Risarcimento diretto esteso nella Rc auto: prezzi in salita

Walter Gobbi
rc auto

Lobby assicuratrici in pressing sulla Rc auto secondo Assoutenti. Che manifesta un forte e radicale dissenso all’ampliamento dell’applicazione del risarcimento diretto contenuto nelle bozze del disegno legge Concorrenza attualmente in circolazione. Perché? Perché questa norma obbligherebbe le compagnie estere ad aderire a tale procedura. Quindi, la vittima del sinistro sarebbe indennizzata dalla propria compagnia. Un meccanismo distorsivo della libera concorrenza: deve essere la compagnia del responsabile a risarcire la vittima.

Il risarcimento diretto p da estendere alle compagnie cosiddette estere. Sarebbe da abolire del tutto restituendo il pieno diritto alla libera scelta del riparatore di fiducia così come stabilito dalla legge sulla Concorrenza approvata nel 2017 costantemente aggirata dalle assicurazioni, l’accusa del numero uno di Assoutenti, Furio Truzzi.

 

E va subito introdotta la norma sulla portabilità dei certificati assicurativi che consentirebbe una maggiore mobilità delle polizze. Nonché la depurazione dei contratti da clausole vessatorie e complesse che comprimono i diritti degli assicurati nella loro debole veste di danneggiate.

Rc auto col rischio di aumenti

Anche il Movimento Consumatori è sul piede di guerra. L’estensione dell’obbligo di adesione al risarcimento diretto aggraverebbe l’attuale situazione di oligopolio: si pensi che le prime cinque compagnie assicurative italiane detengono la maggior parte del mercato nazionale, quasi il 70%. “È per tali ragioni – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale MC – che da tempo ci battiamo affinché l’esperienza fallimentare del risarcimento diretto venga superata. Per tornare a un sistema di responsabilità civile pura, dove ‘chi rompe paga’. Ovvero una situazione di maggior tutela del consumatore-danneggiato che attualmente il sistema non è in grado di garantire”.

A parere di Sonia Monteleone, responsabile settore Assicurazioni MC: “Il primo effetto che maggiormente graverebbe sui consumatori sarebbe l’aumento del costo del premio di polizza; per non parlare poi del proliferare incontrollato di clausole inconferenti con l’oggetto del contratto di RC Auto che prevedono decurtazioni illegittime sull’importo del risarcimento che deve sempre rimanere integrale”.

Perché insistere? Col comunicato stampa del 22.02.2013, l’Antitrust ha ribadito il malfunzionamento del risarcimento diretto: non è riuscito a determinare un calo delle tariffe assicurative di responsabilità civile auto. Le compagnie, invece di investire sulle proprie strutture liquidative per ridurre i costi di gestione, scaricano sugli assicurati i maggior costi di inefficienza. Allora, perché estenderlo?

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