Pechino alle Case auto mondiali dopo i dazi di Trump Pechino alle Case auto mondiali dopo i dazi di Trump

Pechino alle Case auto dopo i dazi di Trump: “Investite in Cina”

Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato gli amministratori delegati di alcune delle più grandi aziende auto.

Se la politicamente debole Unione Europea (disunita su tutto) nulla può contro la superpotenza USA di Trump che piazza dazi auto del 25%, l’altro gigante mondiale – la Cina di Xi Jinping – s’incunea con intelligenza nell’affare invitando a Pechino le Case: “Investite da noi”.

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Auto come grimaldello planetario nella stanza del potere

Il numero uno del Celeste Impero ha incontrato i CEO dei costruttori auto nella Grande Sala del Popolo di Pechino all’angolo di piazza Tiananmen, lì dove gli alti funzionari del Partito Comunista Cinese (super selezionati e preparati, a differenza di qualche politico di altre zone del mondo) intendono decidere le sorti del Dragone incidendo sui destini del globo terracqueo. Presenti Ola Källenius per Mercedes, Oliver Zipse per BMW, Akio Toyoda per Toyota.

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Più Roland Busch per Siemens, Lee Jae Yong per Samsung, Bill Winters per Standard Chartered, nonché Steve Schwartzman per Blackstone, Ray Dalio per Bridgewater Associates, Amin Nasser per Saudi Aramco, nonché Paul Hudson per Sanofi, Ai Qiaozhi per Hsbc, Toshiaki Higashihara per Hitachi e Guo Luzheng per SK Hynix. Ad amabilmente chiacchierare fra gli altri con Cai Qi (membro del comitato permanente del Politburo), Wang Yi (alto diplomatico), He Lifeng (vicepremier), più vari responsabili dell’agenzia per la Pianificazione economica e dei ministeri delle Finanze e del Commercio.

Pechino alle Case auto dopo i dazi di Trump: “Investite in Cina”

Cina rubacuori verso le Case tedesche

I cinesi hanno il pregio di parlare chiaro e semplice, una magia per i cittadini di altre parti del pianeta abituati a non capire niente da quanto viene loro raccontato in burocratico; e così Xi Jinping ha detto alle tedesche: “Investire in Cina significa investire nel futuro. Per aziende come Mercedes e BMW”, il Dragone “è ora il più grande mercato del mondo. Gli investimenti delle imprese estere hanno trainato la crescita economica e l’occupazione” del Celeste Impero, “promosso il progresso tecnologico e stimolato le riforme e l’apertura del mercato. Il multilateralismo è una scelta inevitabile per risolvere le difficoltà e le sfide che il mondo deve affrontare, e la globalizzazione economica è una tendenza storica irresistibile”. 

Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato gli amministratori delegati di alcune delle più grandi aziende auto.

Regno di Mezzo sempre più sexy per l’auto

“La Cina – ha aggiunto il numero uno di Pechino – aderisce a un vero multilateralismo, promuove una globalizzazione economica inclusiva, partecipa attivamente alla governance economica globale e si impegna a costruire un’economia mondiale aperta. È necessario salvaguardare congiuntamente il sistema commerciale multilaterale, la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento globali e l’ambiente internazionale di apertura e cooperazione, in modo da promuovere lo sviluppo della globalizzazione economica nella giusta direzione”. Il Regno di Mezzo come patria dell’auto che attende tedeschi e giapponesi e altri a braccia aperte, in contrasto col protezionismo sfrenato di Trump. Un’opportunità anche per la stessa Cina, che – appena subodora un lieve calo della propria economia – va subito a caccia di rivincite. Trattasi anche di un modo per migliorare i rapporti con la stessa UE, che punisce il Made in China mediante dazi sulle elettriche.

Marchi locali, concorrenza da paura

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In effetti, la Cina è un mercato dalle enormi dimensioni, una prateria del Far West da conquistare con elettriche, ibride plug-in (le NEV, le auto a nuova energia, come le chiamano i cinesi) e la tecnologia sia per l’intrattenimento sia per la guida assistita iper evoluta. Tuttavia, c’è da combattere una concorrenza feroce dei marchi locali, che investono cifre da capogiro. E che negli anni sono stati capaci di erodere quote di mercato gigantesche ai tedeschi.

Escalation di dazi, l’Europa rischia grosso

Sino a ieri Dirk Jandura, presidente della Federation of German Wholesale, Foreign Trade and Services, stimava un calo del 2,7 percento nel commercio estero tedesco nel 2025: “Ora rivedremo questa previsione in modo significativo al ribasso”. Secondo l’Ufficio federale di statistica tedesco, nel 2024 sono stati esportati circa 3,4 milioni di nuovi veicoli tedeschi, con gli Stati Uniti che rappresentano il 13,1 percento del totale. Il portavoce della Commissione europea Olof Gill ha avvertito che l’UE sta preparando contromisure robuste e ben calibrate. Le misure di ritorsione potrebbero includere l’attacco alle principali aziende tecnologiche statunitensi come Google, Amazon e Netflix, che mantengono ampie basi di clienti e influenza di mercato in Europa. Da cui seguirebbe la contro replica di Trump, con un’escalation di tasse rischiosissima in primis per il Vecchio Continente.