Di male in peggio per Stellantis. Che ha diffuso una stima sull’andamento delle performance commerciali nel terzo trimestre: tra luglio e settembre 2024, i veicoli consegnati (alla rete di vendita, ai distributori o a privati e flotte) sono 1,148 milioni unità. Ossia il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Andiamo oltre la tendenza generale delle vendite ai clienti finali nel periodo, che si sono ridotte del 15%. Quindi, un quinto in meno drammatico.
I fattori che scatenano il dramma
Per Stellantis, le cause sono le iniziative di riduzione delle scorte e l’impatto temporaneo del lancio di nuovi prodotti. In Nord America sono calate di circa 170 mila unità, di cui oltre 100 mila legate ai “preannunciati tagli alla produzione con l’intento di ridurre lo stock presso la rete”: a fine di settembre, le scorte statunitensi sono state ridotte di 50 mila unità. Ha pesato la contrazione del portafoglio prodotti per la transizione verso le nuove offerte multi-energy con una nuova generazione di prodotti in fase di lancio: vedi Dodge Charger Daytona e la Jeep Wagoneer S.
Povera Ue
Europa inguardabile: meno 100 mila unità per il posticipo del lancio dei modelli basati sulla piattaforma Smart Car, inclusa la Citroën C3. Prospettive robuste secondo la Casa, per il lancio dei nuovi modelli in Europa con 50 mila ordini per la nuova C3 e di 80 mila per la nuova Peugeot 3008. Insomma, le cose van male per la sfortuna. Domanda: quando andavano bene, era solo fortuna? Rallentano le fabbriche per cercare di smaltire lo stock entro fine anno. Secondo precedenti indiscrezioni dell’agenza di stampa Bloomberg, l’avvio delle consegne della ë-C3 sarebbe in ritardo di alcuni mesi a causa di alcune difficoltà riscontrate nella fase di controllo finale dei software: forse chissà un bug nei programmi informatici poco prima prima del loro impiego nella produzione di serie. Così, l’elettrica prodotta a Trnava (Slovacchia) tarda. Prima si diceva a ottobre 2024. Ora a quanto pare si va più in là.
Vendite e consegne, qualcosa non quadra
Ricapitolando, Stellantis, la terza Casa automobilistica più grande al mondo per fatturato, ha pubblicato le consegne di veicoli del trimestre 20924: vendite giù di 279.000 veicoli e -20% su base annua. Crollo delle vendite in Nord America, dove le consegne di veicoli sono diminuite del 36% su base annua. Abbiamo una dicotomia: le “consegne” sono consegne ai concessionari, le vendite a clienti “reali” sono peggiori? Mistero. Qualcosa non quadra. Adesso, Borsa, sindacati, lavoratori guardano spaventati a Stellantis nel 2026: paura di un anno ancora più grigio.
Occhio all’agenzia Moody’s
L’agenzia Moody’s ha peggiorato le prospettive del rating sul debito a lungo termine di Stellantis per i prossimi trimestri: da “stabili” a “negative”. Stessa valutazione fatta cinque giorni fa per Volkswagen. Questi due colossi tremano. A settembre il Gruppo euro-americano ha tagliato le sue previsioni di margine operativo per il 2024 e ha dichiarato che avrebbe bruciato fino a 10 miliardi di euro (10,9 miliardi di dollari) in contanti quest’anno, impegnandosi a ridurre la produzione e a offrire grandi sconti per rilanciare le sue attività negli Stati Uniti. Allarme rosso totale, anche fra gli azionisti. È panico da trimestrale, che ormai fa rima con infernale.
Richiamo Alfa Romeo Tonale in Usa per il pedale del freno
Piove sul bagnato. Mentre gli americani chiedono qualità, ecco Stellantis annunciare il richiamo di 20.755 SUV crossover ibridi negli Stati Uniti a causa di un problema con il pedale del freno sui modelli interessati. La Casa automobilistica ha affermato che alcuni Sport utility potrebbero essere stati costruiti con un pedale del freno che potrebbe sganciarsi inavvertitamente durante l’applicazione. Si è conoscenza di 15 casi a livello globale, tra cui un incidente, senza feriti segnalati. Il richiamo include alcuni SUV ibridi plug-in Alfa Romeo Tonale modello 2024-2025 e SUV Dodge Hornet PHEV modello 2024, basati sulla stessa piattaforma. Il rimedio consiste nel rinforzare il pedale del freno e sarà fornito gratuitamente, ha affermato Stellantis. Ha inoltre affermato che i proprietari dei modelli interessati potrebbero anche utilizzare il freno di stazionamento elettronico per rallentare il veicolo in modo controllato, se riscontrano una perdita di potenza frenante. L’azienda ha inoltre segnalato unità interessate in altri paesi, tra cui circa 2.280 in Canada, 134 in Messico e circa 30.517 in alcuni mercati al di fuori del Nord America. Stellantis ha venduto un totale di 15.566 Hornet e 2.737 Tonales finora negli Stati Uniti.
Interviene il ministro Urso
Ecco il commento del ministro delle Imprese Urso: “Su Stellantis io riscontro una piena convergenza del sistema paese, sindacati, associazioni di imprese, forze politiche, governo nazionale, governi regionali, nel chiedere a questa grande multinazionale di investire dove è nata e quindi di rafforzare il sistema produttivo del nostro Paese. Sul settore auto vi è oggi pomeriggio una seduta importante in Parlamento, alla Camera, con la votazione delle mozioni parlamentari e io sarà presente perché lo ritengo il punto nevralgico per la nostra politica industriale”.
Problema. Ma Stellantis dov’è nata? Difficile da stabilire con precisione. Fiat è nata in Italia. Peugeot è nata in Francia. Se Fiat e Peugeot si uniscono in Stellantis, e se comanda la Francia, allora il Gruppo dov’è nato?