Secondo il ministro delle Imprese Urso, 200 milioni di euro di incentivi auto elettriche stanziati dallo Stato sono risorse “particolarmente significative”. E secondo voi? Si entra nel campo della soggettività totale. Un po’ come in astronomia: la Luna è il corpo celeste più vicino alla Terra, la sua distanza media è di 384.400 km. Per chi è in giardino, 384.400 km sono un’enormità; per chi viaggia nel cosmo, pochissimo. Inoltre, il successo degli ecobonus elettriche è “particolarmente significativo” pure quello, dice ancora il ministro.
La forza dei numeri: vendite di auto elettriche nel 2024
Vediamo un po’. Nel 2023, le vetture full electric (BEV) immatricolate in Italia sono ammontate a 66.276. Contro 49.564 del 2022. Nel 2024, siamo a 21.675. Immaginiamo che ci siano, abbondando, 40 mila elettriche vendute coi bonus, e che vengano immatricolate entro fine 2024: arriviamo grosso modo al livello del 2023. È vero che il mercato è stato paralizzato da sei mesi di annunci del governo e dello stesso Urso, ma poi ecco il boom. Quindi, gli annunci tolgono, i bonus danno. Risultato, tutto come prima.
Altra mezza promessa, altre attese bonus
Alla luce di questo, 200 milioni di incentivi auto elettriche sono risorse “particolarmente significative”? Chissà, forse sarebbero necessarie misure strutturali di ampio respiro, anziché i bonus col contagocce. Abbiamo un circolante elettrico di 234.478, e dovremmo arrivare a 4,3 milioni nel 2030: target dell’esecutivo dichiarato all’Ue. Ce la faremo? I 51.164 punti di ricarica sono sufficienti? Adesso, altro annuncio di altri bonus, stavolta del ministro dell’Economia Giorgetti: è del tutto naturale che cittadini e imprese rinviino i propri acquisti per beneficiare di agevolazioni più convenienti, ricordava Motus-E ad aprile 2024.