Non c’è più tempo per trattare, la richiesta da parte della casa giapponese è diretta e chiede un intervento rapido. Nissan sta chiedendo al governo britannico di adottare “misure urgenti” riguardo all’obbligo di una vendita maggiore di veicoli a zero emissioni (ZEV). Per il marchio giapponese tale normativa starebbe penalizzando i produttori di auto e minaccia gli investimenti. In altre parole, Nissan mette in guardia il governo sulla stabilità dei propri lavoratori sul territorio britannico.
L’azienda giapponese, che gestisce uno dei più grandi impianti produttivi a Sunderland, ha discusso con la segretaria ai trasporti, Louise Haigh, delle sfide legate alla transizione verso l’elettrificazione, mettendo in evidenza le difficoltà nell’inseguire gli obiettivi ZEV. La legislazione britannica, che ricorda la spinta della normativa europea sui produttori a partire dal 2025, richiede una percentuale crescente di auto elettriche ogni anno.
Secondo Nissan, le aspettative stabilite inizialmente, quando il mercato delle auto elettriche stava crescendo rapidamente, sono ormai obsolete. Infatti, le vendite di veicoli elettrici stanno rallentando, e la percentuale di veicoli elettrici venduti nel 2023 è inferiore rispetto agli obiettivi del 2024, quando si prevede che il 22% delle auto nuove debba essere elettrico. Questo potrebbe portare a multe salatissime (si parla di possibili miliardi in totale) per i produttori che non raggiungono tali obiettivi, creando difficoltà significative per le case automobilistiche.
Il CEO di Nissan, Guillaume Cartier, ha avvertito che il mancato adeguamento degli obiettivi potrebbe avere “ripercussioni devastanti per l’industria automobilistica nel Regno Unito”, compromettendo non solo la produzione locale, ma anche gli investimenti e l’occupazione.
Un altro problema riguarda l’obbligo di acquistare crediti ZEV da produttori esteri di veicoli elettrici, un’opzione che potrebbe finire per sostenere i settori elettrici in altri paesi, danneggiando comunque l’industria britannica e, allargando lo sguardo, del Vecchio continente. Per evitare questo scenario, Nissan suggerisce misure correttive: un periodo di transizione di due anni e una maggiore flessibilità nella gestione dei crediti, tra le opzioni sul tavolo. Il governo britannico, però, sembra essere fermo sulle sue posizioni e non intende posticipare le sanzioni.