Renault Twingo, la storia dietro il design della futura irresistibile city car

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“Il vero segreto? Sottrarre, non aggiungere”, conclude il progettista della nuovo Twingo. Linee pulite, zero eccessi, proporzioni armoniose.
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Dal concept al prototipo, il salto è stato fulmineo. La Renault Twingo Concept ha incantato il pubblico al Salone di Parigi nell’ottobre 2024, e appena tre mesi dopo, la sua evoluzione in prototipo è stata svelata a Bruxelles, nel gennaio 2025.

La realtà è che il progetto era già in fase avanzata: la concept car era pronta sin dal novembre 2023, e nel dicembre successivo, Renault ha dato il via libera alla produzione, prevista per il 2026. L’obiettivo era e resta portare sul mercato un’elettrica accessibile, dal fascino rétro e dallo spirito giocoso, con un prezzo sotto la soglia strategica dei 20.000 euro, sfidando i colossi cinesi.

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Sundeep Bhambra, Chief Designer for Advanced & Concept Cars di Renault, afferma che il prototipo noto a tutti è già molto vicino alla versione definitiva: circa 90% degli esterni e 80-85% degli interni sono quelli che vedremo sulle strade. Non a caso, è proprio Bhambra il designer che ha vinto la competizione interna per dare vita a questo progetto, ispirato senza mezzi termini alla Twingo originale del 1992, un’auto rivoluzionaria per il suo spazio ottimizzato, il design accattivante e la praticità senza tempo.

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Dietro questa nuova Twingo c’è la visione di Luca De Meo, CEO di Renault, che ha voluto una quarta generazione della citycar per affiancare, nel segmento elettrico, le future R4 e R5. Il responsabile del design Gilles Vidal, sotto la guida di Laurens van den Acker, ha chiarito la missione del marchio: “Renault vuole democratizzare la mobilità elettrica, ma senza scivolare nella banalità. Non vogliamo auto EV che sembrino elettrodomestici, vogliamo oggetti emozionanti e vibranti. Il segreto è trovare un equilibrio tra semplicità, economicità e carattere”.

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Pur mantenendo l’anima della prima Twingo, le dimensioni risultano riviste. Con una piattaforma di segmento B e le batterie collocate sotto il pianale, il passo è cresciuto a 2,49 metri, mentre la lunghezza è aumentata da 3,43 a 3,75 metri. Per preservare le proporzioni originarie, si è reso necessario un upgrade estetico: “Con un’auto più lunga, le ruote originali risultavano sproporzionate. Le abbiamo portate a 18 pollici per mantenere l’armonia delle forme, senza perdere l’essenza di una monovolume compatta e iconica”, spiega Bhambra.

Dal concept al prototipo, a prima vista potrebbe sembrare che i cambiamenti siano stati minimi. Ma è un’illusione. “Tutto è riprogettato”, assicura Bhambra. A partire dalla piattaforma Ampere Small, fino a dettagli come paraurti, parafanghi, gruppi ottici e vetri, senza dimenticare la scocca, più scolpita e dinamica. Anche gli interni sono stati reinventati da Stéphane Maoire e Damien Durand, con una strumentazione completamente rinnovata, cruscotto inedito, nuovi sedili e portiere riprogettate. L’iconica modularità della Twingo originale sarà conservata, con sedili scorrevoli e abbattibili, per offrire massima flessibilità e versatilità.

“Il vero segreto? Sottrarre, non aggiungere”, conclude Bhambra. La filosofia è stata chiara: linee pulite, zero eccessi, proporzioni armoniose e superfici curate nei minimi dettagli. I parafanghi morbidi, i fari ispirati alla prima Twingo e il parabrezza avanzato sono stati sfide tecniche impegnative, ma il risultato è un’auto con personalità da vendere. Luca De Meo aveva un’idea ben precisa: “Voglio una Twingo che sia un’emoji su ruote, simpatica, attraente, ma anche un ottimo prodotto”. Missione compiuta.

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