A volte, anche mossi dalle migliori intenzioni, capita di infrangere la legge. Ecco perché crediamo sia il caso di spazzare via qualsiasi dubbio in merito a quando pagare il primo bollo dopo l’acquisto.
Nel caso della tassa, la maggior parte dei proprietari di vetture deve pagarla alla Regione di competenza o all’Agenzia delle Entrate – Riscossione. La regola non è assoluta, in quanto esistono varie eccezioni previste dalle autorità aventi voce in capitolo.
Le amministrazioni regionali hanno la possibilità di disciplinare la materia come meglio ritengono opportuno, entro i limiti posti dal normatore nazionale. Per esempio, possono stabilire le categorie di mezzi soggetti a esenzione, tipo i mezzi elettrificati (ibridi ed elettrici) e d’epoca.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la prescrizione. L’ente addetto alla riscossione ha tempo fino al terzo anno successivo alla data di mancato saldo, fatta eccezione per il Piemonte, dove sono cinque gli anni (anche se circolano tesi contrastanti). Provvedimenti ad hoc stabiliti volti a prorogare la prescrizione e la decadenza sono comunque respinti dalla Corte costituzionale. Che attraverso una sentenza ha posto definitivamente chiarezza.
Differenze di territorio in territorio si riscontrano pure sul quando pagare il primo bollo. La quasi totalità delle Regioni applica il medesimo termine, ma permangono un paio di eccezioni di cui prendere atto.
La tassa va corrisposta poiché proprietari di un veicolo, registrato al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Si tratta di un dovere tassativo sancito dal legislatore italiano, pena sanzioni pecuniarie e provvedimenti amministrativi. La reiterata violazione dà, infatti, pure il diritto di porre in pratica il fermo amministrativo e la cancellazione della vettura dal PRA.
Inoltre, con il passare del tempo aumentano gli interessi di mora, che talvolta assumono importi tali da rendere anche un piccolo importo decisamente cospicuo. Ecco perché sarebbe opportuno evitare di tergiversare, provvedere alla prestazione entro i termini stabiliti.
Quando pagare il primo bollo auto: i termini
Allora entro quando bisogna pagare il primo bollo? La normativa di solito applicata dalle Regioni è chiara: entro lo stesso mese di immatricolazione, a meno che questa sia avvenuta negli ultimi dieci giorni del mese stesso. Detta così, lo ammettiamo, suona piuttosto confusa, ma è sufficiente dare qualche esempio per avere idee precise in merito. Ipotizziamo di aver immatricolato il 15 novembre. In linea con il concetto sopra espresso, sarà obbligatorio ottemperare al versamento della tassa entro il 30 novembre. Il discorso cambia se abbiamo effettuato l’immatricolazione il 25 novembre. In tal caso, il pagamento andrà assolto entro il 31 dicembre.
La legislazione dovrebbe risultare abbastanza chiara da non richiedere ulteriori spiegazioni. Comunque, a scanso di equivoci vi portiamo all’attenzione degli ulteriori esempi. Supponiamo di aver immatricolato il veicolo il 10 dicembre. Il saldo della tassa di proprietà automobilistica andrà assolto per il 31 dicembre. E se l’immatricolazione risale al 22 dicembre? La risposta è altrettanto semplice: il termine ultimo per l’assolvimento della tassa passerà al giorno conclusivo del mese successivo, vale a dire il 31 gennaio dell’anno seguente. A ogni modo, l’accordo stipulato varrà a prescindere dall’esatta data di sottoscrizione. Che si sia all’inizio o al termine del mese non cambierà nulla.
Le sanzioni per chi non risponde all’obbligo
Di conseguenza, possiamo aver pure pagato il tributo il giorno finale del mese, ad esempio il 30 novembre, e comunque ci toccherà pagarlo per intero. Sicché il rinnovo vale dodici mesi saremo coperti dal bollo fino al 31 ottobre. Il rinnovo andrà effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo. Dunque, per non violare le direttive del legislatore sarà necessario effettuare la proroga entro il 30 novembre. Chi trasgredisce questo principio chiave e viene “colto in flagrante” dagli organi supervisori avrà una bella gatta da pelare. Meglio rifletterci a fondo se ne valga la pena, perché le multe sancite sono piuttosto elevate già all’inizio. Figurarsi poi con il procrastinare, nel momento della maturazione degli interessi di mora, dei quali vi abbiamo già parlato in apertura.
Mettersi in regola entro il 14° giorno successivo alla soglia di tolleranza comporta una sanzione dello 0,1 per cento per ciascun giorno di ritardo. Man mano l’importo sale, fino a toccare il 3,75 per cento nel periodo compreso tra il 90° giorno e un anno. Dopodiché, viene applicato il 30 per cento più un interesse dello 0,5 per ciascun giorno di ritardo.
In seguito, la Regione o l’Agenzia delle Entrate – Riscossione competente invia la cartella esattoriale. Chi la riceve ha fino a 60 giorni di tempo per estinguere il suo debito o per presentare opposizione alla Commissione tributaria provinciale. Se la decisione assume carattere definitivo, in aggiunta alla multa, possono esserci ulteriori sanzioni amministrative. Nella fattispecie, gli organi incaricati hanno diritto a scegliere una delle seguenti strade:
- pignoramento del bene;
- fermo amministrativo del mezzo.
Se la scelta ricade sul fermo amministrativo è tassativo il preavviso di 30 giorni. Tale lasso di tempo va lasciato per permettere al titolare del mezzo di estinguere il debito o presentare domanda di rateazione. Il fermo non può essere applicato se il veicolo serve per lo svolgimento dell’attività d’impresa, ma in tal caso deve essere ammortizzabile. Il pignoramento o il fermo amministrativo si somma alla multa e ai relativi oneri.
Qualora per tre anni consecutivi si ripeta il mancato pagamento del bollo è possibile addirittura andare incontro alla radiazione dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Da adesso in poi è vietato circolare su strada, a meno di non re-immatricolare e di pagare una salata sanzione. Com’è ovvio che sia, si tratta dell’approccio più duro attuato nei confronti dei trasgressori.
I canali di pagamento tra cui scegliere
Per evitare di incorrere in qualsivoglia sanzione, bisogna far fronte alla tassa di proprietà una volta registrati presso il PRA. Ormai ve lo abbiamo spiegato quando pagare il primo bollo auto, ma permetteteci di rinfrescare un po’ la memoria a proposito delle metodologie. Date le innovazioni tecnologiche, è possibile servirsi di vari strumenti, dalle formule classiche a quelle di recente introduzione.
L’Automobil Club d’Italia prevede sul suo sito ufficiale Bollonet, servizio online con cui effettuare la transazione mediante il sistema PagoPA. I servizi pubblici concessi richiedono le credenziali SPID, CNE o CIE. I residenti stranieri hanno la possibilità di accedere alla piattaforma mediante la digitazione delle credenziali personali (eID).
Le Delegazioni ACI sono aziende private, competenti nel ramo economico-aziendale. Attraverso degli accordi stipulati con l’ACI, permettono di ricevere un servizio di consulenza personalizzato. Se siete alle prime armi è una delle migliori opzioni tra cui scegliere. Con le loro competenze gli addetti vi saranno fornire tutta l’assistenza necessaria. La peculiarità che contraddistingue per le agenzie Sermetra, un network di 1.200 studi di consulenza di agenzie e pratiche auto.
L’unione tra Banca 5 – Gruppo Intesa San Paolo e SisalPay ha dato vita a Mooney, anch’esso una valida scelta, caratterizzato dalla fusione di offline e online. Importanti garanzie arrivano poi da Poste Italiane, che, attraverso il sito internet, permette di mettersi in regola, nonché con le applicazioni BancoPosta o PostePay.
Se si preferisce recarsi in un centro fisico esistono i punti vendita Lottomatica e ulteriori agenzie di pratiche auto diffuso lungo la penisola. Alla pari dei centri sopra menzionati hanno delle competenze specializzate; perciò, in caso di inesperienza può essere un’ottima idea mettersi in contatto con loro. Infine, l’home Banking e app di vario tipo permettono di risanare la rispettiva posizione in pochi clic. Le stesse modalità saranno valide anche per quanto attiene al rinnovo del bollo.