Più accise sul diesel per il trasporto pubblico locale? Automobilista bancomat

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il governo è alla ricerca di 500 milioni di euro in tre anni per finanziare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale: ecco allora più accise sul diesel.
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Servono soldi allo Stato: più accise sul diesel per il trasporto pubblico locale secondo il quotidiano La Stampa. Urgono 500 milioni di euro in tre anni per finanziare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale, ed ecco allora l’automobilista bancomat. Oggi le tasse sono di 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il gasolio, più Iva 22%. Nella prospettiva di un progressivo allineamento tra i due diversi trattamenti fiscali, l’ipotesi del ministero dell’Economia è un aumento di un centesimo per il diesel e di un calo di un centesimo per la verde nel 2025. All’erario 200 milioni in più l’anno, grazie ai maggiori consumi di gasolio: 21,632 milioni di tonnellate nei primi undici mesi del 2024 rispetto ai 7,893 milioni di tonnellate di verde.

Il governo è alla ricerca di 500 milioni di euro in tre anni per finanziare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale: ecco allora più accise sul diesel.

Due conti

L’aumento dell’accisa sul gasolio da 0,6174 a 0,6274 euro/l farebbe salire il prezzo da 1,648 a 1,660 euro/litro. Giù la benzina da 1,750 a 1,738 euro/l. Lo Stato ci guadagna: gli italiani amano l’usato diesel. E in generale col diesel si fanno più km. L’allineamento tra le due accise avverrà nell’arco di cinque anni e garantirà allo Stato, a regime, maggiori incassi per 600 milioni di euro all’anno. Il gasolio costerà più della benzina. 

Cosa vuole l’Ue

Il governo si è impegnato con l’Unione europea: bisogna eliminare i Sussidi ambientalmente dannosi (Sad), come il vantaggio fiscale sul gasolio. Ecco il ministero dell’Ambiente nel “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi”: “In Italia, l’accisa applicata per il gasolio per autotrazione è inferiore a quella della benzina e ciò non trova giustificazioni in termini ambientali”.

Occhio ai prezzi dei beni

La misura in decreto ad hoc del 20 di gennaio 2025 o , in alternativa, in un emendamento al decreto Milleproroghe. Se si aumenta il gasolio, sale tutto a cascata visto che tutto gira su camion e consumano gasolio. Si innesca quindi un aumento incontrollato di tutti i prodotti di prima necessità e no, con effetto domino micidiale per gli italiani. Già schiacciati da tasse e burocrazia. D’altronde, è anche vero che l’Italia era e resta allineata al 100% con l’Ue: Bruxelles punta a un diesel più caro, così come voleva i dazi anti elettriche Made in China.

Una fame disperata di soldi freschi, facili, immediati

La Commissione europea preme per un aggiornamento della fiscalità sui carburanti, legandola maggiormente agli effetti ambientali. Intanto, in Italia, la Conferenza Unificata ha approvato lo schema di decreto legislativo sul riordino della fiscalità dei carburanti: il documento specifica che eventuali maggiori entrate derivanti dalla misura dovranno essere destinate al finanziamento del trasporto pubblico locale. Perché? Perché questo settore da anni necessita di risorse per migliorare infrastrutture e condizioni lavorative. Pertanto, sì alle tasse maggiorate (sempre con Iva 22%) per coprire un buco. 

Tre possibilità

Quindi, il governo Meloni starebbe pensando a un primo balzello per finanziare il rinnovo del contratto per i lavoratori del trasporto pubblico locale, scaduto nel 2023. I fondi potrebbero arrivare dall’allineamento annunciato nel Piano strutturale di bilancio in settembre. Come? Alzare di un centesimo l’anno l’aliquota sul gasolio e ridurre analogamente quella sulla benzina per arrivare a pareggiarle nel 2030. Target, un surplus di gettito in 100 milioni il primo anno, 200 milioni il secondo, e 500 milioni di gettito in più l’anno il quinto anno, quando le accise di gasolio e benzina si troverebbero allineate. Volendo, in teoria, l’esecutivo avrebbe potuto solo far scendere l’accisa della verde; ma nessuno ci ha pensato… Dai rialzi sarebbero esclusi i mezzi di massa complessiva da 7,5 tonnellate in su con motore Euro V o superiore. Il rincaro colpirà 3,3 milioni di veicoli su un totale di 4 milioni. Come introdurre la legge? Tre idee. Un intervento con il decreto legislativo accise, su cui il Parlamento deve esprimersi entro il 20 gennaio 2024. O un emendamento al Milleproroghe. O una norma ad hoc.

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