Prezzi benzina bollenti. Il motivo? Non tanto le tensioni in Medio Oriente, ma l’impatto della Russia. Che ha bloccato le esportazioni di petrolio fino a fine agosto. E se c’è meno oro nero, questo vale di più con ripercussioni alla pompa. Putin sta facendo scorta, acquistando prodotto dal Kazakistan e dalla Bielorussia. Tutto questo perché le proprie raffinerie a sud sono state colpite dai droni ucraini (potenza di raffinazione giù del 14%). Il Cremlino ha opzionato 100.000 tonnellate di benzine dal Kazakistan.
Prezzi benzina in alto: petrolio verso quota 100
Il barile del petrolio sta per volare a quota 100. Anche per i maggiori consumi in Usa: le auto si usano per weekend e viaggi con la bella stagione. Pertanto, fra guerra Russia-Ucraina e aumento della domanda degli States, la tendenza rialzista è fortissima.
Da noi, la verde è attorno a 2 euro, con 2 euro e mezzo in autostrada. E il diesel gli va appresso. Ma il ministro dell’Economia Giorgetti respinge ogni addebito, sostenendo che il prezzo della benzina non dipende dalle decisioni del governo. Il mega cartello coi prezzi medi è stato un flop.
A febbraio, il Consiglio di Stato ha annullato l’articolo 7 del decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy in tema di esposizione giornaliera del prezzo medio regionale dei carburanti. L’obbligo di esposizione del prezzo medio regionale carburanti sulla rete ordinaria e il prezzo medio nazionale sulla rete autostradale è caduto. Il prezzo lo si seziona nelle sue componenti formative (accisa, Platt’s, margine industriale lordo) calcolate con Iva. Quando il prezzo della benzina aumenta, ciò è dovuto in misura ampiamente maggioritaria all’aumento del Platt’s. Se la verde diminuisce, ciò è dovuto ancora in misura ampiamente maggioritaria al calo del Platt’s, ma la misura della diminuzione è influenzata dalla diversa variazione del margine.