Rischio componenti auto a prezzi stellari, è l’allarme che lancia Davide Galli (leader Federcarrozzieri, carrozzieri indipendenti che lavorano a regola d’arte). I motivi? Uno: i dazi USA di Trump al 25% applicati dal 3 aprile 2025 sui veicoli importati negli States, più i dazi del 25% dal 3 maggio 2025 su tutta la componentistica auto importata dall’estero. Produttori di auto e di componenti subiranno un duro impatto in termini di mancati profitti con perdite economiche per miliardi di euro, e la conseguenza diretta per i cittadini sarà un rialzo dei prezzi di mercato di tutto il comparto auto, dai veicoli nuovi ai pezzi di ricambio. Possibili dolori per i consumatori italiani, che potrebbero veder rincarare sia i prezzi di listino delle macchine sia i costi di ricambi e componenti: “Un colpo fatale per l’intero comparto auto globale”.
I dati della componentistica
Nel 2024 tutti questi pezzi hanno comportato importazioni negli USA per un totale di 138,5 miliardi di dollari. Solo l’Italia ha esportato negli Stati Uniti 805 milioni di euro di parti meccaniche, 213 milioni di euro a titolo di motori, 127 milioni di euro di pneumatici, oltre 110 milioni di parti elettriche.
Pezzi ricambio auto con listini stellari: paradosso
I dazi sui pezzi di ricambio, allo stato attuale, avranno un effetto paradossale. Si applicheranno anche alle auto prodotte negli Stati Uniti, facendone salire il prezzo al pubblico: una vettura prodotta e assemblata negli stabilimenti USA ha più del 50% dei suoi componenti che arrivano dall’estero (Europa, Corea o Cina). Nell’elenco della componentistica colpita da dazi figurano centinaia di elementi tra cui motori, pneumatici, batterie, trasmissioni, ammortizzatori, componenti informatici.

Prezzi auto, caos
“I dazi rischiano di determinare a livello globale una nuova impennata dei listini delle auto, che a regime potrebbero salire anche di 2.500/3.000 euro rispetto ai prezzi attuali come conseguenza delle politiche commerciali protezionistiche degli USA che si ripercuoterebbero sull’intera filiera mondiale dell’automotive”, afferma Galli.
Listini in rialzo, parla Federaruto
“I dazi decisi da Donald Trump riguardano in varia misura tutti i paesi che esportano negli Stati Uniti, ma colpiscono in particolare il settore auto europeo, già penalizzato da una decarbonizzazione che si muove sul terreno dell’ideologia anziché su quello del realismo. Ed è proprio sul piano del pragmatismo che l’Europa e l’Italia devono misurare le loro risposte all’iniziativa di Washington”, così il presidente Federauto concessionarie Massimo Artusi. Un bel pasticcio per le macchine, per la componentistica, per la logistica che sarà sicuramente rallentata, complicata e resa più costosa per le procedure di frontiera. Secondo il vicepresidente Federauto Plinio Vanini per il solo comparto delle concessionarie l’impatto dei dazi produrrà un calo di 50 mila veicoli, mettendo a repentaglio 3 mila posti di lavoro. Sarà perciò necessario “intervenire immediatamente anzitutto per neutralizzare le politiche del Green Deal perseguite dalla Commissione UE il cui tenore non è sostenuto dal mercato”.