Elon Musk ancora più ricco: grazie al pool delle Case anti multe Ue, guadagna un miliardo di euro. Sono i soldi che i produttori di auto rivali versano alla società texana per soddisfare gli standard di inquinamento più severi nell’Unione Europea quest’anno. Lo prevedono gli analisti di UBS Group AG, riferisce la Reuters. L’azienda statunitense metterà in comune la flotta di veicoli elettrici che vende quest’anno con almeno altri cinque produttori, guidati da Toyota Motor Corp., Stellantis NV e Ford Motor Co.
Paura delle sanzioni
L’accordo consente ai costruttori di fare la media delle emissioni delle loro flotte con coloro che vendono meno veicoli elettrici: si compensa lo zero totale di Tesla. Infatti de Meo (capo di Renault e della lobby Acea) ha criticato la Commissione europea, affermando che i produttori sono costretti a prendere decisioni “controproducenti” per conformarsi agli standard evitando sanzioni da 16 miliardi di euro. “Ciò porta all’indebolimento dell’industria europea”, ha affermato l’azienda, aggiungendo che è troppo presto per dire se si unirà ai concorrenti.
Anche di più
“Il risarcimento di Tesla potrebbe persino superare un miliardo se la Casa monetizzasse” tutto il possibile, hanno scritto gli analisti di UBS guidati da Patrick Hummel in un rapporto pubblicato mercoledì. Volvo Car AB, che sta mettendo in comune con Mercedes-Benz Group AG, potrebbe essere in linea per un risarcimento fino a 300 milioni quest’anno. Le aziende automobilistiche hanno fatto pressioni affinché l’Ue alleggerisse gli standard di CO2, avvertendo che saranno costrette a pagare sanzioni, ridurre la produzione, unirsi a concorrenti stranieri come Tesla o la cinese Geely o la cinese BYD Co. o vendere veicoli elettrici in forti perdite. Rischi per l’occupazione e le fabbriche. Ma Bruxelles proprio non ci sente. Soldi da sborsare nel 2026 per tutti gli sforamenti nel 2025. Poi nel 2027 per gli sforamenti nel 2026 e così via.
Né elettriche né termiche ibride plug-in
Elettriche flop in Ue per colpa di una sciagurata politica di Bruxelles e dei governi: poche colonnine, nessuna protezione anti Cina. Le immatricolazioni di auto plug-in sono rimaste stagnanti l’anno scorso dopo che i governi di mercati come la Germania hanno gradualmente eliminato i sussidi. “I nostri marchi europei sono costretti a verificare se sia un’idea più intelligente dare i soldi a Tesla o a BYD”, ha affermato Jens Gieseke, un legislatore di centro-destra del Parlamento europeo che il mese scorso ha scritto un documento in cui chiedeva alla Commissione di rivedere le sue politiche automobilistiche.
Tutti in coda dal salvatore della patria: Musk con Tesla
Tutti gli altri produttori che desiderano unirsi al pool di Tesla hanno tempo fino al 5 febbraio 2025 per presentare la propria domanda, come mostra il documento dell’Ue. I candidati devono firmare un accordo di non divulgazione e fornire dati alla Casa sulle proprie emissioni di CO2, in modo che l’azienda possa valutare qualsiasi rischio che il pool non raggiunga i propri obiettivi. Invece, le aziende interessati a unirsi al pool Volvo-Mercedes sono soggetti a condizioni simili e hanno tempo fino al 7 febbraio per presentare domanda.
Idea di Tavares per le elettriche Stellantis in ritardo
L’unione di Stellantis con Tesla è una sorpresa: l’ex amministratore delegato Carlos Tavares ha insistito sul fatto che l’azienda avrebbe rispettato le norme Ue in modo organico. L’Unione allenta la pressione sul Gruppo euroamericano, che lancia elettriche in ritardo. Volkswagen e Renault hanno i maggiori divari da colmare tra le vendite dell’anno scorso e gli obiettivi di emissioni della flotta che dovranno raggiungere nel 2025. Non è chiaro se Tesla abbia già “raggiunto il massimo” in termini di numero di produttori che può includere nel suo pool o se ci sia spazio per altri. Le aziende potrebbero essere costrette a vendere più Bev con margini diluiti e affrontare un rischio di ribasso di circa il 10% sui loro guadagni prima di interessi e tasse quest’anno.
Spettacolo della sinistra Ue che arricchisce Musk
Così, la sinistra Ue – col Green Deal – alla fine arricchisce uno di destra come Musk. Anzitutto, un miliardo di euro bello fresco per le multe 2025 da pagare nel 2026. Idem nel 2026 e nel 2027. Inoltre, uno straordinario surplus di potere automotive a Elon: si passa da lui per evitare le multe. E chi riceve i soldi fa sempre il prezzo. Un sistema – quello delle auto elettriche – pensato malissimo. Un prodigio di tecnologia da coccolare e viziare con colonnine, bonus, scudo anti Cina. Invece, lo si è sbattuto sul mercato senza criterio, solo parlando di transizione e decarbonizzazione. La tecnocrazia sinistroide adesso è alla resa dei conti in Germania e Francia, con possibili ripercussioni per la traballante Commissione Ue, nata sulla scorta di patti trasversali.