La Range Rover Velar è uno dei suv più eleganti e raffinati presenti oggi sul mercato. Plasmata secondo una bellezza eterea, che trascende le mode passeggere, il veicolo della Casa automobilistica britannica è in cerca di rilancio. Per il 2025 cambierà identità, anche sotto il cofano. Difatti, come scrive l’autorevole magazine britannico Autocar, dovrebbe abbracciare la causa green. In che modo è facile da intuire: con un powertrain a zero emissioni. Così facendo, le parti incaricate avranno modo di andare incontro alle moderne esigenze del pubblico. Dopo i continui messaggi di allarme lanciati dagli studiosi, gli eventi di cronaca hanno acuito l’attenzione verso l’ecosostenibilità. Sebbene riservare il peso totalmente sulle spalle del comparto automotive non rappresenta, di certo, la soluzione migliore, pure le Case devono andare incontro a precisi oneri. A maggior ragione perché la politica sta attuando delle direttive atte a favorire la transizione ecologica.
Ad esempio, la Commissione Europea ha stabilito il bando delle vetture endotermiche. Se certe compagnie, tipo l’Audi (frenata da alcuni passi a vuoto, in seguito ad alcune episodi sfortunati), andranno a ridosso della deadline, la prevalenza preferisce giocare d’anticipo. Attraverso un processo graduale, il marchio del gruppo Jaguar Land Rover pensa di andare incontro alle esigenze dell’intera comunità. In termini di piattaforma, sarà probabilmente adottata quella modulare MFA (Modular Longitudinal Architecture) condivisa tra le vetture del conglomerato.
Per quanto riguarda i tempi di uscita, l’autorevole testata d’oltremanica parla di un paio d’anni, al più tardi. Andiamo, allora, a scoprire quali saranno le caratteristiche della nuova Range Rover Velar, a cominciare dall’aspetto estetico, sempre da prendere in esame. Dopodiché, ci interrogheremo sugli interni, a livello di spazio offerto e di tecnologie di bordo, prima di concludere con le motorizzazioni.
Indice Show
Range Rover Velar: gli esterni
La Ranger Rover Velar 2025 sarà sottoposta a interventi radicali sotto il piano dell’immagine, in maniera da enfatizzarne l’armonia delle linee, oltre che la caratura premium. Avrà l’onere di inaugurare la rinnovata linea di produzione delle bev di Halewood, nel Regno Unito, a cui seguiranno la Range Rover Evoque e la Land Rover Discovery Sport. Il via alle opere di rinnovamento del complesso avverrà nel 2024 e il veicolo destinato a nascere costituirà la seconda generazione. Lanciato per la prima volta nel 2017, l’accoglienza nelle concessionarie è stata parecchio positiva, poi, però, il Costruttore ha deciso di virare sulle sorelle Range Rover e Defender, dati i margini di guadagno superiori.
L’assenza di aggiornamenti e i ridotti investimenti nella campagna promozionale hanno fatto sì che finisse relegata nelle retrovie, migliore solo della Discovery per immatricolazioni. Memore della lezione, i piani alti hanno disposto un radicale cambiamento. La decisione di proporre una continuazione era in forse, fino allo scorso mese di marzo, nel momento in cui la compagnia ha annunciato di avere in serbo tre nuove bev, tutte assegnate alla manodopera di Halewood.
Dei muletti sono stati pizzicati dai “paparazzi delle quattro ruote” mentre sostenevano i test nell’Europa meridionale, con una fascia anteriore di parecchio rivista. Il paraurti appare invariato, ciononostante ci sarebbe la volontà di portare avanti lo sviluppo. Inoltre, è logico aspettarsi dei fari aggiornati, sebbene il camouflage renda pressoché impossibile rilevare delle eventuali rivisitazioni. Al “lato B” si prospettano un nuovo paraurti posteriori e dei ritocchi ai fanali.
Gli interni
Il materiale finora fuoriuscito sotto forma di foto fornisce pochi indizi sull’abitacolo. Comunque, potrebbero esserci delle modifiche degne di nota, soprattutto nel quadro strumenti e nel display adibito alla fruizione dei contenuti multimediali. L’attuale versione conta su due schermi da 10 pollici, di cui uno per l’impianto infotainment e uno dedicato ai controlli del clima e alle configurazioni del mezzo. L’idea sarebbe di incrementare le dimensioni, malgrado manchino delle prove fotografiche a suffragio della tesi portata avanti da fonti vicine all’azienda.
Nell’esemplare odierno si possono trovare diverse analogie con la cugina Jaguar F-Pace, una mossa dettata dalla necessità di realizzare delle economie di scala. Perché ok, sono veicoli di caratura premium, tuttavia ciò non giustifica l’atto di dilapidare le risorse economiche. Alla pari di qualsiasi altra azienda di settore, si avverte la chiara necessità di ottimizzare le uscite, anche per disporre delle condizioni vantaggiose. Entrambe vedono la luce presso l’impianto di Solihull, a differenza della seconda serie, quando si renderà necessario il trasloco.
In aggiunta, cambierà l’architettura: invece della D7 la scelta ricadrà sulla nuova EMA. Svelata due anni fa, la piattaforma a skateboard sa accogliere le Land Rover di dimensioni compatte. In principio, era previsto il ricorso per le sole ibride, prima del cambio di programma. Sarà adottata pure nella costruzione delle elettriche e, stando ai portavoce ufficiali, segnerà una tangibile svolta. La tesi prevalente indica di una proposta più in linea con le esigenze della comunità urban, contro la MLA, che dà il meglio di sé nei sentieri off-road.
Jaguar Land Rover ha definite l’EMA come una struttura semplice, “cucita” attorno alle batterie montate sul pavimento, dotate di hardware da 800 Volt per la ricarica rapida, affinché la Range Rover Velar eguagli la velocità massima di ricarica di 350 kW delle concorrenti Porsche e Audi. I lavori sul pianale sono cominciati qualche anno fa e i prototipi definitiva approderanno nell’arco dei mesi a venire.
Motori e prezzi
I cambiamenti rivoluzionari della Range Rover Velar costituiranno una tappa di importanza storica nell’evoluzione del brand. La decisione assunta nel quartier generale dipende dal proposito di differenziare al massimo le quattro linee di prodotto (Jaguar, Defender, Discovery e Range Rover). Per scongiurare la rivalità interna, ciascuna si collocherà in fasce ben precise, ancora di più rispetto all’epoca attuale. Rispetto all’omologa a grandezza naturale, la Velar riprenderà degli spunti, seppur con un’identità unica e un prezzo di listino “accessibile”. Che riceverà, inevitabilmente, un ritocco verso l’alto. Alla luce delle competenze attuali, le bev sono più onerose da produrre, da cui il rincaro in listino, a meno di non accettare un minor margine di guadagno.
Oggi in vendita a 70 mila euro circa, si passerà almeno a 75 mila euro, nella migliore delle ipotesi. Più realisticamente, si aggirerà tra gli 80 e gli 85 mila euro, tenuto, peraltro, conto dell’inflazione. Nelle anticipazioni della società, i motori elettrici ad hoc dell’EMA garantiranno un’efficienza di 7,2 km per kWh e saranno i numeri uno della categoria in quanto a coppia. I powertrain dell’esemplare in commercio partono dai sistemi mild hybrid: turbo benzina da 2.0 litri da 250 CV oppure diesel, da 2.0 litri da 204 CV o il sei cilindri da 3.0 litri a 300 CV. In cima si colloca il plug-in hybrid da 404 CV.
La guidabilità è uno dei punti di forza, sia per l’agilità, ottima soprattutto se rapporta alle dimensioni, sia per il comfort a bordo, riducendo in misura considerevole la rumorosità e i sobbalzi. Il selettore di guida Terrain Response permette di impostare la modalità preferita, in relazione alla tipologia del percorso da affrontare.