Porsche: solido debutto in Borsa in una storica IPO

M Magarini
Porsche logo

Porsche ne è uscita rinforzata dal lancio in Borsa, dopo che la casa madre Volkswagen Group ha fissato la quotazione finale per il brand di auto sportive al limite superiore, nel tentativo di sfidare i profondi sconvolgimenti del mercato.

Porsche: partenza incoraggiante in Borsa

Porsche stabilimento Lipsia 20 anni

La Porsche è salita dell’1,8 per cento a 81 dollari a Francoforte all’open, prima di tornare al suo prezzo di offerta di 79,93 dollari per ciascun titolo, la fascia alta della gamma, secondo cui è stata assegnata all’azienda una stima pari a 73 miliardi di dollari.

La quotazione, che raccoglie 9,1 miliardi di dollari di ricavi per il conglomerato, è la più grande offerta pubblica iniziale (IPO) da un decennio a questa parte e si confronta con alcune delle circostanze esterne più difficili degli ultimi anni. I principali disagi sono quelle riguardanti l’intera industria dei motori, a partire dai problemi nella catena di approvvigionamento.

Ma pure il conflitto scoppiato in Ucraina per opera dell’esercito russo di Vladimir Putin si fa sentire. In un quadro del genere, i dirigenti hanno trovato il coraggio di lanciare ugualmente Porsche in Borsa. Una mossa di indipendenza che, sotto certi versi, ha sorpreso, date appunto le molteplici avversità affrontate. Evidentemente, regna comunque l’ottimismo di conseguire ottimi risultati, a dispetto del clima generale.

L’interesse mostrato dai fondi sovrani di Emirati Arabi Uniti, Qatar e Norvegia sono senz’altro di buon auspicio. Se poi le aspettative dei vertici mantenute occorrerà concedersi quantomeno qualche mese di tempo. Senz’altro la partenza induce a pensare positivo. Non poteva probabilmente andare meglio oggi, giovedì 29 settembre 2022, una data cruciale nella storia della compagnia.

 

Porsche Cayenne render

Oggi, un grande sogno è diventato realtà per Porsche, ha dichiarato l’ad della Casa e neo ceo di Volkswagen Group (al posto di Herbert Diess), Oliver Blume, in una nota. Il maggiore grado di autonomia li mette in un’ottima posizione per realizzare gli ambiziosi obiettivi fissati nei prossimi anni. Al capo del Costruttore di Zuffenhausen è rimasto sempre Blume, smentendo la tesi di chi lo voleva abbandonare il vecchio incarico.

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