Crollo verticale Stellantis come produzione nelle fabbriche italiane, se gli incentivi statali proposti dal governo Meloni si riveleranno insufficienti. Questa la previsione dei sindacati nazionali FIM-CISL. Problema: c’è scarso feeling fra esecutivo e gruppo capitanato da Tavares. Soprattutto il ministro delle Imprese Urso si punzecchia spesso con l’azienda dove i francesi ex PSA (Peugeot) comandano su ex FCA (Fiat). A quanto può ammontare la diminuzione di macchine made in Italy? Di un terzo addirittura nel 2024. Poco più di 500.000 veicoli rispetto ai 751.000 dello scorso anno, ben al di sotto dell’obiettivo di un milione che Stellantis sta discutendo con il governo italiano per la fine di questo decennio.
Cortocircuito Stellantis
Il governo mette i bonus affinché Stellantis produca un milione di veicoli in Italia. Stellantis al contrario registra un calo di produzione. Un cortocircuito bestiale. “L’impatto dei bonus sui volumi di non è ancora visibile”, ha detto il presidente della FIM-CISL Ferdinando Uliano, presentando il rapporto trimestrale del sindacato sui livelli di produzione di Stellantis, che ha mostrato un calo della produzione del 25% nella prima metà di quest’anno a 303.510 veicoli. “Se gli incentivi non cambiano il quadro, alla fine dell’anno saremo molto probabilmente solo a metà strada verso l’obiettivo di un milione di persone entro il 2030”, ha affermato. Un portavoce di Stellantis ha detto che la società normalmente non commenta i dati di produzione riportati dal sindacato.
Poche ore prima delle parole del sindacato, il ministro Urso era stato chiaro: “Non sappiamo ancora se agli ecobonus statali abbia anche corrisposto un significativo aumento della produzione nazionale, come avevamo concordato con Stellantis”. Se sì, allora altri incentivi. Se no, allora fondi statali che favoriscano la produzione in Italia: una Casa cinese, per esempio. Solo il Dragone ha la forza, la tenacia, la fantasia per imporsi e per vincere.
Paragone crudele col 2023
Uliano ha affermato che il calo della produzione nel primo semestre è dovuto in parte ai forti dati comparabili del 2023, quando Stellantis ha recuperato la produzione persa rispetto al 2022, ancora influenzato dalla carenza di semiconduttori. Un potenziale impulso alla produzione italiana di Stellantis dovrebbe provenire dai nuovi modelli che dovrebbero uscire nello stabilimento di Melfi nei prossimi anni. Tra il prossimo anno e il 2026, Stellantis prevede di avviare la produzione in Basilicata di cinque nuovi modelli di medie dimensioni per marchi tra cui Jeep e Lancia, iniziando con una nuova vettura DS nel primo trimestre del 2025.
Per le sigle, il polo produttivo di Mirafiori perde volumi sulla 500 elettrica e non riesce più a compensare il continuo calo delle Maserati. La situazione è in peggioramento e per i prossimi mesi non si vedono segnali di miglioramento. Una flessione ha impattato sulle produzioni della 500 bev perdendo quasi due terzi rispetto alle 46.930 unità del 1° semestre del 2023.
Invece, gli stabilimenti di Melfi e Cassino subiscono l’attesa verso la transizione alle future produzioni sulle due nuove piattaforme Stla Medium e Stla Large previste nel 2025. “La situazione di Melfi è comunque difficile e complessa. Soprattutto nella fase di transizione verso i cinque nuovi modelli multibrand sulla piattaforma Bev STLA Medium: questo ha comportato la stipula di un nuovo Contratto di Solidarietà con scadenza 4 agosto 2024, che verrà rinnovato entro fine del mese. Inoltre la situazione sui volumi per il mese di luglio vede nella seconda settimana un fermo produttivo per 5 giorni”, dice il sindacato
Auto malissimo
Sono soprattutto le auto a far piangere Stellantis. Tra gennaio e giugno, sono usciti 303.510 veicoli, il 25,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Vetture: -35,9%, per 186.510 unità. I commerciali leggeri crescono del 2% (117 mila), ma non compensano il rosso terribile delle auto. L’unico impianto Stellantis in crescita è quello di Pomigliano d’Arco, che ormai rappresenta più della metà dei volumi totali. La conferma della produzione della Fiat Panda almeno fino al 2029 e comunque, fino a quando la legislazione sulle produzioni endotermiche lo consentiranno, unitamente agli attuali volumi, è un elemento positivo per i livelli produttivi. Invece -63,5% per Mirafiori, -73,3% per Modena, -38,7% per Cassino e -57,6% per Melfi.
Mistero Comau
Per il sindacato, elementi di incertezza in merito a Comau: “Abbiamo espresso la nostra preoccupazione su questa importante realtà del settore della robotica, dell’automazione industriale e della e-mobility, che occupa circa 700 dipendenti in Italia e oltre 3.500 nel mondo”. Il rischio? Che possa essere ceduta a società terze. Stellantis incasserebbe denaro, esiste il pericolo di impoverire ulteriormente il patrimonio di ricerca e sviluppo nel nostro Paese.