Nel corso degli ultimi mesi, di Nissan si è parlato quasi esclusivamente per le ormai note difficoltà a far quadrare i conti. Difficoltà che hanno portato la terza azienda automobilistica giapponese ad un passo dal fallimento e spinto il suo management a cercare un partner cui appoggiarsi per sventarlo.
Ora, però, sembra che all’orizzonte si prospetti una novità di non poco conto. Che secondo non pochi osservatori potrebbe essere il preludio ad una vera svolta. Andiamo quindi a vedere cosa sta accadendo alla casa ora affidata alle cure di Ivan Espinosa, l’uomo che ha preso il posto di Makoto Uchida e al quale è stato affidato il compito, non certo facile, di condurre l’azienda fuori dalla crisi in cui versa.
Nissan, potrebbe essere il fondo PIF la sua scialuppa di salvataggio?
Non appena preso il posto dell’amministratore delegato uscente, Ivan Espinosa si è messo all’opera per reperire nuovi finanziatori. Il suo disegno è assolutamente chiaro e consiste nel trovare nuove risorse su cui poggiare il tentativo di riportare Nissan in una zona molta pericolosa di quella in cui si trova al momento.

Fondi che, stando alle indiscrezioni circolanti in queste ore, potrebbero arrivare dall’Arabia Saudita. A portarli sarebbe il fondo sovrano saudita, Public Investment Fund (PIF), perennemente alla ricerca di asset verso i quali indirizzare una parte degli oltre 900 miliardi di dollari che sono ben posizionati nella propria cassaforte.
Per capire meglio cosa sia PIF, basterebbe ricordare che, soltanto per quanto concerne l’industria automobilistica, è titolare di quote azionarie importanti all’interno di marchi rilevanti come Aston Martin, Lucid Motors e Pagani, oltre ad essere impegnato nella Formula E.
Anche Foxconn continua a manifestare interesse
La notizia in questione è stata pubblicata dalla testata specializzata Automobilwoche, nelle stesse ore in tornava a farsi sotto Foxconn, l’azienda taiwanese di cui ormai da mesi si conoscono le intenzioni di stabilire una collaborazione con Nissan, avente come oggetto la produzione di EV.
A riportare in auge Foxconn è stato il suo Chief Strategy Officer, Jun Seki, peraltro dirigente nel passato proprio di Nissan. Proprio lui, cui spetta l’incarico di definire le strategie aziendali nel settore delle auto elettriche, ha infatti messo in rilievo i vantaggi che una collaborazione di questo genere apporterebbe alla società taiwanese.
Foxconn, peraltro, si sta muovendo a largo raggio, tanto da valutare l’opportunità di una collaborazione non limitata alla sola Nissan, ma allargata anche a Honda e Mitsubishi. E proprio con quest’ultima sta concludendo un accordo relativo alla produzione di veicoli elettrici per l’Oceania. Un accordo che andrebbe a confermare l’interesse della società di Taiwan nel Paese del Sol Levante, ove Foxconn sta per introdurre un microbus e un autobus a batterie.
Proprio a proposito di Foxconn, il suo presidente Young Liu ha già chiarito che pur avendo valutato la possibilità di acquisire una partecipazione in Nissan, il suo obiettivo principale è proprio una cooperazione industriale. Mentre l’acquisto di azioni potrebbe diventare un’opzione solo in caso di necessità.
PIF, per ora sono soltanto voci
Per quanto concerne l’interessamento del Public Investment Fund, al momento siamo ancora nel campo delle semplici indiscrezioni. A rafforzare le voci concorre però il sempre più forte interesse del fondo sovrano saudita nei confronti dell’industria automobilistica.

Dopo aver acquisito una partecipazione di minoranza in Pagani Automobili, nel 2021, PIF è diventato nell’anno successivo il secondo azionista di Aston Martin, grazie ad un investimento pari a 78 milioni di sterline.
Risale invece al 2023 la joint venture con Hyundai, tesa alla costruzione di un impianto di produzione di veicoli in Arabia Saudita. Un sito che si propone la produzione di 50mila veicoli all’anno, tra motori a combustione interna ed elettrici.
Infine, nel marzo del 2024, il fondo ha immesso un miliardo e mezzo di dollari in Lucid, acquisendo una quota oscillante tra il 58 e il 60% delle azioni. Una serie di movimenti i quali mostrano un crescente interesse verso un settore automobilistico alla perenne caccia di risorse. Che in questo caso andrebbe a incontrarsi con l’impegno di Nissan in Medio Oriente, dimostrato dalla decisione di far rinascere la Patrol proprio per il mercato locale.