Passo avanti della strategia sinistroide anti auto: stavolta, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo non punta a una legge della propria amministrazione locale, ma spinge affinché il governo centrale vieti le Suv nelle città. Perché? Uccidono, inquinano, occupano spazio. Tutto questo sfruttando l’onda emotiva di un incidente mortale che ha coinvolto un ciclista di 27 anni, investito da una Sport utility su una pista ciclabile lo scorso 15 ottobre. Per la precisione, il primo cittadino mira al divieto di circolazione di “veicoli pesanti e ingombranti come le Suv”. Che sono un continuo “pericolo”.
Violenza stradale
Sempre appresso al sinistro con esito fatale, ecco il senatore Ian Brossat, copresidente del gruppo comunista al Consiglio di Parigi: l’incidente “ha messo in luce l’entità delle violenze stradali sul territorio parigino”. Pertanto, con intelligenza, la politica della sinistra estrema entra a gamba tesa proprio dopo un evento che ha suscitato scalpore. È una mossa furba, che infatti raccoglie consensi. Anche le parole sono usate con sapienza: violenza stradale. Lo stesso Brossat, scatenato, ha presentato una proposta di legge al Senato per consentire agli amministratori locali di vietare la circolazione dei veicoli pesanti (da 1,8 tonnellate in su) sulle strade cittadine.
I report fatti da loro come arma micidiale
A sostegno della sua proposta, Brossat sventola i dati degli incidenti stradali a Parigi: quelli che coinvolgono una Suv “sono statisticamente più spesso mortali per gli utenti vulnerabili che vengono investiti”, secondo il rapporto 2023 sulla sicurezza realizzato dal Centre d’études et d’expertise sur les risques (Cerema). Non certo una ricerca scientifica indipendente. In parallelo, il Comune chiede al governo di “vietare qualsiasi pubblicità e operazione di marketing che promuovano veicoli pesanti e ingombranti come le Suv”.
L’Europa, specie Milano, osserva
Il resto d’Europa, soprattutto Milano, guarda cosa accade a Parigi e magari imita. Nella capitale francese, si susseguono interventi coercitivi: taglio dei parcheggi su strada, riduzione della velocità massima sul Périphérique, chiusura dei distributori di gasolio lungo la circonvallazione esterna, batoste a chi parcheggia auto più pesanti. Come noto, il sindaco meneghino Sala va spesso a ruota. Dopodiché, si accodano altri Comuni italiani. Una sorta di cordata di sinistra, col capo che è Parigi, poi Milano (Area B, Area C, Ztl, strisce blu), Roma, Bologna. Ci sono studi scientifici sulla validità di questi provvedimenti? No. È stato analizzato il rapporto fra costi e benefici? No. In teoria, se fai andare a 20 all’ora, i sinistri calano. Scendono ancor più a 5 km/h di limite. Ma la mobilità si paralizza, l’economia muore, il dinamismo che caratterizza una vera metropoli va a farsi benedire a favore di una specie di blocco dal sapore pandemico.
Queste misure portano voti, aumentano il consenso elettorale? Sì: vedi Parigi e Milano. Ecco l’unica certezza. L’elettorato di sinistra entusiasta sia del bando termico 2035 (quello che sta devastando l’Europa con disoccupazione dilagante) sia dei giri di vite anti auto.