Guerra a due dentro Tesla: da una parte il creatore della Casa che ha rivoluzionato il settore automotive, Elon Musk, il quale che potrebbe percepire uno stipendio di 56 miliardi di dollari annuo come amministratore delegato; dall’altra il fondo sovrano norvegese che voterà contro la retribuzione per il ceo all’assemblea consultiva del 13 giugno 2024. Il mezzogiorno di fuoco fra pochi giorni quindi. Lo riporta Bloomberg. Ma il no di più soggetti in assemblea bloccherebbe l’accredito su conto corrente? No. È consultiva. Che c’entra il fondo? A fine 2023 possedeva una partecipazione dello 0,98% di Tesla per un valore di 7,72 miliardi di dollari. Cosa non gradiscono i ricchissimi scandinavi? “Rimaniamo preoccupati per la dimensione totale del premio, la struttura data ai fattori della performance”, dice Norges bank investment management. Comunque, sostengono di essere lineari: il no è “coerente con il nostro voto sullo stesso premio nel 2018”. Infine nessuna rottura: sì al dialogo costruttivo con Tesla.
Stipendio mostruoso a Musk (Tesla): l’invidia non c’entra
Quindi la gelosia verso le indubbie capacità di Elon non c’entra: uno stipendio da 56 miliardi di dollari farebbe di Musk il ceo più pagato nella storia moderna. Senza questi soldi, il manager di origini sudafricane resterebbe uno degli uomini più ricchi del pianeta. Solo che i conti non tornano per i norvegesi: quel denaro è troppo rispetto alla prestazione dirigenziale del funambolico Musk. Il fondo statunitense Calvert appaia quello norvegese: dice no allo stipendio mostruoso: “Il valore del premio rimane eccessivo, pur considerando il successo della società”. Il tutto rispecchia le indicazioni dei proxy advisor, le società di analisi specializzate nel fornire consulenza agli investitori su come votare alle assemblee degli azionisti: Glass Lewis ha formulato la sua raccomandazione, citando le “dimensioni eccessive” della… busta paga.
Se Musk si innervosisce, potrebbe lasciare
La Casa texana non ci sta: il proxy Glass Lewis “omette considerazioni chiave, usa una logica errata e si basa su speculazioni e ipotesi”. Il no, consultivo, sarebbe di imbarazzo a livello di immagine internazionale per Elon Musk. Personaggio pirotecnico, che potrebbe anche dire ciao a tutti quanti, abbandonare Tesla, e occuparsi di progetti come la scalata verso il cielo, la costruzione di una colonia su Marte, la prosecuzione degli studi sul cervello dell’uomo, l’estensione dei satelliti artificiali. In ballo la compagnia aerospaziale SpaceX, poi Neuralink e quindi OpenAI, senza contare X (ex Twitter) e Hyperloop. Magari avrebbe più libertà, maggiori spazi da invadere, meno concorrenza cinese. Oltretutto, il boom pazzesco di Tesla non c’è più. La crescita è meno forte degli anni passati. L’Europa e gli Usa guardano con sospetto l’elettrico. Resterebbe la Cina, in piena esplosione elettrica, ma qui i competitor delle Case orientali sono fortissima, grazie anche alla spinta infinita del Partito Comunista di Pechino. Senza dimenticare che i sindacati in Svezia gli fanno la guerra. Dentro, Musk ha sempre il desiderio di involarsi in praterie inesplorate, una sorta di avanzata nel Far West, dove poter sperimentare senza ostacoli.
Inammissibile parlare di retribuzione inaccettabile dal punto di vista etico, di stipendio assurdo in un momento così delicato per il pianeta sotto il profilo economico. Allora lo stesso identico discorso vale anche per il fondo norvegese e altri soci. E per chiunque metta il naso nel capitalismo.
Musk potrebbe essere assalito dalla noia dentro Tesla, seccato dai lacci e lacciuoli, indispettito dai problemi con la GigaBerlin (le proteste degli ecoattivisti che dormono sugli alberi del bosco per impedire l’allargamento della fabbrica), innervosito da una possibile retromarcia dell’Ue sull’auto elettrica. D’altronde, si è sempre distinto per le sue battaglie solitarie. Nel 2020, in piena pandemia, ha detto: “Il panico da coronavirus è stupido, il pericolo del panico supera di gran lunga il pericolo del coronavirus. Se allochiamo troppe risorse mediche per il corona, ciò avverrà a spese del trattamento di altre malattie.
Tanti soldi per dare motivazione a Musk
Il presidente di Tesla Robyn Denholm lo sa bene e in sostanza dice: lo stipendio a Musk serve a motivarlo. Così Elon si concentra “sul raggiungimento di una crescita sorprendente per la nostra azienda”. Parliamo di un piano d’assegnazione titoli che si sviluppa in un decennio. Bisogna dire sì, votare a favore: questo fornisce una migliore piattaforma per l’innovazione. L’accordo sulla remunerazione era stato elaborato nel 2018. Tuttavia, i giudici del Tribunale del Delaware lo hanno annullato a inizio 2024. Motivo: che gli investitori non erano stati pienamente informati sui dettagli chiave dello stipendio all’imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense.
I calcoli dello stipendio del capo di Tesla
Quali i calcoli matematici? Il bilancio 2023 di Tesla ha chiuso con un utile al lordo delle imposte di 10 miliardi di dollari. La remunerazione personale per questo risultato è un compenso pari a quasi 6 volte l’utile complessivo dell’azienda. Il suo lavoro nel 2023 vale 56 miliardi. È un pay back basato su risultati. Musk è come se non ricevesse emolumenti: Tesla capitalizza. Attenzione: se Elon va via, la Tesla mantiene il successo? Regge il confronto con la Cina, sempre più agguerrita e spietata nell’automotive?
Le cause legali di Musk fra cui l’uso di droghe ricreative illecite
Elon ha in ballo moltissime vertenze legali. Fra le principali, Tesla deve affrontare numerose cause per accuse di razzismo nel suo reparto di produzione presentate dai lavoratori, dal dipartimento per i diritti civili della California e dalla Commissione per le pari opportunità di lavoro degli Stati Uniti. La posta in gioco è che la Casa automobilistica potrebbe dover pagare i danni e promuovere un ambiente più inclusivo.
La Corte d’appello federale a New Orleans ha nel mirino Musk: una giuria di 17 giudici sta esaminando una contestazione del National Labor Relations Board secondo cui Musk ha illegalmente minacciato i lavoratori con la perdita dei benefici se si fossero iscritti al sindacato. Una sentenza che condanni i commenti del ceo sui social media sarebbe una punizione per Musk e una spinta morale per gli attivisti sindacali che stanno cercando di organizzare i lavoratori di Tesla.
Una causa degli azionisti sostiene che l’uso di droghe ricreative illecite da parte di Musk minaccia gli affari di Tesla, anche influenzando il suo comportamento a volte irregolare online. Insomma, gli stupefacenti potrebbero pesantemente alterare il suo stato psicofisico: magari proprio in quei momenti Elon avrebbe modo di prendere decisioni chiave.
Tesla deve affrontare numerose cause legali per false dichiarazioni ai consumatori, incluso il fatto che la società ha gonfiato la distanza percorsa dai suoi veicoli elettrici a pagamento e sopravvalutato le loro capacità di assistenza alla guida. Un azionista sostiene che Musk fosse a conoscenza della mancata produzione e dei numeri di consegna che la società stava affrontando quando ha venduto più di 7,5 miliardi di dollari in azioni nel 2022 per contribuire a pagare le sue azioni acquisizione di Twitter Inc.