Nella giornata di ieri, l’amministrazione Biden ha annunciato che il Dipartimento del Commercio ha proposto una nuova norma rivolta a Cina e Russia. La sua introduzione, in particolare, mira a “proibire la vendita o l’importazione di veicoli connessi che incorporano una determinata tecnologia e l’importazione di particolari componenti stessi dai paesi interessati”.
Sebbene la norma non sia ancora stata oggetto di definizione, la ratio che la ispira è abbastanza evidente. Il governo statunitense è preoccupato per i potenziali rischi per la sicurezza, in quanto i veicoli connessi “raccolgono dati sensibili di conducenti e passeggeri” e sono dotati di telecamere e sensori che “registrano informazioni dettagliate sulle infrastrutture americane”.
Il problema, è che paradossalmente questo provvedimento andrebbe a colpire anche aziende statunitensi. Non a caso si sono iniziate a levare le prime voci in tal senso. E tra quelle che potrebbero pagare cara la voglia di sicurezza di Washington, c’è anche Lincoln.
Lincoln, la norma sui veicoli connessi potrebbe colpirla duramente
La proposta elaborata dal Dipartimento del Commercio, è espressamente rivolta ai sistemi di veicoli connessi progettati, sviluppati, fabbricati o forniti da entità con un “nexus sufficiente” con la Cina o la Russia. Intendendo in pratica le aziende che collaborano con entità dei due Paesi che l’amministrazione Biden continua a indicare come un pericolo per la sicurezza nazionale.
Il suo focus è rivolto anche sulla connettività, inclusi Bluetooth, cellulare, satellite e Wi-Fi, e sui sistemi di guida automatizzata. In questa veste, rischia però di tradursi in vero e proprio fuoco amico per alcune aziende statunitensi del settore automobilistico. Tra quelle interessate spicca il nome di Lincoln, che con la nuova normativa vedrebbe praticamente affossato il suo modello di maggior successo, il Nautilus.
La Lincoln Nautilus, infatti, è di fabbricazione cinese essendo costruita presso lo stabilimento di Changan Hangzhou. Dopo essere stata lanciata negli Stati Uniti all’inizio di quest’anno, si è rivelata alla stregua di un enorme successo. La stessa azienda ha affermato che i consumatori sono letteralmente innamorati del suo display da 48 pollici il quale va a estendersi quasi per l’intera larghezza del cruscotto.
Oltre al grande schermo, il Nautilus propone due propulsori, con l’unità base rappresentata da un quattro cilindri turbo da 2,0 litri che produce 250 CV (186 kW / 253 PS) e 280 lb-ft (379 Nm) di coppia. Cui si aggiunge una variante ibrida caratterizzata da un motore turbo da 2,0 litri, una trasmissione a variazione continua e un motore elettrico da 134 CV (100 kW / 136 CV). Una configurazione, quest’ultima, che è in grado di fornire al crossover di lusso una potenza combinata di 310 CV (231 kW / 379 CV) e 295 lb-ft (400 Nm) di coppia.
Ad una maggiore potenza, la versione ibrida unisce maggiore efficienza, riuscendo a restituire 30 mpg in città, 31 in autostrada e 30 combinati. Si tratta quindi di un salto di qualità rispetto al modello normale, che si ferma a 24 mpg combinati. Non stupisce, di conseguenza, che il 44% dei consumatori stia optando per l’ibrido.
Tutte le auto cinesi sarebbero bandite lungo il territorio degli Stati Uniti
La questione del bando ai software e hardware dedicati alla guida assistita provenienti dalla Cina sta naturalmente facendo discutere. La proposta, stando a quanto rivelato da Reuters, obbligherebbe i costruttori di automobili e i loro fornitori a verificare che il proprio software non sia stato sviluppato in Cina o in Russia.
Stando alle indiscrezioni circolanti, sembra che tutte le auto cinesi sarebbero sottoposte al bando congegnato dal governo. Fa fede in tal senso la dichiarazione rilasciata dal responsabile dell’ufficio per le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni del Dipartimento del Commercio: “Prevediamo, a questo punto, che qualsiasi veicolo prodotto in Cina e venduto negli Stati Uniti rientrerebbe nei divieti”. Un novero che andrebbe quindi a comprendere anche BYD, Polestar e Volvo.
Occorre anche sottolineare come la Casa Bianca abbia affermato la possibilità di esenzioni, a favore di piccoli produttori di veicoli. Potrebbero essere concesse al fine di non impattare in maniera troppo significativa sull’industria. Per gli altri, occorre iniziare a cercare alternative in grado bypassare le complicazioni. A partire proprio da Lincoln.