Ritorno al motore termico in Europa: rivoluzione francese

Ippolito Visconti Autore News Auto
Dopo i deputati, anche i senatori francesi hanno votato a favore di un allentamento degli obiettivi del Green Deal. 
Dopo i deputati, anche i senatori francesi hanno votato a favore di un allentamento degli obiettivi del Green Deal. 

Il flop del Green Deal UE 2019 col ban termico 2035 e le auto elettriche invendute a marcire nei piazzali alimenta la rivoluzione francese. Contro la disoccupazione crescente e contro un futuro automotive bruttissimo,  in Francia il Senato – al pari di quanto deciso a febbraio 2025 dall’Assemblea nazionale – dice ora no al disegno di legge governativo che era in linea coi desideri UE. Quel progetto imponeva di recepire nella legislazione transalpina il bando delle endotermiche: 2035 anziché 2040. Ma democraticamente ci si oppone alla dittatura elettrica imposta dall’alto sulla scorta di ideologie totali, senza considerare quanto una batteria inquini nel ciclo vita.

Libertà sacra

D’altronde, la parola libertà era e resta sacra in Francia: libertà di scegliere l’auto che si vuole, libertà di vendere il motore moderno, pulito ed efficiente a benzina o diesel. Parola che risuona sempre più anche in Europa.

Seconda batosta anti ban termico

I motori a benzina e diesel stravincono in Francia per un secondo motivo:  i senatori hanno bocciato un altro provvedimento. Così, si rinvia di quattro anni l’entrata in vigore degli obblighi di rendicontazione ambientale per le aziende stabiliti da Bruxelles. Pertanto, siamo agli inizi della rivoluzione che si estende a macchia d’olio ovunque in Europa e fra i Gruppi auto: si al termico, motore pratico desiderato da tutti. No all’elettrico, costoso e scomodo, con poche colonnine veloci. Idem la Gran Bretagna.

Dopo i deputati, anche i senatori francesi hanno votato a favore di un allentamento degli obiettivi del Green Deal. 

Caos normativo

Come motiva il Senato francese la decisione di non recepire lo stop del 2035 alla vendita di auto a benzina e diesel? Avrebbe rischiato di essere “reso rapidamente obsoleto” dalla decisione della Commissione europea di anticipare al 2025 la clausola di revisione del regolamento sulle emissioni. Questa la tesi della destra. Invece, la sinistra ultra verde – base per il Green Deal UE, ma in forte declino – e il governo hanno manifestato il loro disappunto. Il ministro dell’Industria Marc Ferracci: “La maggior parte dei produttori e dei fornitori di componentistica non mette in discussione l’obiettivo del 2035, ma chiede solo flessibilità”. In realtà, regole più elastiche sono solo il primo passo della rivoluzione: si arriverà all’addio al ban termico, così da proteggere l’industria auto UE contro l’assalto cinese.

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