Rivoluzione auto termiche low cost dalla Cina alla Russia: ci eravamo tanto amati

Ippolito Visconti Autore News Auto
Finisce la Luna di miele fra Cina e Russia per le auto termiche low cost esportate dal Dragone verso Mosca.
Finisce la Luna di miele fra Cina e Russia per le auto termiche low cost esportate dal Dragone verso Mosca.

La Cina sa perfettamente che passato, presente e futuro dell’automotive mondiale si basano sull’auto termica a benzina, meglio se low cost: ecco perché invade a tutto spiano la Russia con le sue macchine nuove e usate ad alimentazione tradizionale. Pechino si è dimostrata geniale. Dal 2022 con l’exploit del 2023, il Cremlino è in guerra commerciale contro Unione Europea e Stati Uniti, nonché contro Brasile, Canada e Turchia. Da qui, zero vetture nuove verso Mosca. Allora i Gruppi auto del Celeste Impero hanno deciso di spaccare tutto, inviando auto termiche a benzina nuove e usate sul mercato russo, stravincendo: prezzi bassissimi, qualità altissima, divorano qualsiasi concorrente. La risposta del Cremlino: super dazi (superiori a quelli già esistenti), a tutela dell’industria auto locale. Che innanzi al fascino irresistibile della Cina non può nulla.

Altro che dazi UE sulle elettriche

È un passo avanti rivoluzionario quello della Russia, che applica dazi sulle macchine a benzina. Invece, l’UE ha messo barriere solo alle elettriche cinesi: il Celeste Impero li scavalca con fabbriche fuori dalla Cina (vedi BYD in Ungheria e Turchia) e con vetture termiche a benzina ibride plug-in. Siamo a 7.500 dollari a vettura, più del doppio del livello dello scorso settembre: in futuro, +10 e poi +20% l’anno fino al 2030. 

Finisce la Luna di miele fra Cina e Russia per le auto termiche low cost esportate dal Dragone verso Mosca.

Dolori per Chery

Un guaio per Chery, sostenuta da Pechino, la principale Casa automobilistica cinese in Russia, dove ha venduto 430.000 mezzi nei primi nove mesi del 2024: il 28% del suo totale.

Alla Cina non resta che essere ancora più aggressiva con l’UE

Siccome le auto a benzina non avranno più lo sbocco russo, resta l’UE da invadere ancor più di prima, con motori termici. D’altronde, Bruxelles con il Green Deal ha fatto il primo assist involontario a Pechino, e ora col Piano d’Azione – capito da pochi o da nessuno, con le Case in tilt – è iper vulnerabile. Da qualche parte il Dragone necessita di dare sfogo al fuoco di veicoli prodotti ogni anno.

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