Un parto lungo e doloroso, quello della normativa Euro 7: la Commissione europea ha deciso di posticipare a luglio la presentazione della sua proposta definitiva
Lo ha detto anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani: in questo momento l’Europa vuole anche l’Euro 7, uno standard che alle aziende automobilistiche costa moltissimo e come investimento rischia di sovrapporsi a quello per l’elettrico.
Per la T&E, la Commissione europea dovrà proporre le nuove regole Euro 7, che fisseranno i limiti legali delle emissioni da applicare ai circa 100 milioni di auto a benzina e diesel che si prevede saranno vendute in Europa dopo il 2025 ed entro il successivo decennio.
Euro 7 severo?
Quanto devo essere stringenti le nuove regole? Il più possibile, secondo i cittadini europei. Con l’inquinamento, il clima (e, ovviamente, con la nostra salute) non si può più scherzare, tanto più considerando l’impatto miliardario in termini di costi sanitari e ambientali. A rivelarlo è un sondaggio di YouGov commissionato da Transport & Environment. Oltre 8.000 i cittadini intervistati in sette Paesi europei: Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia, Romania e Repubblica Ceca.
Tra loro, gli italiani sono tra i più netti: addirittura 9 persone su 10 (89%) intervistate in Italia concordano nel chiedere che l’industria automobilistica sia obbligata per legge a ridurre le emissioni delle nuove auto il più possibile, fino a quanto sia tecnicamente fattibile.
Non solo: più di due terzi (il 71%) degli italiani intervistati sarebbero disposti a pagare fino a 500 euro in più, ovvero il costo massimo che i produttori sosterrebbero per ridurre significativamente l’inquinamento delle auto a combustione interna.
La Commissione europea sta valutando varie proposte per introdurre nuove regole sulle emissioni dei veicoli, che contribuirebbero a migliorare la pessima qualità dell’aria rilevata in molte città europee ed italiane, che ogni anno causano decine di migliaia di morti premature. La Commissione stima che l’aggravio di costo per i produttori si aggirerebbe tra i 100 e i 500 euro per auto. Calcoli che l’industria dell’automotive ovviamente contesta, chiosa l’associazione.