Ritorno all’auto termica stoppando il Green Deal? T&E punta ancora sull’elettrico Ritorno all’auto termica stoppando il Green Deal? T&E punta ancora sull’elettrico

Ritorno all’auto termica stoppando il Green Deal? T&E punta ancora sull’elettrico

Mentre ci si interroga sullo stop al Green Deal dopo i dazi di Trump, l’associazione ambientalista Transport & Environment insiste sull’auto elettrica.

Italia bollente nel settore automotive, con il premier Meloni che vuole stoppare momentaneamente il Green Deal auto elettrica dopo i dazi di Trump: adesso, l’associazione ambientalista Transport & Environment insiste sull’auto elettrica. Abbiamo da una parte le dichiarazioni del premier e dei ministri Urso e Salvini (Imprese e Infrastrutture) per sospendere il Patto verde UE in seguito alla politica rivoluzionaria USA, dall’altra T&E secondo cui – senza un piano di politiche industriali e misure di stimolo economico per l’industria dell’auto italiana, mirate alla transizione alla mobilità elettrica – al 2030 il valore della produzione del comparto potrebbe registrare un calo del 56-58%. Ossia meno 7,49 miliardi di dollari. 

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Uno studio con le prospettive auto in Italia 

Il dato emerge da uno studio commissionato dal think tank ECCO e da Transport and Environment (T&E) a un gruppo di economisti della Scuola Superiore S. Anna di Pisa e del Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma. Quel denaro perso sarebbe il “costo dell’inazione”: se l’Italia si stoppa, sono guai, questo il concetto. Mentre il settore a livello globale è impegnato nella transizione verso l’elettrico.

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Senza investire nel full electric, nella migliore delle ipotesi, ci sarebbe una erdita di valore della produzione di 7,24 miliardi, con una riduzione del consumo di auto per un controvalore di 4,42 miliardi (-56% rispetto al 2020), oltre 66 mila posti di lavoro in meno, il 37% diretti e il 63% nel resto della filiera, un aggravio di costo per le finanze pubbliche di 510 milioni di dollari per l’attivazione della cassa integrazione. Nella peggiore delle ipotesi, il calo della produzione e del consumo di auto risulterebbe pari al 58% rispetto ai valori del 2020, con una perdita in valore pari a 7,49 miliardi e 4,66 miliardi di dollari, rispettivamente, mentre le perdite di posti di lavoro salirebbero a 30 mila impiegati diretti (-77,6% rispetto al 2020) e oltre 64 mila indiretti, minacciando anche i comparti più resilienti. Infine, il costo della cassa integrazione sale nel corso del decennio a 2 miliardi, quattro volte superiore allo scenario prudenziale, il doppio di tutta la spesa pubblica stanziata in misure di welfare (non circoscritte al settore auto) per l’assistenza ai disoccupati nel 2022.

Ritorno all’auto termica stoppando il Green Deal? T&E punta ancora sull’elettrico

Sì al social leasing

Sarebbe anche bene sperimentare il social leasing, dice lo studio: l’auto elettrica data ai meno abbienti con canone mensile basso. In Francia attorno a 100-150 euro al mese. A pagare l’anticipo e a fare da garante con le Case sarebbe lo Stato italiano, come ha fatto lo Stato francese in passato. A fine leasing, si resterebbe col nulla in mano, in quanto quei ceti non hanno certo, risorse per riscattare l’auto. Si dovrebbe poi accelerare l’elettrificazione delle flotte aziendali dal lato della domanda, con meccanismi di premialità come l’Ecoscore: meno l’auto inquina, meno costa. Urgono infine incentivi alla produzione, mirando alle tecnologie e alle componenti strategiche della filiera dell’elettrico, mitigando il costo dell’energia e valorizzando il contributo delle rinnovabili. Per Andrea Boraschi, Direttore di Transport and Environment Italia, “resistere alla transizione è una strategia perdente. L’Italia deve garantire un quadro regolatorio e fiscale stabile che favorisce l’elettrificazione, e dare sostegno mirato all’industria per lo sviluppo di tutte le tecnologie strategiche lungo la filiera, premiando direttamente la produzione come stanno facendo, con successo, negli USA”.

Auto termica contro auto elettrica: battaglia

Stoccata al governo: “L’Italia dovrebbe sostenere” gli obiettivi Green Deal UE con l’auto elettrica, “garantendo così stabilità normativa e certezza degli investimenti all’industria, accantonando richieste (come per l’inserimento dei biofuel nel Regolamento) che rischiano di indebolire o rallentare la transizione”.  Siccome il premier si spende a Bruxelles a favore del biocarburante, ecco la stoccata di T&E. Rammentiamo che in parallelo la Germania preme per gli e-fuel.

https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2024/09/26/unione_europea_ecco_il_piano_del_governo_italiano_per_il_futuro_dell_auto.html

Produzione auto in Italia, i numeri

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Nel 2024 si registrano 310.000 auto prodotte, –85% rispetto al massimo storico del 1989. “Un ulteriore ritardo nell’adattamento a questa evoluzione potrebbe compromettere definitivamente la competitività del comparto”, dice la lobby green, che in UE ha notevole peso.

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