L’UE doveva discutere l’emendamento alle multe UE per 16 miliardi, ma c’è l’ennesimo stop. L’UE doveva discutere l’emendamento alle multe UE per 16 miliardi, ma c’è l’ennesimo stop.

Multe UE alle Case auto: la modifica slitta nonostante gli annunci

L’UE doveva discutere l’emendamento alle multe UE per 16 miliardi, ma c’è l’ennesimo stop.

Prima le promesse di rivisitazione delle multe UE alle Case auto, poi lo stop della tecnocrazia di Bruxelles: si doveva discutere molto in fretta e con la massima urgenza l’emendamento alle sanzioni di 16 miliardi da pagare nel 2026 per sforamento delle emissioni di CO2 nel 2025, e invece siamo al punto di partenza. Trattavasi dell’unica vera mezza misura del deludente Piano d’Azione per il rilancio dell’auto europea del marzo 2025, da discutere nel Trilogo di Commissione, Consiglio e Parlamento, con una procedura lunga e complessa essendo in gioco 27 Paesi e una 70ina di politici, ma ecco il nulla assoluto.

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L’emendamento riguardava la norma sulle emissioni che avrebbe introdotto un meccanismo di compliance pluriennale delle multe per lo sforamento dei limiti. Per dovere di cronaca, rammentiamo che la lobby Transport & Environment s’è subito detta – il 5 marzo – contraria nel modo più assoluto alla modifica. Idea che poi ha espresso più volte in passato anche l’ex CEO Stellantis Tavares, quando il Gruppo era fuori dall’Acea, lobby dei costruttori (ora ne è membro, quindi pro emendamento).

Modifica delle multe UE alle Case con un obiettivo: proteggere i lavoratori

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La modifica alle regole UE 2019 avrebbe concesso la possibilità ai costruttori di calcolare su tre anni (2025-2027) e non più su uno il rispetto del limite di flotta medio dei 93,6 grammi di CO2 per km entrato in vigore l’1 gennaio 2025, compensando eventuali deficit in uno o due anni con i risultati migliori degli altri anni. Così da evitare multe di 16 miliardi di euro nel 2026 per le emissioni del 2025. A tutela delle fabbriche e dell’occupazione. Perché poi di questo si parla: le Case possono tagliare per tutelare i profitti e i dividendi degli azionisti, essendo società per macinare utili e non enti di beneficenza.

Multe UE alle Case auto, quanta burocrazia

Il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in persona, aveva garantito un processo rapido invitando Parlamento e Consiglio Ue ad approvare tutto il più presto possibile. Con rassicurazioni sulla data, ossia fine marzo 2025. Termine non vincolante, che infatti non ha vincolato proprio nessuno. È solo un’indicazione di massima, in stile Vecchio Continente, che si trascina stanco rispetto a quei fulmini chiamati USA, Cina e Russia.

Dopo il Piano d’Azione, serve il Collegio dei commissari tramite una procedura scritta; tuttavia la paralisi è scattata in quanto permangono divergenze inconciliabili tra i membri. La promessa di una soluzione per il 28 marzo 2025 non è mantenuta. Si passa dal pasticcio Green Deal 2019 e ban termico 2035, alla Cina elettrica che ci invade, al blocco amministrativo nell’ingorgo di Bruxelles. “Discussioni in corso con scadenze interne, ma ci sono processi interni alla Commissione e vogliamo mantenerli tali – così il portavoce della Commissione per l’energia Anna-Kaisa Itkonen -. Le procedure scritte possono essere estese, potrebbe essere necessaria un’ulteriore discussione, le scadenze possono essere prorogate. Si tratta di decisioni che vengono prese internamente”.

L’UE doveva discutere l’emendamento alle multe UE per 16 miliardi, ma c’è l’ennesimo stop.

Cosa manca? Siamo sulla casella di partenza del gioco dell’oca

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Eravamo e restiamo immobili sulla casella di partenza del gioco dell’oca. La stessa Commissione non ha ancora detto sì all’emendamento, che passerebbe a Consiglio e Parlamento solo qualora la matassa fosse sbrogliata: dopodiché, bisognerà vedere le discussioni all’interno degli altri due organi del Trilogo. Non ci si stupisca se – dopo mesi di annunci di Trump sui dazi auto – l’UE non avesse ancora pronta l’immediata risposta.