Rc auto con scatola nera: occhio alla trappola tremenda

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il disegno legge Concorrenza 2023 cerca di rimediare ai guai delle attuali normative.
rca scatola nera

Seppure con 20 anni di ritardo, il legislatore si accorge che la norma sulla Rc auto con scatola nera fa acqua da tutte le parti. Le regole che prevedono sconti a favore di chi installa la black box si sono dimostrate controproducenti perché hanno favorito fenomeni di lock in: l’automobilista resta paralizzato in quella compagnia. Altro che sconti da libera concorrenza. La nostra verità? Le scatole nere – i cui abbonamenti si pagano – sono servite in concreto a evitare la mobilità tra compagnie: pesa la mancata interoperabilità dei dati. La legge Concorrenza 2023 cerca di rimuovere le macroscopiche distorsioni. Il disastro è che si tenta di raddrizzare qualcosa di molto storto. Si farebbe prima a raderlo al suolo per poi ricominciare con polizze dalla  massima trasparenza verso la vittima del sistema: l’automobilista.

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Tecnoburocrazia infernale

Più un contratto è complicato, più l’automobilista consumatore rischia di prendere fregature. Ora, ecco il tentativo di rimediare alla tecnoburocrazia infernale: il Senato ha approvato il disegno di legge d’iniziativa governativa numero 1318, denominato “Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023”. Una disposizione serve a “favorire la concorrenza in ambito assicurativo: sono vietate le clausole che impediscono o limitano il diritto dell’assicurato di disinstallare, senza costi, alla scadenza annuale del contratto”, i meccanismi elettronici come per l’appunto la scatola nera. Che fine fa quello strumento? Torna alla compagnia. L’automobilista se ne libera.

Obiettivo: no abusi

Si cerca così di fare la guerra agli abusi delle compagnie sui costi di disinstallazione: o paghi o resti qui da me. Inoltre, le clausole apposte in violazione del divieto sono nulle. L’assicurato potrà chiedere, per il tramite dell’impresa di assicurazione, al fornitore del servizio di gestione della scatola, i dati relativi alla percorrenza complessiva, alla percorrenza differenziata in funzione delle diverse tipologie di strade percorse. Potrà gli eventi di guida ad alta velocità per tipo di strada negli ultimi dodici mesi. Tali dati sono resi accessibili all’assicurato, a titolo gratuito, in un formato strutturato, con modalità di uso comune e leggibile tramite dispositivi automatici.  

Fine della favoletta sulla Rca con scatola nera che vi fa felici

Termina in questo modo la visione disneyana della Rca con scatola nera che vi fa felici. D’altronde, i numeri erano già chiari: stallo totale dei contratti con black box. Non piacciono più. Ora, vedremo se e come la norma diverrà legge.

Cosa dice Assoutenti

La misura in sé agevolerà la mobilità degli assicurati, ma Assoutenti resta perplessa sull’uso dei dati relativi al comportamento stradale con finalità di pricing: si possono creare fenomeni di selezione avversa. La scatola nera poi come strumento antifrode è ormai del tutto obsoleto. “Siamo in presenza di una norma che parzialmente va nella giusta direzione. Tuttavia, è come se disciplinasse l’uso della matita nell’era dell’intelligenza artificiale. Sono i big data che vanno disciplinati, non i dispositivi che li generano”.

Cos’è la selezione avversa Rca in relazione alla scatola nera

Ma cos’è la selezione avversa e che c’entra con la Rca e la scatola nera? Risponde Assoutenti: “La selezione avversa è: aumentare i prezzi agli assicurati che possono essere più rischiosi. Caso classico: non pagare la sanità ai malati, e pagarla ai sani (che non si ammalano). La scatola nera serve alle assicurazioni per decidere come e quanto pagare tutti gli assicurati in prima classe (ormai l’ottanta per cento) sulla base di una lettura algoritmica dei dati di guida e priva di elementi oggettivi”.

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