La giornata a Roma per John Elkann è stata densa di incontri istituzionali di alto profilo. Accanto a figure chiave come il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, l’Ambasciatore USA in Italia, Jack Martell, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, e il Governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, il presidente di Stellantis ha discusso sul futuro del gruppo. Gli incontri, programmati da tempo, hanno offerto un’importante occasione per fare il punto sulle attività industriali in corso e affrontare questioni di interesse comune, focalizzandosi anche sul tavolo al Mimit.
Stellantis: impegno in Italia ribadito da Elkann
John Elkann ha ribadito con fermezza la posizione di Stellantis riguardo alla ventilata fusione con Renault, smentendo categoricamente l’esistenza di piani in tal senso. Le rassicurazioni sono giunte in un momento in cui i mercati finanziari erano animati dalla possibilità di tale operazione, evidenziando l’importanza di tali decisioni sotto il profilo economico. Il numero uno di Stellantis ha sottolineato le ambizioni internazionali della società, come espresse nel piano Dare Forward 2030, che prevede una gamma al 100% elettrica in Europa entro il 2030 e al 50% negli USA.
Le dichiarazioni hanno alimentato le polemiche seguenti, scatenate dalle parole di Carlos Tavares, capaci di suscitare una vibrante reazione dalle autorità politiche italiane. Intervenuta al termine del vertice con il premier giapponese a Tokyo, Giorgia Meloni si è detta sorpresa nel leggere l’intervista. Trova bizzarro puntare il dito contro la mancanza di sussidi, soprattutto considerando che il totale stanziato nel 2024 con gli eco-incentivi ammonta a quasi un miliardo di euro. E poi, Stellantis fa la voce grossa, peccando di presunzione, tanto che alcuni modelli vengono presentati come italiani quando in realtà non lo sono. Anche Matteo Salvini ha espresso la sua opinione in merito.
Secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il conglomerato non è nella posizione di avanzare pretese. In molteplici occasioni lo Stato ha sovvenzionato le attività di Fiat e la garanzia prestata sulla linea di credito da 6,5 miliardi di euro, avvenuta sotto la presidenza di Giuseppe Conte, risale solo a pochi anni fa. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, non ha escluso un ipotetico ingresso nel capitale azionario di Stellantis.
Tuttavia, valuteranno l’idea solo se il gruppo dichiarerà apertamente il proprio interesse. Anche in recenti occasioni, John Elkann ha respinto l’ipotesi, ritenendo che una manovra del genere avrebbe senso solo in presenza di difficoltà economiche. I risultati conseguiti sono, invece, confortanti, anche se il confronto con Volkswagen appare impietoso.