Nissan: 23 modelli elettrificati entro il 2030

M Magarini
Nissan sede

Un nome, un perché. Il nuovo corso della Nissan è denominato Ambition 2030, ossia ambizione. E che ambizione, oseremmo dire. Il gruppo, socio di Renault e comprensivo di Mitsubishi e Infiniti, ha annunciato una svolta in piena regola per il decennio in corso, con la produzione e la vendita del 50 per cento di veicoli elettrificati entro il 2030. L’investimento profuso ammonta a 2 trilioni di yen (circa 16 miliardi di euro al cambio attuale) nel prossimo quinquennio, in modo da trasformarsi in un operatore della mobilità concretamente impegnato nella decarbonizzazione e ancora più proteso alla redditività, con un margine operativo consolidato stimato del 5%.

Nissan: sempre più votata all’elettrico

Nissan logo

In un orizzonte temporale che da oggi arriva fino al 2026, saranno immessi in commercio, a livello globale, 23 nuovi modelli fra ibridi e-Power e 100% elettrici, mentre, solamente nei mercati dove le condizioni lo impongono, saranno mantenute le motorizzazioni tradizionali.

Stando alla sensazione prevalente, con l’introduzione della regolamentazione sulle emissioni Euro 7, in Europa risulterà più immediato e facile conseguire a stretto giro l’equivalenza di esborso economico fra le vetture “alla spina” e quelle ICE, cioè a combustione termica. La definitiva spinta verso i mezzi a zero emissioni proverrà dall’adozione delle batterie allo stato solido, sinonimo di inferiori costi e tempi di ricarica, a fronte di una superiore efficienza. In sperimentazione dal 2024, Nissan ha intenzione di servirsene a partire dal 2028.

I primi prototipi

Nissan logo nuovo

Per sostenere i piani in questione è stata anticipata una piattaforma elettrica modulabile, alla base di ben tre prototipi (Max-Out, Surf-Out e Hang-Out), i quali ne prefigurano la versatilità su differenti tipologie di carrozzeria. A più breve Nissan realizzerà il crossover Chill-out, fondato sulla attuale piattaforma CMF-EV che potrebbe entrare in produzione nei prossimi anni. Nel mentre, in accordo con i lavoratori e i governi locali, Nissan prevede una ristrutturazione industriale, non più totalmente focalizzata sui freddi numeri di vendita, ma votata al conseguimento di un corretto equilibrio fra costi e margini in ciascuna attività.

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