Nuovo Codice della Strada, riforma e novità con multe in base al reddito e su patente, revoca facile e perenne

giacomo mazzarella
multe
Di riformare il Codice della Strada si parla ormai da anni. Le auto sono cambiate, così come le esigenze degli automobilisti. La riforma del Codice della Strada però va oltre questi passaggi. Perché sono cambiati anche i veicoli. Basti pensare agli ormai famosi e sempre discussi monopattini. Adesso però sembra che l’argomento sia diventato di nuovo centrale ed il nuovo Governo Meloni, potrebbe davvero mettere mano alle regole che fino ad oggi hanno rappresentato quelle da seguire per mettersi al volante. E novità piuttosto sorprendenti potrebbero presto fare capolino.

Patente addio in caso di gravi infrazioni o di reati collegati alla circolazione stradale

Il neo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è tra i più attivi promotori della riforma del Codice della Strada. E ne ha parlato come di una priorità visto che si tratta di un Codice che ormai non è riformato da oltre 30 anni. E secondo il leader della Lega sarebbe necessario provvedere subito a varare le modifiche alle regole sulla circolazione stradale, al massimo entro la primavera 2023 le modifiche devono essere varate e devono entrare in vigore. Ma sono i punti di intervento quelli che probabilmente faranno discutere perché sono drastici e piuttosto radicali. A partire dalla patente di guida. Il principale documento che permette di circolare per le strade italiane ed europee con il proprio veicolo, finisce seriamente a rischio. In genere sospensione della patente o revoca, sono tipiche conseguenze di comportamenti poco virtuosi in materia di circolazione stradale. Esistono già infrazioni che prevedono la revoca o la sospensione della patente. Ma in genere, espiando la pena, e decorsi i giusti tempi, il sanzionato può tornare a poter ottenere o riottenere la patente di guida. Adesso si parla di revoca vita natural-durante.

Qualcuno lo ha chiamato ergastolo della patente

Revoca della patente a vita per chi commette violazioni delle regole del Codice della Strada gravi o commette reati mentre circola in strada. E se si parla di reati allora quello che molti siti e media hanno riproposto, parlando addirittura di ergastolo della patente non è distante dalla realtà. Infatti secondo le ipotesi di riforma del Codice della Strada, Matteo Salvini parla di revoca perenne e per sempre della patente. Cancellare lo strumento che serve per guidare l’auto, il furgone o il camion a vita per chi commette gravissime violazioni e infrazioni o si rende colpevole di autentici reati altrettanto gravi. E violazioni o reati da questo punto di vista sono quelli di cui da sempre Matteo Salvini ma non solo parlano. Per esempio l’omicidio stradale, quando il responsabile si era messo alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o alcolici. Quindi tolleranza zero per ubriachi e drogati alla guida. Ma lo stesso vale per chi può essere definito pirata della strada, cioè chi cagiona un grave danno ad altri e fugge via dal luogo del sinistro. Casi di cronaca di questo genere infatti sono all’ordine del giorno, come dimostrano anche quelli recentissimi da Nord a Sud dello Stivale.

Le altre novità del Codice della Strada

Rispetto ad oggi, dove l’omicidio stradale è già sanzionato come reato grave, la patente viene sospesa per 4 anni con la revoca che arriva solo a condanna definitiva del responsabile. L’intervento con la riforma dovrebbe portare la sospensione a 10 anni, in modo tale da evitare che le lungaggini della giustizia finiscano con il far tornare idoneo alla guida un automobilista che deve ancora ricevere la sentenza definitiva su una ipotetica ipotesi di reato. Ma sicuramente si discuterà anche su una idea che resta anacronistica e forse straordinaria visti i tempi. In pratica anche le multe per le infrazioni al Codice della Strada potrebbero essere collegate al reddito dell’automobilista responsabile della violazione. Con un meccanismo a scaglioni, collegando le multe all’ISEE degli automobilisti.

Come funzionerebbe la multa a scaglione in base al reddito

Fare cassa più facilmente è uno dei motivi per cui l’ipotesi di collegare le multe all’ISEE dei trasgressori, sembra favorire chi ha redditi bassi. Infatti spesso chi non ha redditi elevati non riesce a pagare le multe, diventando evasore suo malgrado. E abbassando gli importi, si potrebbe spingere questa parte della popolazione, a saldare più facilmente il conto. Per contro, alzare le multe a chi ha redditi alti, potrebbe essere un valido deterrente per evitare le violazioni da chi pagando troppo poco ed essendo benestante, sembra violi più facilmente il Codice. Ipotesi ed idee piuttosto discutibili che sicuramente creeranno polemiche. Finlandia, Germania, Danimarca, Svezia, Francia, Svizzera e Belgio, sembra siano Paesi che adottano già questo sistema. Al di fuori dellarea UE anche in Inghilterra le multe sono variabili tra il 25 ed il 175% in base ai redditi dei trasgressori.

Monopattini ed educazione stradale

Per la riforma si parla pure di educare i giovani, portando l’educazione stradale nelle scuole superiori, cioè nei giovani che più si avvicinano come età, a prendere la patente.
Il tema della prevenzione quindi nell’ora settimanale di educazione stradale che si vorrebbe inserire come obbligatoria nelle scuole superiori. Rendere identificabili i proprietari dei monopattini è un obbiettivo del Governo. Per fare in modo che eventuali sinistri causati da chi guida questi nuovi mezzi di locomozione, non resti di fatto impunito. Secondo le ipotesi, .anche sul monopattino dovrebbe entrare l’assicurazione RCA obbligatoria. E se l’assicurazione è obbligatoria, inevitabile non parlare di multe per chi circola senza copertura. E si prevedono autentici salassi, con multe fino a 400 euro. Ma si parla anche di casco e targa obbligatoria per questi nuovi e sempre più diffusi veicoli. Estendere l’assicurazione obbligatoria che oggi hanno i monopattini a noleggio è la soluzione. Così come allargare l’obbligo del casco sul monopattino anche ai guidatori maggiorenni, visto che oggi è previsto solo per gli under 18.

Anche i veicoli vanno adeguati

Ma potrebbero nascere obblighi di montare in auto determinati strumenti. Una cosa che appare difficile da fare, anche perché chiamerebbe dentro le case costruttrici oltre che gli automobilisti. Ma nello scenario di una profonda riforma, il tema sicurezza riguarderebbe l’obbligo di avere nelle auto uno strumento come l’alcoltest automatico per poter mettere in moto l’auto. Oppure lo stop all’accensione a cintura non allacciata o ancora, un dispositivo che impedisca di usare il cellulare mentre si guida. Infine ritocchi ai meccanismi di revisione delle auto e degli altri autoveicoli, per fare in modo che in circolazione ci siano solo veicoli perfettamente funzionanti. O ancora, revisione del sistema patente a punti, con un meccanismo premiale per chi ha più di venti punti, e penalizzante per chi scende sotto i 10.
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