Piaggio, fine della storia italiana della mitica Ape: arriverà dall’india

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Dopo 76 anni di produzione a Pontedera, l’Ape Piaggio si congeda dalla sua patria, in parte a causa delle normative europee.
ape piaggio

L’Ape Piaggio, insieme a icone come la Fiat 500 e la Panda, è diventata un simbolo indiscusso del trasporto italiano. Non a caso il piccolo mezzo è anche utilizzato per tour turistici nelle località più esclusive della Penisola, specie nel Sud Italia. A differenza delle vetture precedentemente citate, l’Ape è molto più di un semplice mezzo di trasporto. Stiamo parlando di una vera e propria icona del design, un emblema di creatività e funzionalità che ha conquistato il mondo intero.

La sua storia affonda le radici nel 1948, in un’Italia segnata dalle profonde ferite lasciate dalla Seconda Guerra Mondiale, e racconta di come una soluzione semplice sia riuscita a trasformarsi in un fenomeno globale. Nel periodo del Dopoguerra, l’Italia si trovava in uno stato di grande difficoltà economica e logistica, con molte persone che non potevano permettersi l’acquisto di un’automobile.

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La Piaggio, già famosa per la Vespa, intuì l’esigenza di un mezzo di trasporto economico, maneggevole e versatile, che rispondesse alle necessità di artigiani, piccoli commercianti e imprenditori. Da questa necessità nacque l’idea dell’Ape: un motocarro a tre ruote, derivato dai primi modelli della Vespa, progettato per essere economico e facile da utilizzare.

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Il vantaggio delle tre ruote fu primariamente fiscale, poiché la tassazione per i veicoli a tre ruote era più bassa, rendendo l’Ape un mezzo ideale per chi doveva muoversi senza spendere troppo. Le prime versioni dell’Ape, prodotte dal 1948 al 1956, erano praticamente una Vespa con un asse posteriore a due ruote che sosteneva il cassone, tanto che in alcuni mercati veniva commercializzata come “VespaCar”.

Con l’introduzione della terza serie, l’Ape acquisì una struttura autonoma dalla Vespa, pur mantenendo alcuni componenti in comune, come il manubrio e il cambio manuale. Questo segnò un punto di svolta, con l’Ape che iniziò a distinguersi come un veicolo a sé stante. Il mezzo, infatti, ha trovato spazio in numerosi settori, dal trasporto merci al turismo, con modelli iconici come l’Ape Calessino.

ape piaggio calessino

L’Ape, però, lascia oggi, e per sempre, l’Italia, con la produzione che si sposta nei già consolidati stabilimenti indiani, dove è ormai diventato un mezzo di trasporto comune, utilizzato come risciò motorizzato o tuk-tuk, simbolo del trasporto pubblico in molte aree del Sud-Est asiatico e dell’Africa.

Dopo 76 anni di produzione nello stabilimento di Pontedera, l’Ape Piaggio si congeda dalla sua patria, in parte a causa delle nuove normative europee che rendono obsoleti i motori a due tempi, difficili da adeguare agli standard Euro 5. Lo stabilimento di Pontedera si concentra ora sul modello Porter, un veicolo a quattro ruote che include anche versioni elettriche, abbandonando definitivamente i motori a due tempi.

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