Quanti punti di ricarica auto elettrica ci sono in Italia a fine 2024: i veri numeri

Ippolito Visconti Autore News Auto
La rete italiana delle colonnine per le auto elettriche continua a crescere: vediamo i veri numeri dei punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola. 
La rete italiana delle colonnine per le auto elettriche continua a crescere: vediamo i veri numeri dei punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola. 

Oggi in Italia in teoria ci sono 64.000 punti di ricarica a uso pubblico per l’auto elettrica, in base al conteggio fatto a fine 2024. Tuttavia, il 16% è non collegato alla rete elettrica. Quindi, quanti ne restano? Grosso modo 54.000 punti di ricarica che vanno. Gli altri verranno collegati chissà quando a causa di una burocrazia infernale che paralizza l’auto elettrica in Italia. È quanto emerge dalla sesta edizione dello studio “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, lanciato a KEY – The Energy Transition Expo da Motus-E, che rileva nel corso del 2024 la posa di 13.713 nuovi punti di ricarica, di cui 4.052 installati solo nell’ultimo trimestre dell’anno. 

Tanti o pochi?

Il numero dei punti di ricarica presenti sul territorio conferma l’Italia tra i Paesi più virtuosi d’Europa nell’infrastruttura al servizio dei veicoli a batteria. Anche se – secondo noi – non bastano per il boom futuro dei mezzi a corrente. In termini percentuali, la rete di ricarica italiana segna nel 2024 un’espansione di oltre il 27% e un aumento dei punti di ricarica negli ultimi due anni del 75%. Insieme al numero totale delle colonnine aumenta anche l’incidenza di quelle a più alta potenza: il 47% dei punti installati nel 2024 è di tipo veloce e ultraveloce, segnando un record assoluto (lo scorso anno rappresentavano il 22% delle nuove installazioni). 

La rete italiana delle colonnine per le auto elettriche continua a crescere: vediamo i veri numeri dei punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola. 

Problema Sud

Guardando alla distribuzione per macroaree, al Nord si concentra il 57% dei punti di ricarica della Penisola, al Centro il 20% e al Sud il 23%. La Lombardia si conferma la prima Regione per punti di ricarica (12.926), davanti a Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). Lombardia in testa anche per crescita dell’infrastruttura nel 2024, con 3.531 nuovi punti di ricarica installati, seguita dal Lazio (+2.258), Piemonte (+982), Veneto (+966) e Sicilia (+945). Tra le città, Roma è quella che conta più punti di ricarica installati (3.117), seconda piazza per Milano (1.400) e terza per Napoli (1.235). La classifica cambia però se consideriamo il numero di punti di ricarica per km² di superficie, con Napoli sul gradino più alto del podio (11 punti ogni km²), davanti a Torino (8 punti ogni km²) e Milano (poco meno di 8 punti ogni km²).

Guaio autostrade

Aumentano ancora i punti di ricarica installati in autostrada, che al 31 dicembre 2024 raggiungono quota 1.087 (di cui il 64% con potenza superiore oltre i 150 kW), rispetto ai 932 registrati a fine 2023. Pochissimi

La situazione

Comunque, nel 94% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km, con un rilevante passo avanti rispetto all’86% di copertura registrato a fine 2023. Avvicinandosi alle aree urbanizzate e alle arterie stradali la densità di punti di ricarica cresce in maniera esponenziale, superando anche i 2.000 punti di ricarica nel raggio di 10 km nei pressi delle grandi città. Da cui eliminare i punti scollegati.

Urgono soldi pubblici

Il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, auspica che vengano estesi i termini per l’utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l’impiego e supportare la crescita dell’infrastruttura nelle zone meno coperte, “facendo leva anche sul prezioso monitoraggio della Piattaforma Unica Nazionale gestita dal GSE”. Poi, c’è il recente protocollo siglato con Unem per le colonnine nei distributori di carburante.

Servono semplificazione e omogenizzazione degli iter autorizzativi, la cui complessità si riflette in una quota del 16% di infrastrutture installate ma non ancora utilizzabili dagli utenti finali (valore in lieve calo rispetto al 18% del 2023), o perché non è stato finora possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori locali dell’energia, o per altre vischiosità burocratiche.

Confronto con l’UE

Con 19 punti di ricarica a uso pubblico ogni 100 auto elettriche circolanti, l’infrastruttura italiana si conferma davanti a quelle di Francia (14 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (8 punti ogni 100 auto elettriche circolanti) e Regno Unito (7 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), conservando il primato anche se si considerano solo i punti di ricarica veloci in corrente continua: Italia (3,4 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Francia (2,6 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (1,7 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Regno Unito (1,2 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti). Ma Italia indietro come vendite: quota mercato BEV nell’ordine del 5%, a fronte del 17,4% di market share registrato in Francia, il 16,6% della Germania e il 21,3% del Regno Unito. Ma va tolto il numero di prese scollegate.

Siamo davanti anche per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale, con una media di 1 punto di ricarica ogni 4 km di strade. A seguire ci sono Regno Unito (1 punto ogni 5 km), Germania (1 punto ogni 6 km) e Francia (1 punto ogni 7 km). 

Disastro elettricità e interoperabilità

Secondo noi, il pieno di elettroni rincara in continuazione, specie da quanto l’Italia non compra più il gas dalla Russia, con elettricità alle stelle. Manca l’interoperabilità: troppe variazioni di app, carte di credito e quant’altro in base alla colonnina e al fornitore. La quantità di connettori non basta: serve qualità.

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