessionario.
La rottamazione auto gratuita è possibile, senza corrispondere né l’imposta di bollo né gli emolumenti all’ACI. Tale privilegio è concesso, tuttavia, soltanto riconosciuto a vetture complete di elementi essenziali quali la carrozzeria, il motore, le centraline e il catalizzatore. Anche in siffatta circostanza permane una voce di spesa non evitabile, inerente alla cancellazione dal PRA e ai costi di trasporti.
Alcuni autodemolitori sollevano, infine, da qualsiasi spesa, se rilevano l’opportunità di mettere a segno un guadagno vendendo i singoli della macchina in buone condizioni a un prezzo vantaggioso.
Certificato di rottamazione
In occasione della rottamazione auto, la compagnia addetta a incaricarne ha l’obbligo di rilasciare il certificato di rottamazione al proprietario. Tramite questo documento si solleva il conducente da qualsiasi responsabilità penale, civile e amministrativa attinente.
L’onere del pagamento del bollo auto viene a cessare a partire dalla data di consegna del mezzo. Inoltre, la prova cartacea permette di interrompere o trasferire la polizza RC Auto a un’altra vettura. Il certificato deve essere conservato, sicché consentirà di attestare la propria innocenza in caso di sanzioni comminata dal momento della presa in consegna del veicolo.