L’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici degli Stati Uniti continuerà ad espandersi sotto Trump. Il piano dell’amministrazione Biden di allineare le autostrade degli Stati Uniti con stazioni di ricarica per veicoli elettrici finanziate a livello federale rimarrà in vigore una volta che The Donald diventerà presidente. Smentite le Cassandre, ossia chi diceva che il tycoon sarebbe tornato alla macchina a nafta. Idiozie: invece gli yankee sono proiettati nel futuro. I nuovi caricabatterie per veicoli elettrici supportati a livello federale continueranno ad apparire lungo le autostrade degli Usa, indipendentemente dal presidente che siede alla Stanza Ovale. Ancora una volta, il futuro inquilino della Casa Bianca sceglie con intelligenza, spiazzando gli osservatori sinistroidi i quali – dopo aver previsto la sua sconfitta alle elezioni – parlavano di distruzione dell’auto elettrica e dell’infrastruttura di ricarica.
Quanti soldi
In base alle proposte, il team di transizione prevede di eliminare il credito d’imposta di Biden di 7.500 dollari per gli acquisti di veicoli elettrici da parte dei consumatori, ma mira a investire neklle stazioni di ricarica da 7,5 miliardi di dollari. Come già stabilito da Sleepy Joe. Qualcosa di buono del predecessore resterà quindi. È Tesla che segna la via: prima l’ecosistema, poi il prodotto. Prima i Supercharger, poi le vetture. Viceversa, la politica Ue (stanca, lenta, piena di tecnocrazia) non ci ha capito nulla, facendo del male a un gioiello come l’auto elettrica: il bando termico 2035 senza colonnine e tutela occupazionale anti Cina è un suicidio.
Made in Usa protetto
Trump mira a tutelare il Made in Usa, contro l’invasione della Cina. Ma questo vuol dire essere pro auto elettrica, non per forza contro. Quindi, tutela per batterie e componenti fatte newgli States.