Nel settore automotive dell’Italia (ed europeo), non ci sono solo disgrazia e disperazione, con tagli, chiusure e nessun progetto lungimirante; esiste anche l’eccellenza imprenditoriale e manageriale, a beneficio pure di dipendenti e collettività: vedi l’italiana Proma Group che investe nella tedesca Recaro, salvandola.
Proma Group sugli scudi
Specializzata in componentistica automotive con 25 stabilimenti nel mondo, Proma Group permetterà allo storico marchio teutonico Recaro Automotive GmnH (il più antico produttore di sedili al mondo) di rilanciarsi sul mercato nel 2025. A luglio 2024, il suo annunciato fallimento. Sebbene non siano note le ragioni del flop, nel gennaio 2020 l’azienda teutonica era stata venduta a una società di investimento privata chiamata Raven Acquisitions, con sede a Detroit.
Esempio virtuoso italiano
Un esempio virtuoso di modo di fare azienda in Italia nel settore automotive. Magari, ci sarebbe spazio per pensare all’inverso, in positivo, perché no: lo Stato italiano e l’Ue potrebbero sostenere le aziende della filiera che investono in Italia. Per incrementare i profitti.
Quali conseguenze
Recaro quindi salvata dalla bancarotta da questo fornitore di componenti italiano. Le sedi in Germania, Giappone e America e una parte dei dipendenti Recaro rimarranno al loro posto: piena operatività. Rispetto degli accordi già in essere fra l’azienda tedesca da una parte, e clienti e fornitori dall’altra. La produzione di componenti di primo equipaggiamento destinata alle Case costruttrici passerà a Proma Group, in Italia.
Ineos riparte
Recaro fornirà sedili alla Casa britannica Ineos Automotive, che riprenderà la produzione all’inizio di gennaio 2025: in fase di decolla la Suv Grenadier e il pick-up Quartermaster.
Parla Proma Group
“Il nostro investimento in Recaro Automotive rafforzerà la nostra capacità di fornire un prodotto di seduta di alta qualità, abbracciando al contempo le innovazioni più all’avanguardia nel settore automobilistico”, ha affermato il Ceo di Proma Group Luca Pino.
Qual era il problema di Recaro
Dopo aver fatto la storia delle competizioni sportive, Recaro pareva dovesse morire. Arci nota per i meravigliosi e ultra contenitivi sedili delle auto da competizione (e per le panchine degli stadi di calcio), la scorsa estate aveva depositato presso il tribunale distrettuale di Esslingen (Baden-Württemberg) un’istanza di fallimento. Un giudice aveva disposto l’avvio dell’amministrazione controllata. Sotto choc i 215 dipendenti, che s’erano tagliati parte delo stipendio afficnhé la società restasse in vita. Per farlo, l’azienda di Kirchheim unter Teck aveva anche deciso di diversificare: seggiolini auto per il trasporto di bambini. Adesso, ecco il salvatore, la manna dal cielo: l’Italia.