Pomigliano d’Arco al centro della tensione tra Stellantis e Governo

M Magarini
Al centro della tensione tra Stellantis e il Governo italiano, vi è l’impianto di Pomigliano d’Arco, che rischia di pagare il prezzo più alto
Stellantis Pomigliano d'Arco

Nel contesto sempre più incandescente delle trattative tra Stellantis e il Governo italiano, il presidente John Elkann respinge vigorosamente le voci riguardanti un’eventuale fusione con Renault. Il rampollo della famiglia Elkann-Agnelli ha sottolineato di non avere alcun piano in proposito. Tuttavia, i dubbi permangono sia tra gli esponenti politici sia tra la popolazione. Una serie di fattori convince poco, in particolare il peso attribuito alla Francia, giustificabile dalla presenza dello Stato nel conglomerato.

L’ultima ad aver preso parola è stata Giorgia Meloni, al termine di un vertice giapponese, in cui ha criticato aspramente le parole dell’amministratore delegato Carlos Tavares riguardo agli incentivi ecologici italiani. Secondo il CEO, il pacchetto di misure stanziato è “bizzarro”, pertanto, qualora le istituzioni evitino di apportare dei correttivi, la produzione sarà trasferita all’estero. Mentre la Borsa reagisce alle speculazioni con un calo dello 0,8% a Piazza Ferrari e un aumento di un punto a Parigi per Renault, la disputa rimane al centro dell’attenzione. Le parole perentorie pronunciate da Meloni e l’impegno votato al benessere dei cittadini si scontrano con le intenzioni espresse dal colosso dell’automobile.

Stellantis: nubi nere per Pomigliano d’Arco

Stellantis

Matteo Salvini ha avuto parole altrettanto dure riguardo alla campagna avviata da Stellantis. A suo parere, la società, nata nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe, non ha alcun diritto di fare delle imposizioni, specialmente considerando i continui aiuti ricevuti dal Lingotto in passato. Inoltre, la decisione di delocalizzare una buona parte delle produzioni principali contraddirebbe le dichiarazioni delle parti coinvolte.

In proposito, la premier è stata categorica, considerando assurde le richieste di sussidi per vetture presentate come italiane ma prodotte all’estero, in Paesi dove i costi di produzione sono inferiori. Benché non abbia fornito esempi specifici, ce ne sono diversi da considerare.

Il caso più eclatante potrebbe essere rappresentato dalla Panda, che, con la nuova generazione (attesa per la prima mondiale l’11 luglio 2024), nascerà a Kragujevac, in Serbia. Oppure, la Topolino, commissionata in Marocco, e la 600 delegata all’impianto di Tychy, in Polonia. Le reazioni delle parti non coinvolte non attenuano le tensioni. Mentre Elkann cerca di calmare gli animi, l’esecutivo è in allerta, sentendosi minacciato da Tavares. La priorità è data alla creazione di occupazione. Se il terreno dovesse rivelarsi arido, verranno valutate soluzioni alternative.

Stellantis Carlos Tavares

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non ha escluso l’idea di un ingresso dello Stato nell’azionariato di Stellantis, a patto che l’azienda manifesti interesse aperto e che l’operazione avvenga nelle condizioni di mercato.

“Il tempo dei favoritismi è finito”, ha dichiarato. La cassa integrazione annunciata per la maestranza di Mirafiori aumenta ulteriormente le tensioni. E, se Carlo Calenda chiede spiegazioni dettagliate sui piani futuri nel Belpaese, il PD programma una protesta a Pomigliano d’Arco per questo sabato.

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