Pool Tesla anti multe UE: perché può non bastare

Ippolito Visconti Autore News Auto
Difficoltà per Tesla, le cui vendite in Europa sono precipitate: quindi, il pool con la Casa di Musk rischia di non essere sufficiente a evitare le sanzioni.
tesla

Siccome Tesla è meno green, in quanto vende meno auto elettriche in Europa, allora il pool con la Casa di Musk rischia di non essere sufficiente a evitare le sanzioni. Meccanismo prevede che i costruttori più inquinanti possano acquistare crediti di CO2 da marchi più virtuosi, in modo da compensare le maggiori emissioni medie dei loro veicoli e rientrare negli standard europei, evitando le sanzioni. Per capirci di più, andiamo per gradi.

Primo passo: la regola del Green Deal 2019

Se le Case superano un certo limite di CO2 nelle vendite 2025, subiscono multe per un totale di 16 miliardi nel 2026: è la regola del Green Deal 2019, sino al bando termico e alle emissioni zero 2035. Se l’emendamento von der Leyen sarà approvato, i costruttori avranno tempo fino al 2027 per conformarsi agli obiettivi di riduzione della CO2 fissati per il 2025, senza correre il rischio di vedersi sanzionate quest’anno in caso di inadempienza.

Al termine del secondo incontro del dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica, ieri a Bruxelles, von der Leyen ha anticipato i contenuti più importanti del Piano d’azione sulle auto che sarà presentato domani, 5 marzo. Per von der Leyen, “abbiamo bisogno di prevedibilità ed equità per i pionieri, coloro che hanno fatto i compiti a casa con successo. Ciò significa che dobbiamo attenerci agli obiettivi concordati. Dall’altro, dobbiamo ascoltare le voci degli stakeholder che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili”. La Commissione proporrà un emendamento al regolamento sugli standard di CO2, che dovrà poi essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio. La burocrazia del Trilogo, dove ci sarà un fuoco incrociato di istanze delle lobby.

Polemiche alle stelle

Bruxelles mira a “equilibrio” e “flessibilità”, ma l’organizzazione ambientalista Transport & Environment (TE) dice che trattasi di “un regalo senza precedenti all’industria automobilistica”. L’attuale obiettivo di CO2 per il 2025 a livello UU (93,6 grammi di CO2/km in media, -15% rispetto alla baseline del 2021) è ampiamente alla portata delle società europee. Invece, modificando la finestra di conformità a tre anni, i costruttori saranno meno pressati. Risultato: auto elettriche più care, Cina che trionfa. Questa la tesi della lobby verde. Che anzi vuole imporre il tutto elettrico alle flotte.

Tesla in ribasso

Per l’attesa della nuova Model Y, le vendite in Europa di Tesla sono precipitate del 50% a gennaio 2025 rispetto allo stesso mese del 2024. Tra le cause, forse l’ondata di reazioni negative dei consumatori alle posizioni politiche di ultra destra di Elon Musk. Consegnando meno auto, l’azienda USA rischia di veder calare i suoi introiti derivanti dal pooling. Dolori per tutti, inclusi Stellantis, Toyota e Ford che pare possano comprare crediti verdi dal costruttore di Austin. Alla fine, tutti nei guai. Lo dice l’analisi dell’organizzazione indipendente ICCT (International Council on Clean Transportation): il pool di Tesla sta sforando il target 2025 sulle emissioni. Insomma, parecchie Case faranno il tifo affinché Tesla venda bene. Conviene anche a loro.

Pool Tesla anti multe UE: ecco perché può non bastare

Difficoltà per Tesla, le cui vendite in Europa sono precipitate: quindi, il pool con la Casa di Musk rischia di non essere sufficiente a evitare le sanzioni.

Siccome Tesla è meno green, in quanto vende meno auto elettriche in Europa, allora il pool con la Casa di Musk rischia di non essere sufficiente a evitare le sanzioni. Meccanismo prevede che i costruttori più inquinanti possano acquistare crediti di CO2 da marchi più virtuosi, in modo da compensare le maggiori emissioni medie dei loro veicoli e rientrare negli standard europei, evitando le sanzioni. Per capirci di più, andiamo per gradi.

Primo passo: la regola del Green Deal 2019

Se le Case superano un certo limite di CO2 nelle vendite 2025, subiscono multe per un totale di 16 miliardi nel 2026: è la regola del Green Deal 2019, sino al bando termico e alle emissioni zero 2035. Se l’emendamento von der Leyen sarà approvato, i costruttori avranno tempo fino al 2027 per conformarsi agli obiettivi di riduzione della CO2 fissati per il 2025, senza correre il rischio di vedersi sanzionate quest’anno in caso di inadempienza.

Al termine del secondo incontro del dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica, ieri a Bruxelles, von der Leyen ha anticipato i contenuti più importanti del Piano d’azione sulle auto che sarà presentato domani, 5 marzo. Per von der Leyen, “abbiamo bisogno di prevedibilità ed equità per i pionieri, coloro che hanno fatto i compiti a casa con successo. Ciò significa che dobbiamo attenerci agli obiettivi concordati. Dall’altro, dobbiamo ascoltare le voci degli stakeholder che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili”.
In sostanza, la Commissione proporrà un emendamento al regolamento sugli standard di CO2, che dovrà poi essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio.

Polemiche alle stelle

Bruxelles mira a “equilibrio” e “flessibilità”, ma l’organizzazione ambientalista Transport & Environment (TE) dice che trattasi di “un regalo senza precedenti all’industria automobilistica”. L’attuale obiettivo di CO2 per il 2025 a livello UU (93,6 grammi di CO2/km in media, -15% rispetto alla baseline del 2021) è ampiamente alla portata delle società europee. Invece, modificando la finestra di conformità a tre anni, i costruttori saranno meno pressati. Risultato: auto elettriche più care, Cina che trionfa. Questa la tesi della lobby verde. Che anzi vuole imporre il tutto elettrico alle flotte.

Tesla in ribasso

Per l’attesa della nuova Model Y, le vendite in Europa di Tesla sono precipitate del 50% a gennaio 2025 rispetto allo stesso mese del 2024. Tra le cause, forse l’ondata di reazioni negative dei consumatori alle posizioni politiche di ultra destra di Elon Musk. Consegnando meno auto, l’azienda USA rischia di veder calare i suoi introiti derivanti dal pooling. Dolori per tutti, inclusi Stellantis, Toyota e Ford che pare possano comprare crediti verdi dal costruttore di Austin. Alla fine, tutti nei guai. Lo dice l’analisi dell’organizzazione indipendente ICCT (International Council on Clean Transportation): il pool di Tesla sta sforando il target 2025 sulle emissioni.

Report ICCT

La quota media di elettriche tra le nuove immatricolazioni totali in Europa era del 16% a gennaio 2025, in leggero calo rispetto al 17% di dicembre 2024. Il pool di produttori KG Mobility aveva la quota BEV più alta (44%), seguito da Mercedes-Benz e BMW (ciascuna 24%), Kia (22%) e Volkswagen (17%). La quota BEV di Kia del 22% è aumentata di 8 punti percentuali rispetto al mese precedente, dicembre 2024. Dopo aver aggiunto i marchi Smart, Volvo e Polestar, la quota BEV del pool di produttori Mercedes-Benz è aumentata di 6 punti percentuali rispetto al mese precedente, al 24% a gennaio 2025. Mentre i pool Hyundai (13%), Renault-Nissan-Mitsubishi (13%) e Tesla (12%) sono rimasti indietro nelle vendite BEV, le loro quote di ibridi (HEV), rispettivamente al 22%, 26% e 22%, erano ben al di sopra della media del 13% per i pool di produttori europei. Suzuki ha dominato con la sua quota dell'83% di ibridi leggeri (MHEV), seguita da Mercedes-Benz e BMW, ciascuna con il 36%. La quota di ibridi plug-in (PHEV) nelle nuove immatricolazioni in Europa era del 7% a gennaio 2025, la stessa della media per l'intero anno 2024.

Anidride carbonica: ecco il punto 

Le emissioni medie di anidride carbonica (inclusi i crediti di conformità) tra i pool di produttori sono diminuite sostanzialmente nel primo mese dell'anno a 103 g CO2/km, in calo rispetto alla media di 107 g CO2/km nel 2024. KG Mobility, BMW e Kia sono finora conformi ai loro obiettivi stimati per il 2025, mentre Volkswagen (17 g CO2/km in più) e Suzuki (13 g CO2/km in più) sono le più lontane dal raggiungimento dei loro obiettivi. I pool di produttori sono ora a soli 10 g CO2/km dall'obiettivo medio di 93 g CO2/km per il 2025. Considerando i singoli marchi di automobili con quote di mercato di almeno l'1%, a parte Tesla, Volvo ha avuto la maggiore conformità eccessiva a 35 g CO2/km al di sotto del suo obiettivo per il 2025, quando si proietta l'obiettivo a livello di marchio; è stata seguita da Cupra, che era 15 g CO2/km al di sotto del suo obiettivo a livello di marchio. Audi, Ford e Mercedes-Benz sono attualmente i marchi più lontani dagli obiettivi previsti per il 2025, rispettivamente con 35, 28 e 27 g di CO2/km in più.

Report ICCT

La quota media di elettriche tra le nuove immatricolazioni totali in Europa era del 16% a gennaio 2025, in leggero calo rispetto al 17% di dicembre 2024. Il pool di produttori KG Mobility aveva la quota BEV più alta (44%), seguito da Mercedes-Benz e BMW (ciascuna 24%), Kia (22%) e Volkswagen (17%). La quota BEV di Kia del 22% è aumentata di 8 punti percentuali rispetto al mese precedente, dicembre 2024.

Dopo aver aggiunto i marchi Smart, Volvo e Polestar, la quota BEV del pool di produttori Mercedes-Benz è aumentata di 6 punti percentuali rispetto al mese precedente, al 24% a gennaio 2025. Mentre i pool Hyundai (13%), Renault-Nissan-Mitsubishi (13%) e Tesla (12%) sono rimasti indietro nelle vendite BEV, le loro quote di ibridi (HEV), rispettivamente al 22%, 26% e 22%, erano ben al di sopra della media del 13% per i pool di produttori europei. Suzuki ha dominato con la sua quota dell’83% di ibridi leggeri (MHEV), seguita da Mercedes-Benz e BMW, ciascuna con il 36%. La quota di ibridi plug-in (PHEV) nelle nuove immatricolazioni in Europa era del 7% a gennaio 2025, la stessa della media per l’intero anno 2024.

Anidride carbonica: ecco il punto 

Le emissioni medie di anidride carbonica (inclusi i crediti di conformità) tra i pool di produttori sono diminuite sostanzialmente nel primo mese dell’anno a 103 g CO2/km, in calo rispetto alla media di 107 g CO2/km nel 2024. KG Mobility, BMW e Kia sono finora conformi ai loro obiettivi stimati per il 2025, mentre Volkswagen (17 g CO2/km in più) e Suzuki (13 g CO2/km in più) sono le più lontane dal raggiungimento dei loro obiettivi. I pool di produttori sono ora a soli 10 g CO2/km dall’obiettivo medio di 93 g CO2/km per il 2025.

Considerando i singoli marchi di automobili con quote di mercato di almeno l’1%, a parte Tesla, Volvo ha avuto la maggiore conformità eccessiva a 35 g CO2/km al di sotto del suo obiettivo per il 2025, quando si proietta l’obiettivo a livello di marchio; è stata seguita da Cupra, che era 15 g CO2/km al di sotto del suo obiettivo a livello di marchio. Audi, Ford e Mercedes-Benz sono attualmente i marchi più lontani dagli obiettivi previsti per il 2025, rispettivamente con 35, 28 e 27 g di CO2/km in più.

  Argomento: 
X