Il mercato tedesco delle auto elettriche ha subito un tracollo importante nel 2024, cedendo a sorpresa la leadership europea al Regno Unito. Questa inversione di tendenza trova la sua principale causa nella decisione del governo tedesco di interrompere, alla fine del 2023, il programma di incentivi statali che sosteneva l’acquisto di veicoli elettrici. La sospensione degli aiuti ha avuto un impatto immediato e drastico sulle vendite, causando questo sorpasso da parte degli inglesi. La stessa sorte potrebbe toccare all’Italia nel 2025, dopo che il governo ha cancellato gli incentivi per auto elettriche proposti nel 2024.
Come spingere gli acquirenti a scegliere l’auto elettrica? Aumentando le tasse per auto a benzina e diesel
Ma per spingere ancor di più le vendite in Europa, Greenpeace ha un’idea che, sulla carta, potrebbe risolvere la situazione: aumentare le tasse per le nuove auto con motore a combustione interna e utilizzare quei soldi per finanziare un nuovo piano di incentivi per l’acquisto di auto elettriche. Secondo i calcoli dell’ONG, questa misura permetterebbe di raccogliere fino a 8 miliardi di euro, sufficienti per creare un bonus di 4.500 euro per 1,8 milioni di veicoli a zero emissioni.
La nuova tassa sarebbe un’imposta di immatricolazione simile a quella che si trova in altri paesi dell’Unione Europea come Danimarca, Paesi Bassi o Svezia. “Il prossimo governo federale potrebbe utilizzare queste entrate per finanziare i piccoli veicoli elettrici e così accelerare il passaggio dai motori a combustione ai veicoli elettrici”, spiega Marion Tiemann, esperta di mobilità di Greenpeace.
L’organizzazione ritiene che, grazie a questa imposta, gruppi locali come BMW, Mercedes-Benz o Volkswagen potrebbero rispettare più facilmente i nuovi limiti di emissioni comunitari, evitando possibili multe. Infatti, secondo Transport & Environment, Volkswagen sarebbe il gruppo europeo con maggiori difficoltà nel raggiungere i propri obiettivi nel 2025. Per evitare le multe di Bruxelles, la multinazionale tedesca dovrebbe raggiungere una quota di elettriche del 22%, cosa piuttosto complicata se consideriamo che le sue proposte elettriche entry-level non arriveranno prima del 2026.
Come previsto, la VDA (Associazione dell’Industria Automobilistica tedesca) ha rifiutato questa proposta. “Un’imposta di immatricolazione non è ambientalmente conveniente né aiuta a rafforzare l’accettazione sociale di una mobilità climaticamente neutra. Piuttosto, rischia di essere un ulteriore onere per i consumatori”, ha dichiarato un portavoce dell’associazione dei costruttori.
Il gruppo insiste anche sul fatto che questa imposta danneggerebbe quegli utenti che hanno bisogno di acquistare un’automobile ma non possono ancora permettersi un veicolo completamente elettrico per motivi economici o altre ragioni. Insomma, bisogna trovare un’altra strada per spingere la vendita di auto elettriche.